La Juventus è reduce dal pareggio contro lo Shakhtar Donetsk in Champions League. Ormai ogni non vittoria dei bianconeri fa notizia: in questo momento sembra che la squadra di Conte stia accusando un calo fisico, a livello complessivo così come in alcuni giocatori chiave. E’ il caso ad esempio di Andrea Pirlo: il centrocampista ha offerto un paio di prove al di sotto degli standard abituali, ed è finito immediatamente nel mirino della critica. Si dice che possa fargli bene un impiego più ridotto, addirittura si è parlato di ritirarlo dalla nazionale per dedicarlo totalmente alla squadra di club. In generale ci si aggrappa un pò tutti all’appannamento fisico della Juventus come a un’ancora di salvataggio dal dominio bianconero dell’ultima stagione e un quarto. E’ difficile pensare che un pareggio di troppo e un paio di prestazioni inferiori possano scalfire le certezze della Signora; tuttavia è probabile che con la Champions League di mezzo la Juventus debba gestire le forze in modo diverso. Per farci un’idea più chiara abbiamo intervistato in esclusiva Andrea Redigolo, preparatore atletico del Cittadella. Ecco le sue impressioni:



La Juventus sta facendo fatica a causa degli impegni ravvicinati? Non credo. Anche relativamente alla partita con lo Shakhtar direi che si tratta più di una ragione tattica. Gli ucraini hanno limitato la Juventus dal punto di vista fisico.

In che senso? La Juventus è una squadra che solitamente mette sotto gli avversari fisicamente, con un grande pressing. I giocatori dello Shakhtar sono stati bravi ad uscirne. Però mi sembra che la Juventus abbia tenuto una buona intensità in tutta la partita.



Il fatto che quest’anno ci sono più partite influirà alla distanza? La Juventus ha rinforzato l’organico proprio in funzione di questo fattore. Il discorso della stanchezza può essere ristretto all’eventualità di infortuni. Se non avranno grossi problemi di infermeria potranno giocarsela bene su entrambi i fronti.

Come si gestisce la preparazione nelle settimane di coppa? Si fa molto più lavoro di recupero. I giocatori che giocano in campionato hanno meno tempo per prepararsi alla partita di coppa, quindi si dedica molto più tempo al recupero che non alla preparazione fisica specifica.



Sulla stanchezza di una squadra influisce anche lo stress mentale? Senza dubbio, anzi si può dire che è uno degli elementi principali. Per un giocatore è quasi più dannoso il consumo d’energie mentali e di approccio filologico, che lo stress fisico di per sè.

Crede che a certi livelli si giochi con troppa frequenza? Le competizioni sono tante ma gli atleti sono predisposti a lavorare in un certo modo, che gli permette di sostenerle tutte dal punto di vista fisico. Tutto sta nella gestione, che significa avere ricambi all’altezza nel momento di stanchezza dell’atleta, e saper gestire le forze dell’atleta stesso.

Si parla molto della stanchezza di Pirlo: qual è il segreto per preservarlo?

L’anno scorso ha tenuto una buona intensità per tutta la stagione, penso che a un certo punto un momento di stanchezza sia fisiologico. Ogni singolo giocatore ha dei parametri di riferimento: bisognerebbe conoscere quelli dei giocatori della Juventus per spiegare meglio la gestione di Pirlo.

In base ai parametri dei suoi giocatori ci può dire a che sforzo è sottoposto un centrocampista come Pirlo? Sicuramente superiore a quello di altri ruoli, anche se nel gioco della Juventus anche la punta fa un grande lavoro fisico perchè aiuta molto in fase di non possesso. Ai tre centrocampisti centrali è richiesto sicuramente un lavoro importante; forse Pirlo spende meno fisicamente perchè gli è più richiesta la fase di costruzione, però il lavoro svolto dai centrali è paragonabile come mole a quello degli esterni.

 

(Carlo Necchi)