30 giugno. Questa è la data in cui scadono ufficialmente le stagioni calcistiche, e dunque anche la data in cui scadono i contratti tra una società e un calciatore. Di solito non ci si fa nemmeno caso, perché le stagioni agonistiche finiscono con parecchi giorni d’anticipo, di solito già a maggio (almeno per quanto riguarda i club). Ma ci sono dei casi particolari, che ti fanno pensare che questo è l’ultimo giorno di una grande storia: questo è sicuramente il caso di Alessandro Del Piero e la Juventus.



Oggi è l’ultimo giorno da dipendente della Juventus di Alessandro Del Piero: i contratti dei calciatori sono per eccellenza a tempo determinato, ma ce ne sono alcuni che sembrano poter durare per sempre. Invece non è così: prima o poi anche le leggende finiscono. Oggi dunque è il giorno del ricordo, il giorno in cui ripensare ad una storia lunghissima, iniziata quando sbarcò a Torino questo giovane talento prelevato dal Padova. Era il 1993: da allora 705 presenze ufficiali, condite da 290 gol segnati. Ma i numeri – pur impressionanti – sono davvero troppo poco, non riescono a rendere l’idea di una intera carriera costellata da momenti da ricordare, nel bene ma anche nel male (come nella vita di ciascuno di noi). Tanti scudetti, tante coppe, con la punta più alta probabilmente raggiunta nell’ormai lontano 1996, quando un gol di Alex a Tokyo consegnò ai bianconeri la Coppa Intercontinentale, ma anche in questa stagione, con lo scudetto che ha segnato il ritorno al successo post-Calciopoli. Già, Calciopoli e la serie B sono l’altra faccia della medaglia, come alcuni infortuni, specialmente quello del 1998 dal quale Del Piero sembrava non riprendersi mai, tanto che l’avvocato Agnelli affiancò al soprannome di “Pinturicchio” quello di “Godot”, il personaggio di Samuel Beckett che due persone aspettano sul palcoscenico ma non arriva mai. Alla fine invece Alex è tornato, ed è diventato Campione del Mondo pure con la Nazionale, a Germania 2006. Alex ha scritto una lettera sul suo sito per commemorare questo giorno speciale. Lettera nella quale ricorda la splendida festa dello scorso 13 maggio, ma anche la quotidianità degli allenamenti sempre allietata dai tifosi, e soprattutto sottolinea il suo amore per la Juventus. Amore tanto grande che lo spinge a ribadire ancora una volta che la maglia numero 10 non va ritirata, perchè i ragazzi devono continuare a sognare di indossarla. Sul suo futuro invece non scioglie il mistero, si limita a dire “Adesso comincia un’altra avventura”. Ma quella che si chiude è stata straordinaria. Tutta da ricordare.



 

Finisce qui, il mio contratto con la Juventus scade oggi. Non è una notizia, ma sapere che è “ufficiale” fa comunque effetto. Per me non è un momento triste, non c’è rimpianto né nostalgia. Non più. Perché in questi giorni ho avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nella mia ultima stagione in bianconero, poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che avrei potuto sognare.
Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e – per dirla tutta – anche qualche recente amarezza… oggi tutte queste immagini mi passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell’abbraccio meraviglioso della mia ultima partita a Torino. Quella è la fotografia che racchiude tutto, l’istantanea che voglio portare sempre con me, quella che dal 13 maggio mi si è stampata nel cuore. Incancellabile. Qualche tempo fa, prima di partire per le vacanze, ho svuotato il mio armadietto a Vinovo e, uscendo dal campo d’allenamento, mi sono fermato là dove per molti mesi mi avete aspettato voi per un una foto, un autografo, un saluto… sotto la neve, il gelo, la pioggia, il sole che picchia. Ma questa volta sono io a salutarvi e a ringraziarvi, come voi avete fatto con me. I giocatori passano, la Juventus rimane. Rimangono i miei compagni, ai quali auguro il meglio: tiferò sempre per loro. Rimanete soprattutto voi tifosi, che siete la Juventus. Rimane quella maglia che ho amato e amerò sempre, che ho desiderato e rispettato, senza alcuna deroga, senza sconti. 



(CONTINUA)

Sono felice che altri dopo di me possano indossarla, anche e soprattutto la “10” che da quando esistono i nomi sulle maglie bianconere, ha sempre portato il mio. Sono felice per chi la indosserà l’anno prossimo, sono felice che da qualche parte – in Italia e nel mondo – qualcuno sta sognando di indossarla. E sarei orgoglioso che volesse ripercorrere la mia storia, come io ho fatto con altri campioni, altri esempi, altre leggende. Da domani non sarò più un giocatore della Juventus, ma rimarrò per sempre uno di voi. Adesso comincia un’altra avventura. E io sono carico come 19 estati fa. Arrivederci, ragazzi. Grazie di tutto.