Si è svolta in mattinata l’assemblea degli azionisti della Juventus, come al solito presso il Centro Congressi del Lingotto di Torino. Alla presenza, tra gli altri, degli amministratori delegati Giuseppe Marotta e Aldo Mazzia e del consigliere Pavel Nedved, Andrea Agnelli ha preso la parola e, tra una citazione di Winston Churchill e una di Bob Dylan, ha toccato sostanzialmente due punti: il primo è stato quello prettamente incentrato sulla Juventus: la stagione in corso arriverà a toccare il 90esimo anno con gli Agnelli coinvolti nella società, e allora il presidente dei campioni d’Italia ha voluto ricordare come “per troppo tempo i presidenti hanno dovuto affrontare questa assemblea senza avere nel cuore il calore che una vittoria porta con sè”. Naturalmente Agnellli ha parlato di bilancio, di evoluzione e progresso, dei frutti che lo Juventus Stadium sta dando a livello sportivo ed economico. “Quando ho ricevuto l’incarico di presidente avevo chiarissimi alcuni passaggi. Il primo è quello di cambiare la società e la squadra, un percorso in continua evoluzione; ma in 30 mesi abbiamo bruciato le tappe”. I bianconeri oggi sono in testa al campionato con tre punti di vantaggio sul Napoli, puntano al bis tricolore e vogliono imporsi anche in Europa, dove stanno stendando e rischiano l’eliminazione dal girone della prima fase dopo aver pareggiato le prime tre partite. A tal proposito Agnelli è stato chiaro: “Bisogna cambiare il calcio italiano e posizionarlo a livello europeo, dopo i fasti degli ultimi 30 anni stiamo avendo un declino”. Il presidente della Juventus ha posto l’accento sulla necessità di riformare campionati, numeri di squadre professionistiche e del settore giovanile, oltre che della giustizia sportiva, nervo scoperto per i campioni d’Italia visto il coinvolgimento di Antonio Conte e Angelo Alessio nel processo per le scommesse. Poi i discorsi sono passati a questioni strettamente legate al campo: naturalmente sono fioccati tanti complimenti per come sta procedendo la stagione, ma ci sono state anche delle perplessità riguardanti il calciomercato: qualcuno si è chiesto perchè vendere Giovinco a 6 milioni e riprenderlo a 11, altri hanno fatto sapere che sarebbe stato meglio tenere Boakye o Gabbiadini almeno fino a gennaio, sono stati sollevati dubbi su Bendtner e richiesto Llorente. A tutte queste voci ha risposto Giuseppe Marotta, che è stato confermato nel Cda bianconero per i prossimi tre anni (insieme a lui nuovamente Nedved e Andrea Agnelli, new entry l’avvocato Giulia Bongiorno: “Giovinco era in un momento di involuzione, abbiamo agito generando una buona plusvalenza, la stessa ricavata per Immobile”. E su certi acquisti sbagliati: 



“Alcuni errori sono fisiologici quando in tre anni acquisti 22 giocatori”. Chiusura con la questione Berbatov: “La Fiorentina ci ha attaccato per coprire una loro lacuna: a noi il Manchester United ha detto che il giocatore non sarebbe andato a Firenze, e che avrebbe seguito un suo ex allenatore (Martin Jol, ndr) al Fulham”. Non è mancato infine un ringraziamento da parte degli azionisti ad Alessandro Del Piero, che pur lontanissimo in termini di chilometri resta ben presente nella storia della Juventus: ‘Grazie Alex’ è comparso a carattere cubitali insieme a voci di “Fatti onore anche in Australia”, e qualcuno ha chiesto: “Perchè non trovargli un posto in società?”. Non c’è stata risposta.

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