E’ una Juventus in grande spolvero e in piena fiducia quella che oggi ha ripreso a lavorare dopo le feste natalizie. La Vecchia Signora ha archiviato il titolo di campione d’inverno con due giornate di anticipo: d’accordo che si tratta di un riconoscimento platonico in quanto non fa bacheca nè porta in dote premi, ma è un segno della forza e della superiorità dei bianconeri. Basta citare un dato: rispetto alla scorsa stagione, quella dello scudetto e dell’imbattibilità, la Juventus avrà già anche perso due partite, ma intanto ha realizzato, alla diciottesima giornata, sei punti in più rispetto a quelli che aveva in cascina allo stesso punto del 2011/2012. E’ rimasta una sola partita per chiudere il girone d’andata, quella casalinga con la Sampdoria. Vincendola, i campioni d’Italia svolterebbero a quota 47 punti: non sono i 52 che realizzò la Juventus del 2005/2006 (con Fabio Capello in panchina) ma siamo decisamente sulla strada di un dominio come quello dei tempi, al di là degli scudetti revocati. Ora però comincia la seconda parte della stagione, e la Juventus dovrà cercare di tenere a distanza le inseguitrici e al tempo stesso avanzare in Champions League, dove agli ottavi si affronta il Celtic; e non va dimenticata la Coppa Italia, con la possibilità di centrare il decimo successo nella competizione dopo la finale dello scorso anno. Tre impegni che rischiano di togliere energie preziose, come del resto si è notato nella prima parte di stagione, quando la Juventus ha messo insieme tre pareggi consecutivi in Champions League e ha dovuto tirare il fiato in Italia. Il timore del triplo fronte è un argomento che affronta anche José Alberti, agente FIFA esperto di mercato sudamericano, al quale abbiamo chiesto se a gennaio i bianconeri facciano bene a rivolgersi al mercato per acquistare un top player offensivo che porti in dote quei gol che spesso rimangono in canna agli attaccanti della rosa: “In realtà la Juventus sta cercando il top player perchè ha paura di non riuscire a reggere il ritmo fino alla fine avendo tre competizioni”, dice Alberti in esclusiva per Ilsussidiario.net. “Io però non vedo questa urgenza di intervenire sul mercato, fermo restando che Marotta, se avrà l’occasione di concludere un grosso affare, lo farà”. Sono parole interessanti per i tifosi bianconeri, che sognano il grande colpo per affrontare alla pari gli squadroni d’Europa. Sostanzialmente la rosa dei candidati è ristretta a due alternative: Drogba o Llorente. Sul calciatore basco dell’Athletic Bilbao José Alberti è categorico: “Non si muove fino a giugno, ormai è sicuro”. Dunque la Juventus dovrà aspettare, anche se in estate può prelevarlo a parametro zero e si parla di un accordo già esistente. Il secondo nome, quello di Drogba, stuzzica molto di più la fantasia nell’immediato, perchè ha mostrato in tutta la sua carriera di essere un grande attaccante e lo scorso anno ha trascinato il Chelsea alla vittoria della Champions League. Alberti però raffredda la pista: “Drogba dovrà giocare in Coppa d’Africa, e poi ha un ingaggio molto elevato. Credo sia più un problema che altro”. Un’operazione da non chiudere quindi, almeno secondo l’agente FIFA: Drogba ha 34 anni e costa tanto, non si vedono possibilità concrete di realizzare un ottimo affare. In realtà è spuntato un terzo nome, già in passato accostato ai bianconeri: quello di David Villa, attaccante di 31 anni del Barcellona che al Camp Nou non è più titolare inamovibile e potrebbe lasciare i catalani. José Alberti non la pensa così:
“Anche per Villa non succederà nulla a gennaio, e poi il Barcellona non è un club che vende i propri campioni. Forse in estate le cose potrebbero cambiare, ma la vedo dura”. Il concetto è chiaro: la Juventus ha già un’ottima squadra, a gennaio investirà solo se ne varrà davvero la pena oppure per operazioni strettamente necessarie (come l’acquisto di Peluso dall’Atalanta, visto i tempi di recupero lunghi per Chiellini e la partenza di Asamoah per la Coppa d’Africa). La speranza dei tifosi è che la rosa dei bianconeri non risenta della fatica una volta che ritornerà la Champions League.
(Alessandro Basile)