Capita raramente che si verifichi un doppio voltagabbana nel giro di poche ore nel calciomercato, soprattutto quando di mezzo vi sono società importanti e prestigiose del calibro di Juventus e Fiorentina. Eppure ieri sera è successo: Dimitar Berbatov, attaccante bulgaro di 31 anni, è stato al centro di un intrigo di mercato, riuscendo a far infuriare, nel giro di poche ore, addirittura due società, ovvero le due di cui sopra. Una giornata che va raccontata con una cronaca minuto per minuto e che ha continuato a regalare clamorosi colpi di scena. Il 29 agosto si apre con la convinzione che il prolifico bomber sia pronto a sposare il progetto toscano dopo il corteggiamento serrato degli ultimi giorni. Sono infatti le ore 7.55 quando Berbatov si imbarca per un volo in partenza da Manchester, destinazione Monaco di Baviera. Dalla città teutonica dovrebbe poi prendere un volo (pagato dalla Fiorentina) per raggiungere Firenze e mettere le definitive firme sul contratto. L’aereo dovrebbe atterrare al Vespucci di Peretola attorno alle ore 12.30, ma ritarda. In attesa, intanto, c’è il dt viola Eduardo Macia, ma la realtà, a lui ignota, è che Berbatov quell’aereo non l’ha mai preso. La Juventus invece è già informata dei fatti: sa che Berbatov non è convinto della meta viola, sa di avere armi a disposizione per convincerlo (la lotta per lo scudetto, la Champions League) e tenta quindi il clamoroso inserimento. L’amministratore delegato Beppe Marotta lavora in prima persona all’operazione direttamente con David Gill, manager dello United, mentre il ds Paratici prende contatti con l’entourage del giocatore. Passano le ore, finchè nel tardo pomeriggio arriva la clamorosa svolta: sono le 18.30 quando i campioni d’Italia e i Red Devils fanno sapere di aver trovato un accordo sulla base di 5 milioni di Euro, accordo al quale mancano alcuni dettagli sulla modalità di pagamento. Vengono a galla anche le cifre del contratto: biennale a 2 milioni di Euro più bonus. La Juventus, stringendo i tempi, cerca in tutti i modi di portare il giocatore a Torino per sottoporsi alle visite mediche. C’è un aereo che decolla da Monaco di Baviera, diretto in Piemonte, alle 21:20. La Fiorentina, nel frattempo, dirama un comunicato stampa ufficiale nel quale non le manda a dire: si parla di “operazioni spericolate e arroganti” da parte di altre società, nonchè di Berbatov come giocatore che “non meritava la nostra maglia e la nostra città e i valori che essa rappresenta. A questo punto siamo felici che non sia venuto alla Fiorentina”. Inutile dire che l’intrigo di mercato non contribuirà ad alleggerire la già grande rivalità tra Juventus e club gigliato, che si protrae a partire da un scudetto giocato sul filo di lana e arriva fino al trasferimento di Roberto Baggio in bianconero. Ma la “vendetta” viola è dietro l’angolo: proprio quando i tifosi della Juventus sono ormai convinti di aver trovato il loro attaccante, ecco l’altro colpo di scena. Berbatov fa sapere che per motivi familiari (la moglie preferirebbe rimanere in Inghilterra) rifiuta anche la Juventus. Destinazione? Il Fulham che, con tutto il rispetto, non è certo una potenza del calcio europeo. Si intravede il motivo della scelta:
Il manager del club di Craven Cottage è Martin Jol, l’olandese che contribuì a far esplodere definitivamente il bulgaro (che già aveva fatto benissimo con il Bayer Leverkusen). E così i Cottagers, dopo che nel 2010 eliminarono la Juventus dagli ottavi di finale di Europa League vincendo 4-1 in Inghilterra, fanno un altro sgarbo ai bianconeri. Dunque, l’Italia non abbraccerà Dimitar Berbatov, ma una giornata così verrà ricordata a lungo: supera anche la ben nota vicenda di Luis Figo che firmò un doppio contratto con Parma e – eccola anche qui – Juventus, e poi andò al Barcellona. La Juventus così rimane senza punta: torna di moda Bendtner, si parla di Borriello, spunta Floccari. Intanto, però, c’è un giorno in meno per chiudere.