La Juventus pareggia 1-1 contro lo Shakhtar Donetsk allo Juventus Stadium. Decidono il match le reti di Alex Teixeira al 23′ e di Bonucci al 26′. Match più che complicato per gli uomini di Conte che hanno avuto a che vedere contro una formazione aggressiva e pronta sempre a pungere. Il pareggio tutto sommato è il risultato più giusto, anche se gli ucraini hanno qualcosa da recriminare nel secondo tempo considerati il palo e la traversa che li hanno impedito di riportarsi in vantaggio. Nell’altra partita del gruppo E, il Chelsea ha avuto la meglio sul Nordsjaelland in trasferta per 0-4.
Partita piacevole questa sera allo Juventus Stadium. La squadra di Lucescu ha impensierito non poco i bianconeri fin dall’avvio portandosi con più uomini all’attacco. Il ritmo degli ucraini ha messo in seria difficoltà i padroni di casa spesso e mal volentieri schiacciati nella propria metà campo. Le occasioni nel primo tempo fioccano e al gol dello Shakhtar risponde Bonucci con uno schema ben interpretato da calcio d’angolo. In avvio di secondo tempo i bianconeri fanno la partita, ma i nero-arancio si difendono bene. La prova negativa degli attaccanti bianconeri (eccezion fatta per Giovinco) influenza la produzione offensiva e lo Shakhtar nel finale rischia di acciuffare i tre punti.
Prova sottotono quella della Juve di Conte. Il centrocampo smarrisce la bussola e insieme all’attacco soffre di claustrofobia, dispiegandosi troppo e risultando troppe volte disunito. Ne approfittano più volte gli avversari che riescono a schiacciare i bianconeri all’indietro. Nella ripresa la risposta bianconera viene egregiamente soffocata dai difensori dello Shakhtar e le azioni latitano. Inoltre, nel finale, qualche incomprensione di troppo tra i tornanti e i 3 di difesa poteva costare caro.
Squadra sfrontata e senza paura mostra all’Italia e non solo come sia possibile contenere e minacciare una delle squadre più temute in Europa. Ritmo infernale a centrocampo, marcatura a zona esportata in ogni parte del campo e pressing costante. Inoltre, la qualità dei “minatori” si esprime al meglio in diversi schemi ormai collaudati soprattutto nei 4 davanti. Le azioni prodotte da questi ultimi sono numerose e alla fine della gara gli uomini di Lucescu hanno qualcosa da recriminare per le occasioni sprecate.
Pubblico piuttosto tiepido per il ritorno dopo più di 2 anni di attesa della Champions League a Torino. I 30 mila sugli spalti non trasmettono la carica necessaria in partite del genere e il calore e colore reclamato da Vucinic pochi giorni fa non viene mai registrato.
Sorvola su un intervento al limite di Lichtsteiner nel primo tempo. Nella ripresa forse, sbaglia a interpretare un mancato rigore su Marchisio e nel tentativo di controllare il match lo frena con diversi interventi inutili.
Non viene mai impegnato in prima persona e non si deve mai sporcare le mani con interventi particolari. Risponde bene a una punizione malandrina di Srna nel secondo tempo.
Rompe con decisione diverse azioni complicate permettendo ai suoi di ripartire. Sempre propositivo.
Trova il gol del pari facendosi trovare pronto nel nuovo schema da corner. Nei minuti di recupero un mancato disimpegno rischia di segnare indelebilmente il match.
Recupera molti palloni e prova in ogni modo a mantenere la cintura difensiva più alta.
Statico e poco reattivo. Si accende a sprazzi provando a infilare la retroguardia avversaria in maniera letale. Ci riesce quasi nel secondo tempo, ma le scarse energie non li garantiscono la precisione.
Sottotono e spaesato. Pur recuperando diversi palloni si perde spesso nelle vie del centrocampo non riuscendo a trovare gli spazi giusti (dal 40′ s.t. POGBA s.v.)
Non riesce ad aggirare la folla difensiva schierata attorno alla difesa avversaria. Pochi guizzi e molte imprecisioni.
Recupera diversi palloni, ma non riesce a impadronirsi di nessun lembo di terra come di solito fa. La densità a centrocampo lo oscura. Ci prova più di tutti a svoltare il match, ma non è giornata.
Privato di punti di riferimento precisi perde spesso l’orientamento facendosi trovare impreparato.
Raddoppiato spesso e volentieri suda sette camicie per completare un passaggio. Si divora un gol davanti al portiere nel secondo tempo dopo un ottimo assist di Giovinco (dal 20′ s.t. Non riesce mai a trovare lo spazio per il tiro e per la ripartenza impostata. Chiuso e seguito a ruota non riesce a liberarsi mai.)
Non osserva le indicazioni di Carrera mostrando il alto peggiore del suo carattere. Il risultato è una grave inferiorità a centrocampo che causa la maggior parte dei pericoli occorsi alla sua squadra. Il suo approccio al match è privo di idee e chi si aspetta l’invenzione che risolve la partita rimane deluso (dal 13′ s.t. Entra con il piglio giusto e cerca di creare quegli spazi fino al suo ingresso introvabili. Ci riesce in parte, ma crea molto scompiglio tra gli avversari, riuscendo a realizzare un assist impossibile da rifiutare per Matri.)
Squadra in netta difficoltà e la condizione fisica centra solo in parte. Un avversario preparato e pronto all’assidua densità crea non pochi fastidi alla manovra fluida dei bianconeri. In Europa si sa gli avversari sono questi e urgono rimedi in vista della prossima sfida.
Salva con estrema reattività su un colpo di testa di Bonucci e offre precisamente diversi anticipi.
Spinge a più non posso affossando Asamoah e aggredendolo fin dal principio. Nonostante la sua più non longeva età mantiene cuore e cervello lucidi fino al fischio finale.
Si destreggia bene azionandosi in maniera coordinata nei movimenti difensivi.
Pronto all’anticipo regala una prestazione priva di sbavature.
Fisico e temperamento gli permettono di mettere in scena un bel duello con Lichtsteiner. Soffre non poco quando è attaccato, ma impensierisce ugualmente (specie nel primo tempo) il binario stazionato dall’avversario.
Dinamico e resistente, appartiene a un tipo di metallo ancora non scoperto. Martello e incudine, si propone per i compagni più volte e soffoca volentieri le spinte bianconere.
Duro, aggressivo e senza paura. Affronta uno dei centrocampi più forti d’Europa con estrema tenacia raccogliendo spesso palloni preziosi e annaffiando il già bagnato campo dello Stadium con litri e litri di sudore.
Trova il gol dopo una discesa intraprendente che lo premia. Gara attenta e pulita (dal 38′ s.t. ILSINHO s.v.).
Nel primo tempo un po’ confuso perde spesso diversi palloni nei contropiedi. Nella seconda frazione prende coraggio e segue i consigli del tecnico tagliando più volte il campo e mostrando tutte le sue caratteristiche.
la scheggia impazzita che non ti aspetti. Occupa una larga parte del campo compiendo un eccezionale lavoro in entrambe le parti. La sua qualità gli permette di trovare un assist e una traversa a fine gara.
Partita di sacrificio quella della punta nero-arancio. Lavoro di sponda nelle maggior parte di casi e molti movimenti senza palla utili a impensierire i difensori avversari.
Trova la soluzione e la cottura giusta per bloccare la squadra avversaria. Gli ingredienti sono rodati e la densità elevata a centrocampo blocca le iniziative dei bianconeri. Sfiora il successo e lascia diversi spunti di lavoro ai colleghi in panchina.
(Francesco Davide Zaza – twitter@francescodzaza)