La Juventus ha iniziato la stagione con tre vittorie in tre partite ufficiali e, dopo lo scudetto conquistato lo scorso anno, si candida a rivincere il campionato e ad essere competitiva in Champions League, dove i bianconeri tornano da quel dicembre del 2009 in cui – era la sera dell’8 – furono eliminati dal Bayern Monaco nel girone della prima fase. Nel corso di una lunga intervista a Tuttosport, l’amministratore delegato della società, Giuseppe Marotta, ha toccato vari temi: dalla stagione che aspetta la Juventus al mercato. C’è una dichiarazione che ha fatto scalpore, su Angelo Ogbonna: “Fosse in vendita, una società come la Juventus sarebbe obbligata a interessarsi” (clicca qui per il parere esclusivo di Antonello Cuccureddu). Peccato che Ogbonna sia il simbolo del nuovo Torino di Urbano Cairo, che peraltro ha confermato come i bianconeri abbiano fatto un sondaggio sul difensore centrale dei granata e della nazionale, ma che il Toro abbia opposto un secco rifiuto. Derby anche sul mercato, ma presto la stracittadina tornerà sul campo: “E’ sempre una partita a sè, e poi l’aspetto dei due stadi lo rende ancora più piacevole”. Non solo Ogbonna, però: si è parlato tanto di mercato, un aspetto sul quale “condividiamo tutte le scelte con Antonio Conte, che ha delle pretese legittime come ogni tecnico. Antonio ha il merito di aver capito le condizioni in cui un’azienda si muove e, soprattutto, è stato bravissimo a valorizzare gli elementi presenti in rosa. Pensate per esempio a Vidal, Vucinic e Giaccherini”. Dunque, a Marotta è stato chiesto quale sia il colpo del quale vada più orgoglioso da quando siede sulla panchina della Juventus: “Pirlo. Rappresentava un’incognita, si è dimostrato grande professionista umanamente e in campo”. E poi, con onestà: “Non rifarei l’affare Martinez”. Su Cassano: “Non ci abbiamo mai pensato: abbiamo già Giovinco. Ma Cassano è un artista del calcio, uno dei più grandi”. A proposito di Giovinco, ecco il Marotta-pensiero a chi gli dice che sia stato pagato tanto: “Nei due anni di prestiti e comprioprietà, abbiamo incassato dal Parma 4-5 milioni di Euro, quindi è come se l’avessimo pagato 6. Poi, è tornato valorizzato e in più, se il Parma ce l’avesse pagato 11 milioni, con quei soldi non avrei potuto prendere un attaccante più forte di Giovinco”. Avanti con altri elementi della rosa. Su Lucio, che per ora non ha ancora convinto come forse i dirigenti e Conte avrebbero voluto: “Non è una fregatura, ha carisma e diventerà importante per noi”. Alla fine la Juventus è uscita rafforzata dal mercato, ma resta quella casellina vuota alla voce top player, pur se è arrivato Nicklas Bendtner, nome però di ripiego. Naturalmente l’assalto potrà partire il prossimo giugno e, al proposito, Marotta risponde: “Cavani e Jovetic sono entrambi funzionali, ma sul Matador c’è una clausola di 60 milioni: troppi”. Poi, ancora onestamente, dice: “Certo con il top player in attacco avremmo scavato un ulteriore solco tra noi e le altre squadre, ma va capito che a volte ci si scontra con la volontà di non vendere delle altre squadre. Van Persie? Saremmo stati folli a spendere 30 milioni per un giocatore in scadenza il prossimo anno”. E poi, c’è la questione Llorente in sospeso: il basco potrebbe arrivare a gennaio: 

“Se resta sul mercato ci interessa”, dice Marotta, “ma a gennaio sonderemo il mercato indipendentemente da lui”. Meglio andare con i giovani, allora: Marotta dice di vederli tutti titolari, ma che “in Italia è più difficile, in Spagna c’è un duopolio”. In Europa, la Juventus è temuta: gli allenatori hanno indicato i bianconeri come una squadra che farà strada. Lo pensa anche Marotta, che sostiene come il ruolo da recitare dovrà essere autorevole, ovvero superare il girone e andare avanti senza porsi limiti, e poi che il gioco dei campioni d’Italia “pagherà, perchè abbiamo mentalità propositiva”. E pazienza se, tornando a vincere, la Juventus risulterà anche antipatica a qualcuno: “Continueremo a farci sentire, se riterremo di essere nel giusto”. Ogni riferimento agli affari Calciopoli e Conte è decisamente voluto.