Oggi il turno infrasettimanale di serie A inizia con l’anticipo Parma-Juventus, un incontro che fa tornare in mente le grandi sfide degli anni ’90 tra le due squadre allora al vertice del calcio italiano. Dopo anni difficili, la Juventus è tornata quest’anno sui livelli che storicamente competevano alla Vecchia Signora, mentre il Parma – finita l’era Tanzi – ha trovato comunque una serena collocazione a metà classifica. Questa sera sarà una partita molto importante per i bianconeri, che in caso di vittoria supereranno un altro ostacolo non semplice sulla strada verso lo scudetto e metteranno ulteriore pressione sul Milan, che giocherà invece domani sera; per il Parma invece ci sarà l’occasione di giocare una sfida comunque molto sentita dalla tifoseria con serenità e con quell’entusiasmo che l’arrivo in panchina di Donadoni sembra aver restituito. Per presentare questa partita abbiamo contattato proprio uno dei grandi protagonisti degli “anni d’oro” delle sfide tra Parma e Juventus, l’allora allenatore degli emiliani Nevio Scala. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Come arrivano Parma e Juventus a questa partita? Certamente benissimo i bianconeri, ma anche il Parma sembra in crescita…
Sì, è vero, mi sembra di poter dire che con Donadoni siano ritornati sia l’entusiasmo sia la serenità a Parma, e certamente i giocatori vogliono mettersi in mostra davanti al nuovo allenatore. Non sarà una partita facile per una Juventus comunque fortissima.
Bianconeri favoriti per lo scudetto, secondo lei?
La Juventus continua a nascondersi, ma è una grande realtà. Oltre alla qualità del gioco, ci sono alcuni segnali che mi fanno pensare che questa Juventus sia pronta per fare grandi cose: sembra un gruppo molto coeso e in cui c’è armonia tra tutti, come ad esempio si vede nelle esultanze dopo i gol, che coinvolgono tutti i giocatori.
Il gruppo quindi potrebbe essere l’arma in più per la Juventus?
Certamente mi sembrano un gruppo davvero unitissimo e questa – fermo restando che la qualità è indispensabile – mi sembra davvero una leva fondamentale per vincere lo scudetto.
Il fatto di voler tornare a vincere dopo Calciopoli può essere la spinta in più per la Juventus?
Beh, la Juventus vuole fortemente lo scudetto, e di sicuro la spiegazione può essere questa. Le individualità del Milan restano sulla carta leggermente superiori, ma ciò da solo non basta per vincere lo scudetto.
Lei però prevede una partita difficile per la Juventus questa sera. Come mai?
Sì, ribadisco che non sarà facile per la Juventus questa sera, e anzi se devo fare un pronostico io punterei sul pareggio. Il Parma sta bene e in casa non sarà facile nemmeno per i bianconeri batterlo.
Quindi le sta piacendo il lavoro di Donadoni?
Sì, come ho detto ha già riportato entusiasmo e serenità a Parma, e ciò è molto importante.
Quale potrebbe essere la chiave di questa partita?
Questo non è mai facile dirlo da fuori, perchè sono moltissime le variabili che possono influenzare una partita di calcio. Comunque di sicuro la Juventus può fare affidamento sulla maggiore qualità della rosa, mentre il Parma deve puntare soprattutto sul collettivo.
Eppure anche il Parma ha un ottimo tridente là davanti, e anche ben assortito con Floccari, Giovinco e Biabiany…
Questo è vero, è un tridente che piace molto anche a me, però per fare risultato contro una squadra superiore deve girare benissimo tutta la squadra. Ad esempio sarà fondamentale l’apporto del centrocampo per proteggere appunto il tridente. Comunque, sono sicuro che Donadoni ha già ben chiara in mente la partita, che ha certamente preparato al meglio.
E poi c’è Giovinco che potrebbe avere motivazioni speciali…
Giovinco ha grande classe, è un “giocatorino” che avrei sicuramente voluto anch’io nelle mie squadre. Conoscendo che persona è, non credo che avrà il cosiddetto “dente avvelenato”, ma di sicuro avrà qualche motivazione in più del solito.
Certo che quando c’era lei sulla panchina del Parma questa partita valeva molto di più. Che ricordi ha di quelle sfide?
Parma-Juventus in quegli anni era un antagonismo davvero bellissimo, un dualismo di grande qualità tra due squadre molto diverse. Noi eravamo una realtà molto piccola al cospetto della grande Juventus, ma spettacolo e rispetto non sono mai mancati. In particolare, conservo un bel ricordo del rapporto che era nato con Marcello Lippi. Era davvero una grande sfida: ricordo che un anno ci siamo sfidati addirittura nove volte.
(Mauro Mantegazza)