Gigi Buffon ha sicuramente un pregio: parla chiaro e dice quello che pensa. Un fatto non banale in un mondo del calcio spesso riempito di dichiarazioni banali e che non dicano niente. Peccato che la sua sincerità faccia spesso discutere. Di nuovo è successo con le sue ultime frasi sul calcioscommesse: “Chi conosce il calcio e lo vive giorno dopo giorno sa cosa succede. In alcuni casi si dice meglio due feriti che un morto”. Parla così il capitano della Nazionale – e probabilmente ormai anche della Juventus, visto l’addio di Del Piero – intervistato da Sky, che gli chiede ovviamente del presunto coinvolgimento dell’allenatore bianconero Antonio Conte, quanto ancora allenava il Siena. Buffon difende Conte: “Non ho paura che ce lo portino via perché lo conosco, conosco il calcio e perché ho sentito che molti giocatori del Siena hanno dato una versione completamente diversa da quelle accusatorie”. Fin qua niente di strano. Il problema arriva quando il discorso si allarga e si finisce a parlare di come funzionano le partite di fine stagione, quando magari un pareggio fa comodo ad entrambe le squadre per evitare guai alla squadra che dovesse perdere: due feriti invece di un morto, appunto. “Sono affari loro. È chiaro che le partite sono fatte per essere vinte e sarà sempre così. Però, ogni tanto, se qualcuno fa qualche conto è giustificato”. Ora, che una squadra faccia dei conti e che se gli va bene il pareggio non cerchi di vincere a tutti i costi, questa è una cosa perfettamente normale pur se discutibile (ci sarà sempre una squadra danneggiata dal pareggio che va bene ad entrambe, vedi ad esempio Danimarca-Svezia agli Europei 2004), e in effetti Buffon non fa altro che constatare un dato di fatto. Ma il punto è che qui non si parla di partite in cui le squadre si accontentano semplicemente di pareggiare perché gli va bene così. Si parla di partite che – stando a quanto sta emergendo – venivano comprate o vendute, con risultati dunque falsati e classifiche stravolte, con coinvolgimenti di ultrà e anche della criminalità internazionale. Un commento di questo tipo da parte del capitano della Nazionale sicuramente poteva essere evitato, anche perché Buffon purtroppo da questo punto di vista non è irreprensibile: è noto infatti il suo vizio di scommettere, che ha portato molti anche a fare battute maligne sul suo errore contro il Lecce.
Nell’intervista si è parlato poi di nuovo del famoso gol di Muntari, e Buffon ha ancora ribadito di non essersi accorto che la palla fosse entrata, e del numero di scudetti della Juventus, sui quali Buffon accetta le sentenze anche se personalmente sente di averne vinti cinque e non tre. Temi scottanti, ma che oggi passano in secondo piano.
(Mauro Mantegazza)