Se pensate che la papera di Gigi Buffon all’86’ minuto di Juventus-Lecce sia avvenuta per una sorta di maledizione, o per un segno del destino che ha reso chiaro come la Juventus non vincerà questo scudetto per quanto ci stia provando e per quello che ha fatto vedere in stagione, vuol dire che non siete mai stati a Wrigleyville. Trattasi di un quartiere a Nord di Chicago, nel quale sorge il Wrigley Field, casa dei Chicago Cubs di baseball. La storia racconta che nel 1945 un certo Mr. Sianis, Mr. Billy Goat, si presentò ai cancelli dello stadio in compagnia di una… capra (in inglese, capra si dice goat). L’uomo fu fermato dalla sicurezza, che gli intimò “Molla la capra o non entri”. Lui, naturalmente, rinunciò: era proprietario di una taverna a Chicago, era un uomo conosciuto, non voleva subire una simile umiliazione. Niente da fare: Sianis non fu ammesso alla partita (naturalmente, la capra nemmeno). Allora, colto da non si sa quale ispirazione, lanciò un anatema: “Mai più questo stadio ospiterà una partita delle World Series!”. Le World Series sono le finali del campionato nazionale di baseball, uno degli eventi più importanti nel mondo dello sport. Sono passati 67 anni: i Cubs non hanno mai più raggiunto l’obiettivo. Un caso? Sentite qui: nel 2003, i Chicago Cubs si giocano l’accesso alle World Series contro i Florida Marlins. Tutto sta andando bene: la squadra è avanti 3-0, il pubblico è in festa… quand’ecco che Steve Bartman, uno spettatore seduto in prima fila, decide di afferrare una palla battuta da un giocatore dei Marlins, che stava per finire nel guantone di Moises Alou dei Cubs, per una comoda eliminazione del battitore. L’arbitro, non potendo fare altro, assegna il punto. I Cubs, inchiodati dall’incredulità, subiscono 8 runs in fila, e perdono partita e serie. Bartman, ovviamente, viene condotto fuori dallo stadio prima che il pubblico si faccia giustizia da solo. In seguito, si saprà che è stato costretto a cambiare identità. Tempo fa, parlando dell’episodio con un’amica che vive a Chicago (ma a Sud, “patria” dei White Sox), le dicevo che secondo me quell’uomo avrebbe dovuto seppellirsi dalla vergogna. Lei mi ha risposto in questo testuale modo:
“Non è stata colpa di Bartman. E’ stata la capra”. Già, la capra. I Cubs non vincono il titolo dal 1908 (provate a pensare a quanto tempo è) e, forse non andrebbe nemmeno scritto, alle World Series non ci sono mai più andati. I tifosi inizialmente l’hanno presa con degna filosofia; poi, dopo l’episodio del 2003, le frasi di circostanza sono andate a farsi benedire. E non è nemmeno il caso di scomodare Babe Ruth e quell’operazione di mercato che lo portò dai Boston Red Sox agli odiati rivali dei New York Yankees: i Red Sox ci hanno messo 86 anni a spezzare la “Maledizione del Bambino”. Rispetto ai Cubs, dei dilettanti. Ve ne renderete conto da soli: di fronte a realtà simili, come dovremmo giudicare lo stop sbagliato da Buffon? Esatto: un errore tecnico, come decine di altri all’interno di una partita di calcio. E’ successo a cinque minuti dalla fine, sull’1-0, in una partita decisiva: e allora? Parlatene con la gente di Wrigleyville. Vi diranno che essere in testa al campionato con due partite da giocare è un privilegio. E hanno ragione. Lasciamo da parte il fato greco, scordiamoci le capre, che allo Juventus Stadium non si sono viste: la Juventus è padrona del proprio destino. Se vincerà, applausi, complimenti e scudetto. Se perderà, solo i primi due. Senza alcuno Steve Bartman, che a quanto ci risulta non si è trasferito a Torino.
(Claudio Franceschini)