Una classica del campionato per questa ultima giornata di andata della serie A. Si gioca infatti stasera a Bergamo alle 20.45 Atalanta-Juventus. Bianconeri in testa alla classifica con 38 punti, nerazzurri a 20 punti, ma con 6 punti di penalizzazione per la nota vicenda del calcioscommesse. Atalanta e Juventus si affrontano per la 101esima volta nella storia. Nei precedenti 100 incontri la Juventus si è imposta 54 volte, l’Atalanta 11 volte, i pareggi sono stati 35. L’Atalanta ospita la Juventus per la 51a volta nella storia. Il bilancio nei 50 precedenti a Bergamo vede in vantaggio sempre la Juventus, con 21 successi, 7 quelli dell’Atalanta, 22 i pareggi: l’Atalanta non vince a Bergamo dal 4 febbraio 2001 (2-1). Ma al di là di questi numeri che servono soprattutto per le statistiche, la partita di stasera si preannuncia molto equilibrata, con un’Atalanta decisa certamente a fermare la marcia della squadra allenata da Conte, che non ha ancora collezionato sconfitte in questo campionato. Per commentare questo match abbiamo sentito Domenico Marocchino, ex di entrambe le squadre: ha giocato nell’Atalanta nel 1978-1979, nella Juventus dal 1979 al 1983. Eccolo in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.



Come vede questa partita tra Atalanta e Juventus?

Si preannuncia un incontro molto equilibrato. Vincere a Bergamo non è per niente facile: è un campo ostico, veramente difficile. Vedo una tripla per Atalanta-Juventus.

Chi può risolvere questo match per i bianconeri? Marchisio, Vucinic?
No, penso che se giocherà potrebbe fare la differenza proprio Matri. 



La Juventus dovrà stare attenta a Denis: come fare per fermarlo?
Bisognerà evitare quegli errori difensivi capitati per esempio nella partita con il Cagliari, ad opera in quel caso di Bonucci.

La Juventus però è ancora imbattuta in campionato…

Merito anche di Conte che è riuscito a ricompattare lo spogliatoio, a creare un gruppo vincente.
Vincendo, i bianconeri sarebbero campioni d’inverno…

Per una squadra come la Juventus il campionato d’inverno non basta. Bisogna puntare decisamente allo scudetto.

Una Juve vincente come ai tempi di Boniperti: manca nel calcio un dirigente come lui?
Boniperti era unico, un dirigente che non manca solo alla Juventus, ma a tutto il calcio italiano.



Parliamo dell’Atalanta: la formazione bergamasca sta facendo una bella stagione nonostante i sei punti di penalizzazione.

Sta giocando bene, ha assorbito anche la vicenda Doni, sta facendo un campionato veramente buono. Vincere sul suo campo non è mai facile

Una società legata alla città, una squadra molto importante per Bergamo.

Per Bergamo l’Atalanta è un modo di rappresentarsi nello sport. C’è il discorso dell’identità, c’è da sempre questa squadra che è la regina delle provinciali. Era così anche quando io giocavo qui. Mi sembra di vedere la stessa cosa che succede a Vercelli, la mia città di nascita, dove c’è un legame molto forte con la Pro Vercelli, un club che ha fatto la storia del calcio italiano.

Può incidere sulla partita anche il grande sostegno che il pubblico di Bergamo dà sempre all’Atalanta?
Sì è vero, c’è un tifo molto caldo, un pubblico che sostiene sempre la squadra, veramente con tanta partecipazione, tanta intensità.

C’è un erede di Marocchino nel calcio di oggi?
No, tornanti ormai ne nascono veramente pochi. Ci sono pochi giocatori con la voglia, l’abilità di dribblare come succedeva un tempo. 

 

(Franco Vittadini)