La Juventus batte 3-1 l’Atalanta nell’ultima giornata di campionato, ma la notizia non è questa. La notizia è che i bianconeri chiudono imbattuti, con 23 vittorie e 15 pareggi: è record per un campionato a 20 squadre, solo il Perugia nel 1978/1979 (a 16 squadre) e il Milan nel 1991/1992 (a 18) erano riuscite a non perdere mai nell’arco di un torneo. Inoltre, la Juventus centra un altro record: con la vittoria di oggi, la squadra di Antonio Conte mette in fila il 43esimo risultato utile tra tutte le manifestazioni, partendo dal 2-2 contro il Napoli dello scorso campionato. 26 vittorie e 17 pareggi, meglio delle 42 partite che il Milan di Capello riuscì a chiudere senza sconfitta. Oggi è la festa della Juventus, che alza il trofeo di campione d’Italia; ed è la festa di Alessandro Del Piero, che si prende 10 minuti di ovazione quando viene sostituito da Pepe, perchè questa è l’ultima partita del capitano in casa. L’ultima in assoluto arriverà il 20 maggio, nella finale di coppa Italia. L’Atalanta, dal canto suo, chiude il campionato a 46 punti, che sarebbero 52 senza la penalizzazione: un risultato altrettanto straordinario, considerato che nessuno avrebbe scommesso un Euro su questa formazione che invece ha disputato un torneo incredibile, con risultati eccezionali e tanti giocatori messi in mostra.
Raccontare la partita è difficile, perchè fin dall’ingresso in campo la Juventus viene accolta da un boato, e si prosegue con cori, inni, canti, applausi per Conte, per Del Piero, per Buffon, per tutti. La gara diventa un cameo all’interno di una festa che proseguirà poi con la cerimonia dell’assegnazione del trofeo e con il tour lungo le strade di Torino. Intanto, sul campo, Conte manda in campo qualche rincalzo perchè c’è una finale di Coppa Italia da giocare, e per dare una passerella anche a chi ha giocato di meno. C’è quindi Marrone, c’è Padoin, ma c’è anche Del Piero, alla sua ultima partita casalinga con la maglia della Juventus. L’Atalanta risponde con la formazione sostanzialmente titolare: Frezzolini sostituisce l’infortunato Consigli, ma poi Colantuno se la gioca con gli uomini migliori, con Denis davanti a Maxi Moralez, con la velocità di Schelotto a destra e i guizzi di Bonaventura a sinistra, con Carmona in mezzo al campo protetto da Cazzola. La partita inizia e appare evidente come la Juventus voglia far segnare del Piero: Padoin ha un’autostrada verso Frezzolini ma decide di scaricare in mezzo per il suo capitano, che si fa anticipare. L’unica a non essere d’accordo con questo copione è l’Atalanta, che parte con il piede sull’acceleratore e al 3′ minuto impegna seriamente Storari, che deve mandare in angolo un colpo di testa ravvicinato di Denis imbeccato da Schelotto. La Juventus pare frastornata dal rumore dello stadio e appagata, ma ci mette 10 minuti a sbloccare la partita, non prima però che Borriello abbia mandato a lato di niente un suggerimento di Del Piero: lo stesso attaccante ex Roma e Milan lavora un pallone in area, si defila a sinistra ma poi riesce a scaricare dietro per l’accorrente Marrone, che esplode il destro che piega le mani di Frezzolini: 1-0, e diciannovesimo giocatore stagionale che la Juventus manda in gol. Andati in vantaggio, i bianconeri cercano il bis, ma qui è bravissima l’Atalanta a non uscire mentalmente dalla partita e a continuare a pressare alto, a cercare comunque di pareggiarla, con Schelotto che corre tantissimo e un ispirato Carmona in mezzo al campo. Intanto, Del Piero ha preso una botta, e per due volte va verso la panchina di Conte e sembra abdicare: sarebbe una beffa colossale, che la sua avventura a Torino finisca dopo pochi minuti della partita della festa. Non sarà così: Quagliarella si scalda, ma il capitano di mille battaglie al 28′ fa venir giù lo stadio con un destro che si infila sul palo lontano, dopo un servizio di Giaccherini a chiudere un’azione avviata dallo stesso Del Piero. 2-0 e gol di Del Piero, la festa sembra completa, prova a rovinarla ancora una volta Denis che fa tutto benissimo ma una volta davanti a Storari alza troppo la mira. Il resto della gara è un continuo batti e ribatti a centrocapo, lo stadio in festa, l’Atalanta che ci prova, la Juventus che spreca con Borriello (fuori di poco) e Del Piero (parata di Frezzolini). Poi si va al riposo, dopo un minuto di recupero, tra boati di festa e l’attesa del secondo tempo e, così spera tutto lo stadio, altri gol. E in attesa, però, anche di salutare Alessandro Del Piero.
Nel secondo tempo la partita non esiste più. O meglio: sul campo, l’Atalanta prende in mano le redini del gioco e sfiora più volte il gol (palo di Bonaventura). La Juventus stacca visibilmente la spina al minuto 58: si alza il tabellone luminoso, il quarto uomo segnala il numero 10 in rosso (il 7 in verde, quello di Pepe). Si ferma il tempo: per dieci minuti, lo Juventus Stadium è un tripudio di cori e lacrime, mentre il capitano saluta tutti prima di uscire dal campo, poi saluta il pubblico, si gode tutto, viene chiamato sotto la curva e allora ci va, raccoglie sciarpe, alza le mani al cielo. In campo si gioca, ma non interessa a nessuno. Più o meno al 70′ l’interesse del pubblico torna sulla partita, che improvvisamente si riapre perchè Lichtsteiner devia nella propria porta un traversone basso di Bellini. Siamo all’83’. Conte medita di concedere una passerella anche a Manninger, l’unico a non aver mai giocato, ma a quel punto ci si mette la malasorte: Chiellini va giù in modo innaturale perdendo palla su un contrasto con Bonaventura, ed è costretto ad abbandonare la partita e probabilmente anche la finale di Coppa Italia. Manninger si risiede in panchina, entra Barzagli che dopo un paio di minuti diventa il ventesimo giocatore della rosa bianconera a segnare in questa stagione: rigore per fallo di Manfredini (ammonito) su Borriello, è il pubblico a chiamare a gran voce il nome dell’ex Wolsfburg che va sul dischetto e tira anche un gran penalty, all’incrocio dei pali dove Frezzolini non può arrivare. Finisce la partita, inizia la festa: Del Piero solleva la Coppa sei anni dopo quella di Bari, poi assegnata all’Inter, il pullman aspetta i giocatori per il corteo, la Juventus è campione d’Italia.
Marcatori: 10′ Marrone (J), 28′ Del Piero (J), 83′ aut. Lichtsteiner (A). 91′ rig. Barzagli (J)
Storari; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini (89′ Barzagli), Estigarribia (66′ Quagliarella); Padoin, Pirlo, Marrone; Giaccherini, Borriello, Del Piero (58′ Pepe). All. Conte
Frezzolini; Bellini, Lucchini, T. Manfredini, Peluso; Schelotto (52′ Minotti), Carmona, Cazzola (82′ Cigarini), Bonaventura; Max Moralez (52′ Gabbiadini); Denis. All. Colantuono
Arbitro: Gava
Ammoniti: T. Manfredini
Sempre attento, fin dal 3′ minuto quando alza un’incornata di Denis. Poi bravo nelle uscite, lo beffa solo Lichtsteiner.
Maldestro in occasione dell’autogol, spinge come al solito ma forse non si è ancora ripreso dalla botta di Trieste.
Ennesima buona prova di una stagione in crescendo, in cui si è tolto enormi soddisfazioni e si è dimostrato un ottimo difensore.
Il solito leone, che però si deve arrendere ad un guaio probabilmente muscolare. Un guaio: potrebbe saltare la finale di Coppa Italia.
( voto al rigore fantastico che tira e segna. Anche lui in gol in questa stagione)
Timido in un ruolo nel quale potrebbe spingere ma non lo fa, perchè Schelotto gli dà fastidio. Stagione comunque positiva, lo scudetto è anche suo.
In palla, uno dei più positivi della squadra. Dimostra di essersi calato nella realtà Juventus quando invece di segnare appoggia al centro per Del Piero.
Un lancio fantastico per Lichtsteiner nel primo tempo, poi cala leggermente. La sua grande stagione l’ha già fatta.
Un gran gol in apertura, poi non combina chissà cosa, ma la partita è ampiamente finita quando Del Piero lascia il campo. Mette la sua impronta sullo scudetto.
Si vede che ha voglia, ma la vede pochino e sbaglia anche cose semplici. Pazienza: si è guadagnato comunque il tricolore.
Si sbatte tantissimo, ma manda fuori due ottime occasioni. Bravo e astuto a prendersi il rigore, ma niente di più. E adesso, sarà riscattato?
Alla carriera. 10 come il numero di maglia, come i minuti di ovazione che lo stadio, tra le lacrime, gli riserva. Un campione vero, che segna nel giorno del suo addio. Ci mancherà, eccome.
( già non è facile entrare per Del Piero proprio oggi, in più della partita da lì in poi non interessa più a nessuno: si adegua)
All. CONTE 8: corona la sua stagione con una vittoria. Chiude con lo scudetto al primo anno, da imbattuto: un capolavoro.
Si esalta su un paio di conclusioni, dicendo di no a Del Piero e Borriello. Poi, ordinaria amministrazione e incolpevole sui gol.
Gran bella prova, contro Estigarribia che fatica a contenerlo. Suo il cross che inganna Lichtsteiner e riapre minimamente la partita.
Fa quel che può, si capisce presto che la Juventus non ha la fame dei giorni migllori e si adegua al ritmo della gara.
Ingenuo nel farsi pescare a trattenere Borriello, che non fa nulla per restare in piedi. Macchia così una prova tutto sommato attenta.
Lo vogliono le grandi, la Juventus in particolare. A buona ragione: spinge per tutta la partita e non dà fiato a Giaccherini.
All’inizio è una furia, mette subito sulla testa di Denis un pallone d’oro. Per tutto il primo tempo si gioca dalla sua parte, poi viene sostituito. Un gran campionato.
( entra a partita decisa, ci mette quello che ha ma dovremo aspettare per giudicarlo al meglio)
Prova di autorità in mezzo al campo, dove dimostra a Pirlo che anche lui può lavorare di fioretto e risultare altrettanto efficace.
Ha avuto poco spazio da quando è arrivato a gennaio, ma le sue soddisfazioni se le è sempre tolte, come oggi.
()
Sentiremo ancora parlare di lui. A un certo punto non giocava più, bravo è stato Colantuono a ripescarlo dal mazzo e concedergli una fiducia ampiamente ripagata.
Oggi non si è visto mai, ma sul grande campionato dell’Atalanta c’è anche e soprattutto la sua firma.
Saranno altre le sue occasioni: ci prova, ma in un clima del genere non è per niente facile)
Si sbatte, cerca il tiro, sfiora il gol per due volte: gli va male, ma quest’anno è stato strepitoso, contro la miglior difesa del campionato ha sofferto anche lui.
All. COLANTUONO 7.5: nonostante qualche calo, la sua Atalanta si è salvata con abbondante anticipo e senza i sei punti in meno avrebbe giocato per l’Europa League. Chapeau.
(Claudio Franceschini)