Sabato sera c’è la partita dell’anno. Milan-Juventus può valere lo scudetto, forse non sarà decisiva perchè arriva troppo presto ma oltre ai tre punti può dare una spinta psicologica fondamentale a chi dovesse vincere (clicca qui per leggere l’analisi di Currò). Il Milan, complice anche la partita giocata in più, ci arriva da capolista, con un punto di vantaggio su una Juventus ancora imbattuta e che molti addetti ai lavori non vedevano a caccia del tricolore a questo punto della stagione. Chi è favorito a poco meno di una settimana? La Juventus ha ripreso la sua marcia dopo due pareggi consecutivi, ha ritrovato il gol e ha la miglior difesa del campionato: basterà? Certo è che in casa Juve si aspettava da tanto tempo una partita del genere. Per analizzare le possibilità dei bianconeri abbiamo intervistato Roberto Beccantini, ex giornalista per testate nazionali come La Stampa, Tuttosport, la Gazzetta dello Sport e il Guerin Sportivo. Ecco quello che ci ha raccontato nell’intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net: 



Beccantini, la Juventus arriva in forma a questa partita?

Abbastanza. E, soprattutto, a “targhe alterne”. Mi spiego meglio: Pirlo è in forma, la fase difensiva pure. Marchisio no, idem gli attaccanti, escluso Quagliarella. Insomma, ci sono degli alti e bassi fisiologici.

Psicologicamente, per la Juventus può essere un vantaggio aver vinto i primi due scontri diretti?



Credo di sì: dovrebbe accentuare l’autostima.

Può pesare il fatto di aver perso il primo posto anche provvisoriamente (gara da recuperare)?

E’ un dettaglio da non trascurare. Quel punto di differenza potrebbe pesare più della partita in meno, viste le difficoltà che di solito accompagnano la Juventus contro le medio-piccole.

E il fatto di non aver ancora perso può farsi sentire in certi momenti della partita? Sia come vantaggio che svantaggio…

L’imbattibilità, da quando le vittorie valgono tre punti, è un’arma a doppio taglio; non va presa alla lettera perchè rischia di portare lontano dal nocciolo del problema. La Juventus ha sempre cercato di vincere, ma dieci pareggi sono oggettivamente troppi.



Conte ha detto: “Il 3-5-2 è il modulo perfetto per questa squadra”. E’ d’accordo? Contro il Milan la superiorità a centrocampo può essere una chiave?

 Può essere una chiave, sì. Alla lavagna preferisco comunque l’atteggiamento, i concetti-guida. Il Milan ha giocatori migliori, la Juventus ha un gioco migliore. E non dimentichiamo le premesse estive: Milan favorito, Juve sesta, la mia griglia recitava così. Inoltre, è proprio con le grandi che la Juventus dà il meglio di sè. Il Milan, viceversa, spadroneggia con il cosiddetto ceto medio.

Il fatto di non avere un attaccante fisso e certo del posto può influire sulle prestazioni? Può essere una spiegazione dei pochi gol segnati in relazione alle tante occasioni create?

Al di là delle analisi, più o meno dotte, alla Juventus manca un Ibrahimovic, un Trezeguet:parlo di giocatotori che aveva. Con la manovra raffinata di Conte, un Ibra o un Trezeguet avrebbe garantito alla Juventus, a “questa” Juventus, almeno cinque-sei punti di margine. Gli attaccanti attualmente in rosa possono spaccare al massimo una partita, due partite, non un campionato.

Può essere uno svantaggio che molti nella rosa della Juventus non siano abituati a “spareggi” simili?

Magari qualcuno, in cuor suo, potrebbe sentirsi sazio del secondo posto, che vale la Champions League diretta. Nello stesso tempo, però, il campionato è stato così equilibrato e mediocre da offrire un’occasione irripetibile. La Juventus è fuori dell’Europa: un’onta lunga da sfruttare fino in fondo.

 

(Claudio Franceschini)