Era una notizia nell’aria da diverso tempo, di fatto già annunciata dalla famosa conferenza stampa indetta a seguito della condanna: la Juventus ha presentato il ricorso al Tnas (Tribunale nazionale di arbitrato per lo sport) per la squalifica di dieci mesi comminata in secondo grado dalla Commissione Federale. Storia ormai arcinota, come lo stesso Conte ha ricordato: “Sono sette mesi che la mia faccia è sulle prime pagine dei giornali: sono diventato il simbolo del calcioscommesse”. Il nome dell’allenatore della Juventus era stato fatto da Filippo Carobbio, il super testimone – lui condannato ad appena 4 mesi per aver patteggiato, nonostante avesse alterato e venduto partite – per due diverse gare: Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena, entrambe risalenti al campionato di serie B 2010/2011, che la squadra toscana, con Conte in panchina, chiuse al secondo posto centrando la promozione diretta nella massima serie. L’accusa, quella di omessa denuncia: ovvero, sapere e non aver riferito. In primo grado, Conte è stato squalificato a dieci mesi; poi in appello, nonostante sia stato prosciolto per i fatti relativi alla partita di Novara (Carobbio, caduto in contraddizione, non è stato ritenuto attendibile per quell’episodio), il tecnico salentino si è vista confermata la sentenza, con sbigottimento suo, dei suoi legali e, diciamolo, anche di tutti gli sportivi, dato che non si capiscono almeno due cose: come un testimone possa essere ritenuto credibile per una parte delle sue accuse e non credibile per un’altra parte, e come sia possibile che una condanna dimezzata faccia scattare una pena identica a prima. Immediata era stata la reazione ufficiale di Antonio Conte, che il giorno successivo aveva convocato una conferenza stampa alla presenza anche di Angelo Alessio (suo secondo, con pena ridotta da 8 a 6 mesi) e i suoi legali, ovvero Luigi Chiappero, Antonio De Rensis e Giulia Bongiorno, entrata nello staff per il secondo grado del processo. L’allenatore, e gli stessi legali, hanno usato per l’occasione parole forti, parlando di “vergogna”, situazione “assurda”, dichiarazioni “aggiacchianti”; il patteggiamento, che era stato imposto a Conte in primo grado (rifiutato dalla Commissione Disciplinare), è stato definito “ricatto” e “miele per falsi pentiti”. I legali, poi, hanno fatto sapere, allora solo a parole, che avrebbero presentato ricorso, e che la loro strategia avrebbe puntato al proscioglimento totale dalle accuse, non solo a una riduzione della pena. Ricordiamo che Conte, che stante la squalifica sarebbe “fuori” fino al prossimo 8 giugno, può tranquillamente allenare la squadra durante la settimana e sedersi in tribuna;
Quello che gli è proibito è ovviamente di sedersi in panchina e di prendere parte alle interviste nella “pancia” degli stadi, ovvero in zona mista. Per dire: potrebbe tranquillamente parlare ai giornalisti da Vinovo. Naturalmente, a lui non basta: vuole essere con i suoi ragazzi anche la domenica; e nel corso della settimana, cosa che non potrà fare visto che la squalifica si estende anche alle partite di Champions League (di cui domani si effettuano i sorteggi per formare i gironi eliminatori).