Il capitano ci è ricascato. E stavolta, in un modo ancor più esaltante. Come se non fossero bastati il gol al Milan che ha portato la Juventus in finale di Coppa Italia, come se il 2-0 contro l’Inter non avesse soddisfatto nessuno, ecco che Alessandro Del Piero ne combina un’altra. Minuto 82 di Juventus-Lazio, partita che non si sblocca, 1-1 e bianconeri che rischiano di rimanere dietro il Milan. Del Piero “ruba” una punizione a Pirlo, calcia sul palo non coperto dalla barriera, Marchetti va dall’altra parte: 2-1, la Juve vince e torna in testa. A fine partita, tutta la squadra, in blocco, corre da Del Piero, abbraccia il capitano, lo omaggia, lo ringrazia. Ecco la Juventus di oggi: la capolista del campionato, trascinata nel momento più difficile dal suo simbolo. Del Piero è la Juve, passata e presente: così dicono tutti. Il futuro, però, è quantomai nebuloso, o meglio: è deciso, ma nel modo sbagliato. E’ noto a chiunque ormai: Andrea Agnelli a inizio stagione ha dichiarato, probabilmente sbagliando il momento e il luogo, che questa per Alex sarà l’ultima stagione in bianconero. Apriti cielo: il popolo juventino è insorto: Del Piero non può lasciare la Juve, siamo matti? Il suo futuro è a Torino, è qui che deve chiudere, per poi sedersi dietro una scrivania il giorno dopo aver appeso le scarpette al chiodo. Eppure, sembra tutto deciso: al punto che anche Antonio Conte, uno che conosce bene il numero 10 per averlo avuto come compagno di squadra per 11 stagioni, quest’anno lo ha utilizzato con il contagocce: qualche minuto qua e là, mai da titolare se non in Coppa Italia, poi tanta panchina. Ma, quando la palla ha iniziato a scottare, e la classifica si è fatta interessante, Del Piero ha avuto il suo spazio. E ha ripagato tutti: due gol pesantissimi per sei punti che, chissà, saranno fondamentaii nella corsa allo scudetto. Fin qui, tutto bene. Solo che adesso, a maggior ragione, la “pressione” da parte del pubblico è aumentata: tutti chiedono che Del Piero rifirmi con la Juventus: mettere da parte una bandiera così sembra un sacrilegio. Vero, o no? Ragionevolmente, i motivi perchè Del Piero, come già fatto, possa e debba firmare un altro contratto in bianco, forse l’ultimo, ci sarebbero. Vediamoli insieme, allora, uno per ogni “faccia” di Alessandro Del Piero.
1. La bandiera: è quello che soprattutto non va giù ai tifosi: che Del Piero sia allontanato così, come un qualunque comprimario. Effettivamente, siamo d’accordo: dopo 19 stagioni in bianconero, oltre 200 gol, 700 presenze (toccate ieri sera), uno come Alex deve avere il diritto di decidere quando smettere. Purchè sia consapevole di non poter essere più un titolare, è giusto che debba essere così. Questo sarà anche un calcio che non sa più cosa siano le bandiere, un mondo frenetico fatto di petrodollari e calciatori che si trasferiscono senza troppo pensarci: ma Del Piero non è mai stato così, l’ha dimostrato, ed è giusto che la società lo ripaghi con la stessa moneta.
2. Il leader: Conte l’ha detto alla sua prima conferenza stampa da allenatore della Juventus, e lo ripete sempre: “Del Piero e Buffon sono i leader della squadra”. Ed è così: nella fantastica stagione in corso, i due veterani sono stati il collante di tutto il gruppo. Buffon ha giocato di più, Del Piero però è stato ed è il classico leader che, giocando o no, guida lo spogliatoio. Pensateci: se uno come lui, che ha 20 anni di carriera alle spalle e ha vinto tutto, accetta di scendere in B e poi fa tantissima panchina senza mai fiatare, dando poi l’anima quando entra in campo, cosa faranno i giovani? Semplice: tireranno fuori il 120% per non essere da meno. E’ chiaro che Del Piero non ci sarà sempre, ma finchè se la sente è giusto che possa occupare questo ruolo.
3. Lo specialista: Del Piero ha dimostrato di avere ancora gamba: chiamato in causa, ha sempre dato tutto, che fossero cinque minuti o venti. E, soprattutto, sono arrivati anche i gol, mai banali e sempre in momenti decisivi della stagione. Magari la Juventus non vincerà lo scudetto, ma Alex ha contribuito a portarla lassù. E c’è una cosa da dire: Del Piero non si è mai lamentato, mai. Ha sempre anteposto alla sua soddisfazione personale i risultati della squadra, o meglio: le due cose vanno di pari passo, sono sempre andate di pari passo. Se Del Piero è conscio del suo ruolo e lo accetta, se accetta di entrare a quindici-venti minuti dalla fine per cercare il gol della staffa o quello del pareggio, la cosa può funzionare ancora. E non ci sono notizie che qualcuno storca il naso, nè lui nè Antonio Conte.
4. Il jolly: l’anno prossimo la Juventus giocherà la Champions League. Il doppio impegno richiederà una rosa più lunga e affidabile, perchè ci sarà necessità di fare turnover. Ecco dove Del Piero può servire: può diventare un “turnista” (passateci il termine), uno che quando la partita scotta dice la sua. Ci saranno una cinquantina di partite da giocare: è ragionevole pensare, per esempio, che l’esperienza di Alex possa tornare utile per la Champions League, dove potrebbe fare il titolare nel primo turno, lasciando ai Vucinic e agli attaccanti che verranno gli impegni di campionato, molto più dispendiosi e ravvicinati. Guardate Raul: a 36 anni, fa ancora la differenza in Europa.
5. Il camaleonte: nella sua carriera, Del Piero ha ricoperto più ruoli: seconda punta, esterno nel tridente, trequartista, prima punta, addirittura esterno a centrocampo (in certe apparizioni in Nazionale). Insomma: si adatta a giocare in ogni posizione del campo. Potrebbe essere un quinto attaccante di lusso, che cambia l’assetto tattico della squadra a seconda di come venga impiegato. E’ chiaro che a 38 anni non possa avere lo scatto di una volta, quindi il suo raggio d’azione è limitato; non potrà fare l’esterno, ma da prima o seconda punta può giocare.
6. Il “tifoso”: della Juventus, Del Piero è il primo tifoso. L’ha sempre detto, non si è mai nascosto. Dopo 19 stagioni in bianconero, è inevitabile che sia così. Per la Juventus, Del Piero sarebbe disposto a firmare in bianco, come ha già fatto. Lo ha confermato anche Quagliarella: “Basta un cenno della società, e Del Piero firma”. Certo, su questo non c’è il minimo dubbio: la voglia di America, di Cina, di estero c’è, ma a bocce ferme, e se può scegliere, Del Piero sceglierebbe la Juventus. Se è un problema di cifre, quindi, si può benissimo trovare un accordo: il capitano difficilmente si farebbe srcupoli per un paio di milioni (possiamo sempre sbagliarci, per carità, ma Del Piero non è mai stato stupido, sa di avere 38 anni). E poi, siamo così convinti che 40 milioni per Leandro Damiao sarebbero meglio di un ingaggio annuale per Del Piero?
In conclusione: la realtà ci dice che il prossimo 9 novembre Alessandro Del Piero compirà 38 anni. La carta d’identità non mente, non lo fa mai; è ben evidente, come detto, che il capitano della Juventus non può più ambire ad essere al centro del progetto Juventus, nè ad avere una maglia da titolare. Quello a cui può ambire è il ruolo di leader dello spogliatoio: non c’è nemmeno bisogno di specificarlo, chiunque sia passato da Vinovo capisce al volo che Del Piero è la Juventus. Noi quindi ci accodiamo a tutti coloro che ne richiedono a gran voce la conferma: e sottoscriviamo un appello affinchè Alessandro Del Piero possa concludere la carriera alla Juventus quando lo riterrà giusto, con i suoi tempi, al di là di quanto verrà impiegato, cosa che giustissimamente compete all’allenatore, quindi oggi ad Antonio Conte. Perchè nel mondo degli sceicchi e degli stadi con i nomi degli sponsor, forse, le bandiere è giusto che continuino a sventolare. Finchè si può.
(Claudio Franceschini)