E se, alla fine di tutto, fosse Gaston Ramirez il nome che la Juventus sta cercando? Giovane (21 anni), di grande qualità, avvezzo al calcio italiano: cosa volere di più? I bianconeri, a dirla tutta, di Ramirez si erano già infatuati la scorsa stagione, quando il trequartista aveva meno spzio a Bologna (allora Gimenez sembrava essere un fenomeno), e avevano fatto un timido tentativo: poi non se ne era fatto nulla, le scelte di Marotta e Conte erano caduti su altri calciatori: c’era da sistemare il centrocampo, “orfano” di Felipe Melo e Aquilani, c’era un modulo nuovo al quale fare fronte. Come seconda punta imprevedibile e qualitativa fu scelto Mirko Vucinic, che forse non è stato un mostro di costanza e non ha segnato tantissimo (8 gol in campionato, 9 in stagione) ma il suo l’ha fatto; Ramirez è rimasto in Emilia, e forse è stato un bene: sotto la guida di Stefano Pioli, il talento uruguayano è cresciuto esponenzialmente, fino a diventare un punto fermo della formazione rossoblu. Sulla stessa linea di Diamanti, dietro la punta Di Vaio, Ramirez ha contribuito con grandi prestazioni e 7 gol al fantastico campionato del Bologna, che attualmente si trova al nono posto in classifica con 48 punti, ampiamente salvo e quasi con ambizioni europee, se non fosse che le squadre davanti sono ormai troppo distanti. La Juventus ci pensa, fa due calcoli, sfoglia la margherita: Robben è sfumato, ieri ha rinnovato il contratto che lo lega al Bayern Monaco per altre due stagioni. Van Persie è il top player in cima alla lista, ma ricopre un ruolo diverso rispetto al talento sudamericano: parliamo di una prima punta, quello cioè che dovrebbe fare i 20 gol a campionato, che concretizzi tutte le occasioni che i bianconeri creano (e abbiamo visto che sono tante, così tante che i 63 gol realizzati nelle 36 giornate di campionato appaiono pochini, a conti fatti). Ramirez sarebbe il trequartista, la seconda punta, un uomo di raccordo: può crescere all’ombra di Vucinic, cominciando a dare quella qualità che oggi la Juventus ha avuto dalle geometrie di Andrea Pirlo e a sprazzi dallo stesso Vucinici. Oggi i bianconeri sono una formazione che fa dell’intensità e della forza fisica il suo punto di forza:
Corrono tanto, gli uomini di Conte, vanno a pressare appena persa palla, non si fermano mai, operano costantemente sulle fasce dove il movimento di Lichtsteiner e De Ceglie è inesauribile. Manca, forse, la scintilla, quel tocco in più, quell’imprevedibilità che ti consente di portare a casa partite difficili e bloccate. Quella che, in una parola, garantiva Alessandro Del Piero, che il 20 maggio lascerà la Juventus. E se fosse Ramirez, allora, a prenderne il posto in rosa? Chissà. Certo, il giocatore oggi sembra pronto a grandi palcoscenici. Anche la Champions League.