Due successi – solo due – non possono e non devono dare alla testa. E’ chiarissimo il messaggio di Antonio Conte alla vigilia di Juventus-Bologna. L’imperativo è uno solo: rimanere con i piedi per terra, “sapendo che il nostro cammino è lungo e difficile”. Il tecnico juventino teme i troppi elogi ricevuti dai suoi. I successi ottenuti contro Parma e Siena (più il primo, però) hanno convinto per l’autorevolezza mostrata dai giocatori, ma servono, anzi urgono ulteriori conferme. Conte è troppo scafato per non capire che “alla prima situazione negativa i giudizi si ribalteranno”. Lo dice a sè stesso ed ai tifosi, per prepararli psicologicamente. Servirebbe, a suo avviso, maggior equilibrio, soprattutto nei confronti della tifoseria, che tante volte si è illusa inutilmente in questi anni. L’obiettivo, comunque, è chiarissimo: la Juve deve tornare grande e l’atteggiamento da tenere deve essere all’insegna di due fattori: umiltà e determinazione. A cominciare da domani contro il Bologna. Occhio ai rossoblù, ancora fermi a zero punti e a caccia delle prime soddisfazioni, come sottolineato da Conte. Secondo il mister, quella felsinea è una squadra “imprevedibile tatticamente”. Potrebbe schierare due trequartisti o uno, a seconda delle partite. Magari proprio a Torino si vedrà un Bologna tutto nuovo, chissà. Di certo, nuovo dovrà esserlo nell’atteggiamento, visto che contro Fiorentina e Lecce i ragazzi di Bisoli sono apparsi fin troppo ‘flosci’. Avversari a parte, la lente di ingrandimento del tecnico si è soffermata soprattutto sui propri allievi. A centrocampo potrebbe scoccare finalmente l’ora di Krasic e Vidal. Il serbo dovrebbe avere, quasi sicuramente, la grande chance di mostrare a Conte che si sbaglia sul suo conto. Il cileno, invece, è da considerarsi ‘quasi’ una prima scelta, dove quel quasi scava ancora una piccola (piccola?) differenza a favore di Marchisio e Pirlo. Difficilmente, fa capire l’allenatore, giocheranno tutti e tre assieme, “a meno che non mi consentano di giocare in dodici…”. In attacco, poi, la situazione è questa. Non esistono prime o seconde punte, nel modulo di Conte ci sono solo gli attaccanti centrali. Prepariamoci, dunque, ad assistere ad ogni genere di accoppiata, lì davanti: Matri-Vucinic, Quagliarella-Del Piero, Vucinic-Quagliarella e chissà cos’altro…



L’importante – è la chiosa contiana – è che la Juve giochi con l’atteggiamento umile e grintoso della provinciale. Guai a dimenticarlo. E’, in pratica, il primo comandamento della nuova era bianconera. Quella che dovrà riportare in alto, sempre più in alto, i cuori juventini.

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