Ieri sera la Juventus ha pareggiato per 2-2 sul campo del Chelsea, nella prima partita stagionale del gruppo E di Champions League (clicca qui per la cronaca e il tabellino della partita e qui per le pagelle). Nell’altra partita del girone lo Shakthar Donetsk, prossimo avversario dei bianconeri, ha battuto i danesi del Nordsjaelland per 2-0. La Juventus si trova dunque al secondo posto con un punto al pari del Chelsea, in ogni caso il pareggio maturato a Stamford Bridge può considerarsi positivo, anche per come è maturato. Sotto di due gol dopo mezz’ora di gioco per la doppietta del brasiliano Oscar, la squadra di Carrera ha saputo rialzarsi, tornando in parità grazie ai gol di Vidal e del redivivo Qualgiarella. Per un commento su Chelsea-Juventus ilsussidiario.net ha contattato in esclusiva Giancarlo Padovan, stimato giornalista ed opinionista di fede bianconera. Ecco le sue impressioni:



Come giudica la partita della Juventus a Stamford Bridge? E’ stata sicuramente buona da parte della Juventus, anche se divisa in due parti. Nella prima la squadra è stata timida, forse si è abbassata troppo anche se poi ha subito due gol da fuori, che possono capitare. Certo, se si è aggressivi in difesa in genere gli avversari non tirano da lontano.



Cosa ha detto questo pareggio sulla Juventus di coppa? Ha mostrato la compattezza, la forza psicologica e anche la qualità del gioco della Juventus. Dall’ora di gioco in avanti la squadra ha preso in mano il match e ha continuato a giocare, cercando cambi di ritmo ma senza mai scoraggiarsi.

Anche se il Chelsea non ha mai lasciato troppi varchi nella propria trequarti… Ma la Juventus ha sempre giocato alla medesima intensità, alla ricerca dell’accelerazione vincente, e questo è stato importante per raggiungere il pareggio. Anche se il fatto decisivo è stato un altro.

Quale? Il gol di Vidal subito dopo il 2-0, ci ha rimesso in partita. Ma al di là di ogni considerazione fattuale, la Juventus ha dimostrato di poter stare in Champions League all’altezza delle grandi. Non so quanto grande sia questo Chelsea, ma ho la sensazione che i bianconeri possano esprimersi anche a un livello più alto di ieri sera. Così faremo strada.



Si può già ipotizzare dove potrà arrivare questa squadra? Questo è difficile perchè la Juventus deve ancora scoprirsi a livello europeo. Restiamo in attesa di capire, però le premesse sono molto buone: io stesso non pensavo che la squadra avesse la costanza di ributtarsi sulla gara, dopo lo 0-2.

Come giudica la prova degli attaccanti titolari, Vucinic e Giovinco?

Come anche Asamoah hanno vissuto una serata poco propositiva, forse per l’emozione o per l’aver giocato già più partite in pochi giorni. Non sono certo stati tra i migliori in campo, anzi.

Quagliarella l’ha sorpresa?

Per me è un giocatore importante, mi ha sorpreso più che altro che la Juventus abbia preso Bendtner, che non lo vale pur avendo caratteristiche diverse. Detto ciò mi aspettavo un Quagliarella di qualità, e quando è entrato pensavo che avrebbe potuto essere decisivo. Credo che la Juventus deva tenersi cari i suoi attaccanti, anche se non sono dei frombolieri.

Quale può essere la strategia migliore per gestirli tutti?

Credo che alternandosi riescano ad essere tutti molto efficaci. Oggi l’ordine gerarchico è ancora Vucinic-Giovinco, Matri-Quagliarella, ma questi quattro devono ruotare tra campionato e coppa.

Ieri la Juventus ha mostrato una manovra organizzata anche senza l’apporto costruttivo di Pirlo: cosa ne pensa?

E’ vero. Pirlo è stato molto limitato, come ormai gli succede contro squadre guidate da tecnici italiani: era successo anche contro Malta guidata da Ghedin. Abbiamo spesso parlato della dipendenza da Pirlo, ieri abbiamo visto un grande Marchisio e un grande Vidal.

Sono stati loro due le chiavi della resistenza?

Ormai Marchisio non è una sorpresa, ha fatto un assist da Pirlo, pur facilitato dall’errore degli opposti del Chelsea che non lo hanno pressato. Però è vero: anche con meno Vucinic, Giovinco e Pirlo la manovra della Juventus è stata comunque convincente, e questo significa che la squadra ha risorse che vanno al di là dei suoi campioni.

 

(Carlo Necchi)

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