Nella conferenza stampa antecedente l’importante sfida di campionato tra Juventus e Lecce, Antonio Conte s è lasciato andare ad un paragone. Il tecnico juventino ha accostato la propria formazione, se vogliamo vera rivelazione del torneo di quest’anno, al Verona dei miracoli di Osvaldo Bagnoli, che nella stagione 1984-85 conquistò uno storico scudetto. L’accostamento ha aperto un bel dibattito: è possibile paragonare l’impresa di una squadra come il Verona a quella della Juventus dei giorni nostri? Per provare a rispondere ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Osvaldo Bagnoli, l’allenatore che portò gli scaligeri al primo e sinora unico tricolore della loro storia. Ecco cosa ne pensa il mister:



Mister Bagnoli, cosa ne pensa del paragone proposto da Antonio Conte?

Deve averlo detto riferendosi al fatto che da qualche anno, la Juventus non è tra le favorite. Però la storia di questa Juventus è molto diversa da quella del mio Verona.

Ma secondo lei è un confronto che può stare in piedi?

Se vuol dire che la Juventus sta vincendo sulla volontà, sulla corsa e sul temperamento prima che  sulla tecnica, io non sono tanto d’accordo.



Perchè?

Perchè penso che quel Verona non era solo corsa, ma ha vinto perchè ha giocato a calcio meglio degli altri.

A livello tecnico può esserci qualche punto di contatto tra Verona 1985 e Juventus 2012?

Faccio fatica a dirlo, anche perchè adesso seguo il calcio con occhi diversi.

In che senso?

Lo guardo nel week-end, seguendo le squadre che ho allenato, o gli allenatori che conosco, tipo Reja che ha giocato con me. Ma non guardo più le partite come le guardavo una volta.

Quindi oggi cosa è il calcio per lei?

Adesso è solo un passatempo. Certo, son sicuro che ne capisco qualcosa e mi diverte, del resto è stata la mia vita. Però non lo guardo come una volta



Tornando al paragone di Conte: perchè secondo lei ha voluto dire una cosa del genere?

E’ una dichiarazione che va interpretata in vari modi. Forse l’ha detto perchè la Juventus è stata un paio d’anni fuori dal giro, ma non è nemmeno la prima volta che gli succede. Il punto di discrimine è un altro.

Quale?

Che la mira della società Juventus è quella di esser sempre tra le prime, così come quella dell’Inter e del Milan. C’è poco da fare: lo dice la storia.

Però è innegabile che la Juventus stia facendo cose grandi…

Che Conte voglia dar merito alla sua squadra di aver vinto con la volontà, col sacrificio o quant’altro ci sta. Ma dico che il Verona non vinse lo Scudetto solo con quello. 

Ma come ha reagito a sentire richiamare in causa la sua impresa?

Mi suona bene che Conte abbia detto questo, non la prendo come una critica, tutt’altro. La prendo sempre come una cosa bella, però… 

Però?

La frase non la accetto per la Juventus, perchè è una squadra che prima o dopo ci arriva allo Scudetto, c’è poco da fare: lo dicono 100 anni di storia. Poi ci possono stare gli anni del Genoa, della Lazio, del Napoli, ma restano exploit.

Cosa le piace di questa Juventus?

Quest’anno la Juve sta vincendo perchè sta giocando un buon calcio, ma non solo. C’è voglia di vincere, c’è il temperamento dei giocatori, e anche quello che ha trasmesso anche l’allenatore, perchè è innegabile. Poi, può essere che Conte abbia citato il Verona per stimolare i giocatori, ma sono due storie diverse.

A proposito del suo Verona: qual è stato, se c’è stato, il momento in cui ha pensato “Ragazzi, qui si fa il colpo gobbo?

Questo posso dirlo: l’ultimo dell’anno, i giocatori si trovarono in montagna a Tavalese, dove andavamo in ritiro, con le mogli a festeggiare il capodanno. Allora un giocatore, nel brindisi della mezzanotte, disse: ragazzi, quest’anno possiamo fare cose grandi. E uscì per la parola scudetto.

Chi fu quel giocatore?

Non posso fare il nome, però una cosa posso aggiungerla.

Quale?

Che già ci si pensava, perchè quell’anno andammo in testa “involontariamente” alla prima partita, e poi vi rimanemmo fino alla fine dell’anno. Io, alla prima del girone di ritorno, dissi negli spogliatoi più o meno le stesse cose del brindisi, però aggiunsi: non diciamo niente a nessuno, teniamo nello spogliatoio questa convinzione.

Come rilegge quell’impresa, a quasi trent’anni di distanza?

Diciamo come parte di una specie di ‘ciclo’, partito il primo anno che sono arrivato.

Quello della promozione in A?

Esattamente. Vincemmo il campionato di B, poi siamo arrivati quarti in A, e poi sesti; e poi è arrivato lo scudetto.

Considerando la parentesi in Serie B, quello della Juventus può essere un ‘ciclo’ paragonabile?

No perchè la Juventus tutti gli anni parte con i favori dello scudetto. Da quando è risalita i programmi sono sempre quelli, non contemplano un percorso come quello che fu il nostro. Al massimo possono esserci piccoli cicli negativi, ma di 2-3 anni massimo. Non c’è da meravigliarsi se la Juventus vincerà lo scudetto. 

 

(Carlo Necchi)