Sono passati mesi dall’uitima volta che Antonio Conte aveva parlato pubblicamente. Era fine agosto: l’allenatore della Juventus aveva indetto una conferenza stampa insieme ai suoi legali (e ad Angelo Alessio) per rispondere alla condanna a 10 mesi di squalifica (poi ridotti a 4). Da allora solo silenzio, apparizioni dietro i vetri dei box degli stadi, qualche immagine rubata agli allenamenti a Vinovo, ma nessuna parola. Del resto quando un allenatore è squalificato succede questo: non può tenere conferenze stampa prima o dopo le partite, dunque la sua immagine viene messa in secondo piano. Per la Juventus non è così: nonostante con Carrera prima e Alessio poi le cose siano andate decisamente bene, i bianconeri sentono tanto la mancanza del loro leader. Lo hanno detto un po’ì tutti: dai giocatori allo stesso Alessio. Il momento del ritorno si avvicina (sarà il 9 dicembre contro il Palermo), e intanto Conte ha voluto fare un regalo ai suoi tifosi, rispondendo via Twitter alle loro domande. L’ironia non l’ha persa: “Mi manca la panchina, pensate che me ne sono fatta costruire una da mia moglie, ce l’ho in casa così posso comunque litigare con qualcuno”. Non è facile per il tecnico salentino stare lontano dal campo, dover mettere in un cassetto la sua grinta e la sua leadership: “Per fortuna però ho ottimi collaboratori e calciatori molto responsabili, su questo mi è piaciuto molto Bonucci che ha risposto ‘non soldatini ma professionisti'”. Poi, Conte ha ammesso di “essere riuscito ad entrare nella testa dei giocatori, e questo ci ha aiutato molto. Però, mi manca il contatto con l’erba, con i miei calciatori durante le partite, con gli avversari e con i tifosi”. Tuttavia, come detto, tra poco il suo periodo di squalifica sarà finito, e Conte tornerà a guidare i suoi giocatori dalla panchina. Inevitabile però la domanda: cosa pensa della squadra in questi mesi? In campionato la Juventus vola nonostante la prima sconfitta della gestione targata Antonio Conte, ma in Champions League serbe una mezza impresa: “Non dobbiamo guardarci indietro. Contro il Nordsjaelland abbiamo fatto 30 tiri in porta e pareggiato, ora abbiamo Lazio e Chelsea; se Mancini e Ancelotti dicono che per vincere la Champions League hanno bisogno di anni, cosa dovremmo dire noi che non abbiamo investito quanto loro? Abbiamo però il destino nelle nostre mani, e se non dovessimo essere all’altezza andremo a giocare in Europa League”. In più il tecnico salentino ha aggiunto che “il Borussia Dortmund è una squadra che ammiro molto, in loro rivedo molte nostre caratteristiche”. In più c’è un giudizio anche sui singoli: su Pogba per esempio, non convocato per Pescara a causa di un doppio ritardo agli allenamenti. “Ha 19 anni e non ci ho pensato due volte a farlo giocare titolare. Ha mezzi straordinari, sta a lui e me cercare di crescere e farlo diventare un campione. Ha voglia di imparare, può diventare un numero uno ma – e qui c’è la stilettata comunque avvolta di parole dolci e comprensione – non deve mai perdere la bussola”. E sugli attaccanti: “Ne ho cinque, come l’anno scorso: far giocare sempre gli stessi per 2-3 partite di fila non mi farebbe puntare sugli altri. A me non interessano i titolari fissi, quanto una risposta da tutti loro. Non ci sono gerarchie assolute, ci sono caratteristiche diverse ma tutti si equivalgono. Parlano i risultati: finora ho ottenuto grandi risposte”. Chi non c’è più è Del Piero: “Il rapporto con Ale è sempre stato schietto, l’anno scorso è stato fondamentale per vincere lo scudetto, ora faccio il tifo per il Sydney F.C. che guardo”. A proposito di scudetto, inevitabile per i tifosi chiedere delle emozioni provate lo scorso maggio. Conte non si sottrae:



“Abbiamo pianto, ci siamo abbracciati e parlati poco, sapevamo quanto lavoro c’era dietro e anche che solo nei miei sogni mi sarei aspettato il tricolore al primo anno in panchina. Vincere da allenatore ha ancora più sapore che farlo da calciatore”. Quest’anno la Juventus sta ancora una volta dominando in Italia, ma ha perso l’imbattibilità: “Complimenti all’Inter, lotterà fino alla fine per lo scudetto. Noi però non abbiamo perso la fame, e bisogna avere rispetto per questa Juve che gioca un bel calcio e non ha perso per 49 partite di fila. Il boato al gol del Chelsea? Mi ha dato fastidio, è stata una mancanza di rispetto”. Tra 26 giorni terminerà la squalifica, il giorno seguente Conte sarà di nuovo in panchina: “Agnelli, che ringrazio per la fiducia incondizionata, mi ha augurato una carriera alla Ferguson. Io sono esattamente dove volevo essere: spero di rimanerci ancora per molto tempo”

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