La Juventus è prima in classifica. Ha conquistato il platonico titolo di campione d’inverno dopo sei lunghi anni, esprime un gioco aggressivo e votato all’attacco, ha la migliore difesa del campionato. Il mercato invernale dei bianconeri, va da sè, non richiedeva grossi colpi; quelli, semmai, arriveranno a giugno. Gli obiettivi di Conte e Marotta erano pochi ma mirati: una prima punta in grado di giocare di sponda e far salire la squadra, il classico attaccante che faccia reparto da solo; un difensore duttile per quella mezza idea mai sopita di utilizzare stabilmente la difesa a tre; un centrocampista in grado di far rifiatare Pirlo, Marchisio e Vidal e di infoltire il reparto che più degli altri è nevralgico per il gioco della Juventus; ma soprattutto, le operazioni più importanti erano in uscita. Troppi i giocatori non utilizzati da Conte, troppi i potenziali scontenti: a Marotta era stato chiesto soprattutto di sistemare cessioni e prestiti. Detto fatto. Il direttore sportivo si è messo all’opera e nell’ordine ha piazzato: Pazienza, acquisto estivo ma visto pochissimo dall’allenatore, all’Udinese; Motta, laterale titolare della scorsa stagione e dimenticato quest’anno, in Spagna; e poi i tre attaccanti “epurati”, con Iaquinta andato al Cesena l’ultimo giorno di mercato e Amauri e Toni già partiti da giorni, destinazione Firenze e gli Emirati Arabi. Ora la rosa è più corta ma a Conte va bene così: il tecnico salentino non ama il turnover, non ha le coppe e sa bene quali possano essere i rischi del turnover massiccio: anche un paio di punti persi per automatismi non trovati possono fare la differenza. Passando alle entrate, acquisito da tempo Borriello per l’attacco, gli obiettivi reali erano due, da subito: il cavallo di ritorno Caceres, due stagioni fa non riscattato dal Siviglia, e Nainggolan, centrocampista di qualità e quantità esploso a Cagliari. Per il primo la trattativa è stata lunga, lunghissima: alla fine è stato strappato il prestito con diritto di riscatto e questo acquisto consegna a Conte il rinforzo arretrato di cui aveva bisogno: l’uruguayano può gocare come esterno ma anche come centrale, soprattutto in una difesa a tre che la Juventus ha utilizzato in qualche occasione. Caceres dovrebbe, secondo i piani, essere il titolare al fianco di Barzagli, relegando il mai troppo convincente Bonucci che comunque resta assolutamente nel progetto. Per Nainggolan non c’è stato niente da fare. Almeno per ora, perchè se ne riparlerà certamente a giugno. A quel punto Conte ha chiesto e ottenuto uno dei suoi pupilli, quel Padoin che ha avuto nella sua breve esperienza all’Atalanta. Centrocampista duttile ed efficiente, certo non scalzerà nessuno dei tre intoccabili dalla mediana ma può essere un bel rinforzo per quando le fatiche si faranno sentire. Padoin arriva a titolo definitivo e ha firmato un quinquennale; chiara l’intenzione di integrarlo anche nel lungo periodo. Interessante il fatto che la Juventus abbia rifiutato la richiesta di Pierpaolo Marino di inserire Marrone nella trattativa: il giovane del vivaio non si tocca, e quindi continua la politica di investire sulle giovanili.



E sui giovani in generale: ieri i bianconeri hanno concluso un’operazione forse minore a oggi, ma interessante in prospettiva: è sbarcato a Torino Ouasim Bouy, diciannovenne dell’Ajax di cui si dice un gran bene. Garantisce il suo procuratore, un certo Mino Raiola. Un mercato sicuramente positivo per Marotta: la Juventus non cambia troppo, ma del resto non ne aveva bisogno; certo però Caceres, anche a livello economico, è un’ottima operazione, e vedremo se Padoin potrà essere decisivo sin da subito. Per giugno, poi ci sarà tempo.  (Claudio Franceschini)

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