Le polemiche non sembrano voler terminare mai. Il risultato finale di Juventus-Genoa, con il tocco sospetto in area di Granqvist nei minuti di recupero, ha costretto i bianconeri a un pareggio doloroso. Il Napoli si fa più vicino, mentre Conte e Bonucci, per le proteste di fine gara, hanno ricevuto due giornate di squalifica. Chiellini ne subirà una, mentre Marotta è stato inibito fino al 18 febbraio. Per parlare di quanto accaduto nel corso della gara abbiamo contattato Gianluca Paparesta, ex arbitro e commentatore tv. Eccolo in questa intervista esclusiva per Ilsussidiario.net.
Due giornate di squalifica a Bonucci e Conte, una a Chiellini, inibito Marotta. Sentenza giusta? Diciamo che era una sentenza abbastanza prevedibile per il loro comportamento e che è compatibile con l’atteggiamento che i vari sanzionati hanno avuto in campo.
Ritiene dunque troppo esagerate le proteste della panchina juventina? Si sono svolte nella parte finale della partita e c’è stata quindi particolare concitazione anche per il particolare momento dell’incontro. Una cosa comunque non giustificabile, come tutti gli episodi avvenuti in Atalanta-Milan, le risse di questa partita o di altri incontri di questa giornata. Momenti come questi rischiano solo di accendere ancora di più il pubblico sugli spalti.
Come giudica la reazione della società bianconera? Si tratta semplicemente di accettare o meno una decisione arbitrale. Non c’è stata chiarezza in quel momento della partita tra il quarto uomo, che affermava una cosa, e l’arbitro che invece ne affermava un’altra. Questo ha provocato uno scompiglio comunque non giustificabile. Bisognerebbe quindi arrivare a una conclusione e capire come debbano essere sanzionati tutti i falli di mano che si presentano in area.
Moggi stesso ha ricordato tutte quelle volte che la Juve ha ricevuto favori arbitrali in questo campionato. Non commento le dichiarazioni di altre persone. Sono loro e sta proprio a loro portarle avanti.
In ogni caso, come andava applicato il regolamento? E’ questo il punto centrale della questione. Ancora adesso il vertice dell’Aia non ha stabilito come debba essere applicato il regolamento per tutti i falli di mano in area.
Come mai? Semplicemente perchè non lo sa, e questa è una cosa molto grave. Se non si ha chiaro neanche il regolamento si mette in una condizione difficile gli arbitri, che così non possono leggere la partita nel modo migliore e si creano così i presupposti perchè si ripetano casi analoghi in altri incontri del campionato.
Si rischia anche di creare sempre il solito steccato esistente in Italia pro e contro Juve?
Certo, si rischia di aumentare la frattura tra il “partito” dei tifosi juventini e quello degli anti-juventini, una cosa non bella proprio nel momento in cui il calcio italiano ha bisogno di serenità.
Meglio gli arbitri stranieri? Gli arbitri italiani non sono male a livello tecnico, ma sono guidati male. Prima, quando c’era Collina, le cose andavano meglio. Ora, dai vertici del settore arbitrale, non vengono dati quegli insegnamenti che potrebbero permettere la crescita dei nostri arbitri. Oltre ai vertici, poi, ci sono le stesse istituzioni del calcio che sono immobili, non cambiano mai da anni, ricevono alle elezioni una maggioranza del 90%.
Cosa bisognerebbe fare? Affrontare e risolvere i problemi del nostro calcio che stanno lentamente ma inesorabilmente facendo male a tutto questo sport. Si tratta dell’interpretazione dei singoli episodi da un punto di vista arbitrale in campo, ma anche del bisogno di cambiamento che il calcio ha e della presenza di un’educazione sportiva, così mancante rispetto a tanti altri Paesi.
(Franco Vittadini)