La questione terza stella sembra chiusa. Sembra, perchè di questa vicenda si è parlato in lungo e in largo, ognuno ha detto la sua e chiunque aveva versioni differenti. A fare chiarezza ci ha pensato Francesco Calvo, direttore commerciale della Juventus, intervenuto ai microfoni di Sky Sport 24. Ma ricapitoliamo. Il 6 maggio scorso, la Juventus vinceva a Cagliari 2-0 e, approfittando della contemporanea sconfitta del Milan nel derby, si aggiudicava la scudetto. Niente da dire sui meriti dei bianconeri, che hanno chiuso il campionato senza sconfitte, con il secondo attacco e la miglior difesa, con il gioco più spettacolare d’Italia. A questo punto, però, è iniziata la battaglia fuori dal campo: i tifosi, la società, i calciatori, hanno subito rivendicato, scandendolo a chiare lettere, la paternità del tricolore numero 30, tanti quanti sono quelli conquistati sul campo. Gli avversari, naturalmente, non erano d’accordo: c’è stata Calciopoli, hanno detto, la Juventus è stata privata di due titoli, giustamente o meno, perciò nell’albo d’oro quello del 2012 è semplicemente il 28esimo. Apriti cielo, mentre allo Juventus Stadium compariva lo stemma tricolore sormontato da tre stelle. Già, le stelle: materialmente, l’oggetto del contendere era proprio quello, perché Andrea Agnelli ha rimarcato come i bianconeri, nel 2012/2013, avrebbero giocato con tre stelle sul petto. La bagarre si è spostata in Lega Calcio: giusto o no? Cosa dice il regolamento? E’ vietato? Non può una società mettere sulla propria maglia ciò che ritiene più opportuno? Non è forse vero che anche quella della prima stella è stata una tradizione inaugurata dalla Juventus stessa? Un punto di incontro, naturalmente, non lo si è trovato; i giocatori interessati, così come gli ex juventini, hanno sempre sottolineato il fatto che la cosa importante sia quanti scudetti uno senta di aver vinto (e nessuno, tra i bianconeri, ha escluso dal conto i due revocati o diversamente assegnati), mentre da qualcuno arrivavano messaggi di apertura (come da Javier Zanetti: “Se vogliono mettere la terza stella lo facciano”). Oggi pare sia arrivata la decisione definitiva da parte della Juventus: la terza stella non ci sarà. Facile intuire che dietro questa decisione ci sia il timore di poter incorrere in sanzioni disciplinari (pur se lievi), che in questo momento sono l’ultima cosa desiderata dalla parti di corso Galileo Ferraris. Però…
C’è un però. Potevano i bianconeri rinunciare a esplicitare a tutta Italia (e non solo) quello che è il loro pensiero rispetto al terremoto che ha sconvolto il nostro campionato sei anni fa? Certo che no. E allora, ecco l’escamotage: la terza stella non ci sarà, ma sotto il logo della squadra comparirà una scritta che recita “30 sul campo”. Su questo, nessuno può obiettare: effettivamente, se guardiamo le classifiche non corrette dai giudici gli scudetti sono davvero 30. Si spera che questa decisione, che è un passo indietro della Juventus rispetto alle pressioni della Lega Calcio e delle altre squadre, chiuda definitivamente la discussione, a prescindere da chi avesse ragione.