Ma è la strategia difensiva giusta? Difficile dirlo, di certo la Juventus è caduta nella trappola di Palazzi. La richiesta di patteggiamento per Antonio Conte era vista come la soluzione più indolore, invece si è dimostrata un boomerang. Se nella prima fase delle indagini aveva colpito il clima non troppo agguerrito della disciplinare, oggi assistiamo a un cambio di marcia. Stranamente (così si potrebbe dire) succede quando l’imputato è eccellente e quando, guarda caso, di riflesso è coinvolta anche una società grande come la Juventus con la conseguente eco mediatica. Bene fa la Juve, con il suo presidente in testa, a prendere le difese dei suoi tesserati e, in particolare, del suo tecnico (persona nota per la sua voglia di vincere). La società, però, non può pensare di aspettare i tempi della giustizia sportiva e, quindi, deve prendere in queste ore alcune decisioni sofferte sul fronte del mercato (chiudere con Bocchetti per sostituire Bonucci) e della guida tecnica: tutti credono a Conte, ma il club non deve rischiare di rimanere senza allenatore. È giusto che Antonio venga lasciato tranquillo. La soluzione più logica è quella di affidare il gruppo subito a Marco Baroni con Conte come supervisore in attesa della sentenza: l’allenatore della Primavera ha bisogno di lavorare prima di essere gettato nella mischia fino a novembre (secondo la richiesta della Juve) in campo nazionale e internazionale. Poi le porte si possono e si devono riaprire per Conte e colleghi. C’è anche chi, più o meno giustamente, ha criticato la scelta di patteggiare, perché per molti equivale a un’esplicita ammissione di colpa. Improbabile, forse, anche discolparsi, perché le accuse sono forti: o crolla tutto il castello accusatorio di Carobbio o non si può evitare la squalifica. Nel nuovo filone di inchiesta entra, inoltre, anche il Bari dell’era Conte coinvolto da Vittorio Micolucci. Dall’esterno la sensazione è che davvero ci fosse un sistema collaudato in grado di contattare i giocatori (soprattutto delle squadre che nelle ultime gare non avevano più nulla da dire) per fare affari con le scommesse. Detto questo, la posizione di Conte per la sua integrità morale non viene messa in discussione nemmeno dagli addetti ai lavori. L’allenatore salentino può, purtroppo…
… essere utilizzato come capro espiatorio per punire – con un nome di primo livello – l’intero mondo del calcio. Conte non se lo meriterebbe, ma nemmeno la Juve che stava e sta costruendo una squadra di primo livello anche in campo europeo. Per evitare, comunque, le sorprese dell’ultima ora e per concedere tranquillità ai suoi giocatori, la Juventus deve voltare pagina e mettere in stand by il suo condottiero, che poi avrà tutto il diritto di rientrare con ancora più rabbia e determinazione.