Avvertenza: questo non è un articolo sui biscotti. D’accordo che siamo entrati nel clima natalizio, che le luminarie adornano strade e vetrine e che la tentazione di infornare dolci o semplicemente starsene seduti davanti al camino a mangiarli è invitante; ma trattandosi di calcio quando si nominano i biscotti viene in mente, a pensare bene, al 2-2 con cui Svezia e Danimarca fecero fuori l’Italia dall’Europeo 2004. Ovvero, biscotto equivale a risultato che, stando bene a entrambe le squadre in campo, viene “silenziosamente” combinato per estrometterne una terza, che dallo stesso risultato dipende. Tradotto nei termini di questa sera: allo Shakhtar Donetsk basta un punto per essere primo nel gruppo E di Champions League, alla Juventus il pareggio è sufficiente per passare il turno. A farne le spese sarebbe il Chelsea di Rafa Benitez, campione in carica ma in crisi profonda anche prima che lo spagnolo sedesse in panchina e facesse precipitare la macchina Blues (due pareggi e una sconfitta). Non è importante che il Chelsea vinca 8-0 o 15-0 contro il Nordsjaelland: se alla Donbass Arena esce la X, Stamford Bridge piange comunque. Non ci mettiamo nei panni di Mircea Lucescu: il tecnico rumeno che tanto ammira il nostro Paese schiera i titolari (clicca qui per le probabili formazioni di Shakhtar Donetsk-Juventus), lui vuole vincere e lo capiamo. Ha dominato il girone, battuto il Chelsea e imposto il pareggio casalingo alla Juventus; ci sta che completi l’opera. Vista dalla parte della Juventus, i bianconeri sono al bivio: meglio il pareggio e il secondo posto, o la vittoria e la testa del girone? Seconda avvertenza: il discorso non verte sui due feriti che sono meglio del morto (citazione da Gigi Buffon), nè sul calcioscommesse che tanto ci ha fatto vergognare. Del resto, i biscotti sono accordi “di corridoio”, non certo sanciti da valigette o scommesse zingaresche. Anche così, però, sgombriamo il campo: stiamo parlando di un puro fatto che riguarda i sorteggi del prossimo 20 dicembre. La Juventus rischia di più arrivando prima o seconda? Detto che – ad esempio – se il risultato fosse di 1-1 all’80’ non vedremmo i bianconeri correre in avanti con il sangue agli occhi alla ricerca del 2-1, c’è un motivo ben preciso per puntare direttamente all’incrocio con le seconde degli altri gironi, che non è necessariamente il fatto che i tre punti consentono un incasso economico più elevato (particolare comunque da non trascurare). Intanto, a livello di mentalità: una Juventus che andasse in campo con l’idea fissa del pareggio rischierebbe nettamente più che se non si riversasse con dieci uomini nella metacampo ucraina e tenesse la linea di difesa all’altezza del centrocampo. Questione di cromosomi e atteggiamento: se sei abituato a giocare per vincere e ti esprimi al meglio attaccando, impostare una gara difensiva di punto in bianco può non risultare semplice. In secondo luogo, basta dare un’occhiata al tabellone e ragionare. Al momento sono certe del primo posto sei squadre: Paris Saint Germain, Schalke 04, Malaga, Borussia Dortmund, Barcellona e Manchester United. Di queste, due sono più abbordabili delle altre: Schalke 04 e Malaga. I catalani sono ingiocabili a prescindere, anche se il gioco di Antonio Conte ha dei punti che può ricordare quello degli Illegali (già questo nomignolo dice tante cose) e anche se la giornata storta capita a chiunque. Il Borussia Dortmund è una super squadra, allenata da un signore (Jurgen Klopp) che ricorda tantissimo il salentino pronto al rientro in campo e disposta in campo con un 4-2-3-1 che attacca, aggredisce e ti fa sparire il pallone da sotto il naso, con in attacco quel Lewandowski che per la Juventus sarebbe perfetto. Poi c’è il Paris Saint Germain: forse non pronto per alzare la Champions League, ma se hai in squadra Thiago Silva, Ibrahimovic, Lavezzi e Pastore, vai temuto a prescindere. Il Manchester United poi la Juventus lo ha battuto più di una volta, ma più di una volta ci ha anche preso delle scoppole mica da ridere (semifinale di Champions League 1999, 2-3 casalingo dopo che al decimo minuto era 2-0, doppia sconfitta nella seconda fase del 2002). Dunque, meglio non affrontare il problema secondo la filosofia “Speriamo di pescare le due più facili”, anche perchè se andiamo a guardare scopriamo che lo Schalke ha fatto le semifinali due anni fa e che il Malaga non è propriamente una squadra materasso. Per un quadro più completo della situazione, però, va detto che dall’unico altro gruppo in bilico è molto probabile che sia il Bayern Monaco a uscire vincitore, e bisogna gettare uno sguardo alle seconde. Porto, Arsenal, Real Madrid, non il Milan perchè i derby sono vietati fino ai quarti di finale;



Molto probabilmente il Valencia, e una tra Celtic e Benfica e Cluj e Galatasaray. Una gran bella differenza. D’accordo, c’è il Real Madrid: ma è l’unica grande che in un doppio confronto partirebbe favorita contro la Juventus. L’Arsenal non è più quello che nei quarti di finale del 2006 eliminò senza appelli lo squadrone di Capello e poi volò in finale, il Porto è stato grande solo con Mourinho, delle altre bastano nomi e blasoni pur se, ovviamente, ognuna di loro nasconde un’insida. Le Merengues? La Juventus le ha incrociate sei volte dal 2003 a oggi: quattro vittorie e due sconfitte per i bianconeri, due passaggi di turno a eliminazione diretta, una partita da videoteca il 14 maggio del 2003 (semifinale di ritorno, 3-1) e un “ratto” del Bernabeu nel 2008 (2-1) con tanto di standing ovation del pubblico madridista a indirizzo di Alessandro Del Piero. Tempi diversi? Forse; ma in quella squadra giocavano comunque personaggi come Sneijder, Robben, Raul, Sergio Ramos, Fabio Cannavaro, e quella Juventus non era forte come questa pur potendosi permettere Nedved eTrezeguet oltre al capitano. Insomma, anche volendo dimenticare i precedenti storici, non c’è dubbio che ai campioni d’Italia convenga molto di più chiudere al primo posto del girone (sarebbe anche un segnale di forza dopo un avvio da tre pareggi consecutivi) e sperare che il sorteggio non la metta di fronte a Mourinho. Dovesse andare così, i quarti di finale sarebbero più di una possibilità per Conte e i suoi. Il quale Conte, immaginiamo, non sarà andato troppo lontano da un discorso di questo genere ai suoi ragazzi, lui che si presentò infuriato alla stampa dopo aver perso una partita ininfluente con il Siena (era già certo della promozione in serie A). Il resto spetta ai giocatori in campo: vietato pensare alla punizione di Beckmann o alla traversa di Quagliarella a Stamford Bridge.



 

(Claudio Franceschini)

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