Le società italiane si apprestano a iniziare le manovre di calciomercato. Ogni squadra cercherà di trovare i giocatori giusti per rinforzare la rosa in maniera adeguata. Ma la Serie A piange lacrime amare non solo per l’ennesimo scandalo sul Calcioscommesse ma anche e soprattutto per i bilanci in rosso che stonano con la riforma del fair play finanziario pensata da Michel Platini, presidente dell’Uefa, che vuole il bilancio tra costi e ricavi. Un’utopia sembrerebbe per il calcio italiano visto che i bilanci delle nostre società non sono buoni. L’ultimo bilancio 2010/2011 ha visto anche la Juventus con un forte bilancio, il più grande della storia del club con quasi 96 milioni di euro di perdite. Seguono a ruota Inter e Milan. Difficile prevedere come andrà a finire la situazione, ma oggi il Sole 24 ore ha stilato una classifica in base ai punti guadagnati e ai costi di bilancio dichiarati dalle società. Una classifica che ha visto il Chievo primo assieme a Catania e Bologna. Ultimi tre posti per Inter, Milan e Roma che retrocederebbero, mentre la Juventus Campione d’Italia è quart’ultima. Ma ciò che preoccupa è il bilancio in rosso dell’intera Serie A che ha ben 648 milioni di euro di passivo. Di questo e di altro ne abbiamo parlato in esclusiva a Ilsussidiario.net, con il direttore di Sporteconomy Marcel Vulpis, che ci ha mostrato il quadro della situazione.
Le perdite dei club di Serie A ammontano a 648 milioni di euro per quanto riguarda i bilanci 2010-2011. Una voragine profonda…
E per fortuna che ci sono le plusvalenze che derivando dalla cessione di un giocatore a un prezzo più alto rispetto a quello acquistato. Grazie alle plusvalenze le perdite sono contenute.
Nella speciale classifica stilata da Il Sole 24 ore in base ai costi sostenuti e ai punti raccolti, il Chievo sarebbe primo e Juventus, Milan e Inter stazionerebbero in bassa classifica. Che significa?
Significa che per vincere occorre spendere tanto, più del dovuto. E questo non va bene perchè poi i bilanci presentano un rosso profondo. Solo il Napoli delle grandi società ha presentato un bilancio in positivo nell’ultimo anno.
La parola programmazione serve a ben poco?
La classifica mostra il Chievo al primo posto e ha speso pochissimo rispetto alle grandi squadre, i clivensi però non hanno vinto nulla. Le altre squadre presenti nei primi posti di questa classifica appartengono alla medio-bassa classifica. Da sempre è così, per vincere bisogna spendere.
Squadre italiane in deficit eppure ci sono stipendi da urlo come quello di Ibrahimovic che prende 12 milioni di euro a stagione…
I soldi ci sono per i grandi calciatori, il problema è che le società spesso spendono di ingaggi una buona parte dei ricavi. Questo non va bene. Basti pensare alla Roma, gli ingaggi di De Rossi e Totti arrivano a prendere quasi l’8% dei ricavi del club giallorosso.
La Juventus ha avuto vantaggi dal nuovo stadio per quanto riguarda il campo. Sul bilancio otterrà qualcosa?
E’ difficile prevedere questo tipo di vantaggi. Molto dipenderà dal prossimo bilancio. Di certo si può dire che i biglietti venduti sono aumentati del doppio, si è passati da 446 mila biglietti della scorsa stagione agli oltre 863 mila.
Eppure qualcuno lamenta la posizione logistica dello stadio fuori Torino. Diverso dagli stadi inglesi locati nei quartieri di Londra…
Secondo me il problema è che lo stadio è piccolo e può ospitare pochi spettatori. Lo avrei fatto più capiente anche per un discorso legato alla Champions League. Ora la Juventus dovrà attivarsi in un altro campo.
Quale?
Quello commerciale dove Milan e Inter sono molto più avanti.
Perchè le altre società italiane non hanno seguito l’esempio della Juventus con lo stadio di proprietà?
Aspettano la legge sugli stadi di proprietà che sbloccherebbe alcune operazioni. Ma al momento è sul tavolo della commissione cultura della Camera dei Deputati.