Sette anni. Tanto è passato dall’ultima volta in cui la Juventus si era affacciata ai quarti di finale di Champions League. Era lo squadrone di Fabio Capello: Emerson e Vieira in mezzo al campo, Thuram e Cannavaro dietro, Del Piero e Trezeguet a segnare i gol con il contributo di Nedved. E poi Camoranesi e Zambrotta, e Gigi Buffon che insieme a Chiellini è l’unico trait d’union con la formazione di Antonio Conte. Quella corazzata non riuscì a segnare all’Arsenal: perse 2-0 a Londra, fece 0-0 a Torino senza mai pungere e, sull’espulsione di Nedved, capì che era finita. Poi ci fu Calciopoli, e tutto quello che sappiamo: un’eliminazione agli ottavi nel 2009, la debacle dell’anno successivo. Oggi però la Juventus è tornata nel G8: forse il ritorno contro il Celtic era una formalità, ma se è stato così è solo in virtù del 3-0 maturato in Scozia, figlio di un innalzamento nel rendimento che ha portato a una serie di cinque partite senza subire gol, tutte vinte. Questa Juventus può arrivare fino in fondo? L’obiettivo era il superamento del turno; eppure, come accaduto l’anno scorso in campionato, Conte ha bruciato le tappe. Venerdi prossimo i bianconeri conosceranno il loro avversario: Buffon si è augurato che non sia il Real Madrid, bisogna ancora capire chi tra Milan e Barcellona sarà nell’urna, ma quello che tutti vogliono sapere è se i campioni d’Italia siano da finale, e magari anche da titolo. Lo abbiamo chiesto a Carlo Nesti, che in esclusiva a Ilsussidiario.net ha parlato delle possibilità della Juventus in Champions League.



Conte aveva chiesto attenzione ai suoi per il ritorno contro il Celtic: missione compiuta? Assolutamente sì, credo che sia compiuta per due motivi; uno guardandosi alle spalle, uno in prospettiva futura. Ripercorrendo le partite precedenti, si nota subito come dal 7 novembre la Juventus abbia avuto un’impennata impressionante in Champions League; prima ci sono stati tre pareggi con quattro gol segnati e quattro subiti, un rendimento allarmante.



Poi invece… Cinque vittorie consecutive con tredici gol fatti e nessuno subito. E’ come se la Juventus avesse scoperto di avere le marce alte e le avesse innestate; anche il ritorno contro il Celtic, che era già stato eliminato in Scozia, non può che aumentare l’autostima di tutti.

Guardando al futuro invece? C’è un’indicazione importante, e riguarda l’attacco: senza sovvertire eventuali gerarchie, alla luce del momento di appannamento di Vucinic e Giovinco si candidano alla grande Matri e Quagliarella. In particolare vorrei spendere una parola sul secondo.

Prego. Sappiamo che Fabio non ha un rapporto idilliaco con Conte, e forse paga anche questo; però ieri è arrivato a essere il capocannoniere stagionale della Juventus insieme a Giovinco, peraltro giocando molto meno dei compagni. Credo che si debba mettere nel cantuccio qualsiasi problema extra-tecnico, e credo sia già stato fatto: Matri e Quagliarella saranno utilissimi.



Mi citavi il 7 novembre: dopo il pareggio in Danimarca la Juventus era quasi fuori. Cosa è cambiato da allora? Credo sinceramente che quello che è successo nella prima parte della Champions League sia stato abbastanza episodico. Più che altro pongo l’accento su altre due differenze che mi sembrano evidenti.

Quali sono? La prima è che l’anno scorso la squadra aveva un eccezionale possesso palla ma segnava meno, mentre quest’anno la Juventus è più realistica e cinica; anche ieri ha lasciato spesso il predominio territoriale all’avversario, cosa che la scorsa stagione non faceva mai. Eppure, rispetto all’anno scorso è nettamente più produttiva.

La seconda differenza? Quando tutti i giocatori erano a disposizione, e quando sulla testa di Conte è caduta la spada di Damocle degli infortuni, e che infortuni: ho sempre detto che Chiellini non è il 33% della difesa ma il 50%, così come Pirlo è la metà del centrocampo. Aver superato questi problemi di giocatori che non sono come tutti gli altri, rispetto all’anno scorso è una grossa differenza; ma ce n’è una terza.

Ovvero? Quello che è accaduto nelle prime tre partite di Champions League. C’è stato molto di episodico: faccio l’esempio della gara interna contro lo Shakhtar Donetsk, credo che la Juventus abbia imparato molte cose a livello di realismo da quella serata. Qualche giorno prima ha giocato contro la Roma: per dare una gioia ai propri tifosi, e soprattutto perchè c’era di mezzo la rivalità con Zeman, i bianconeri hanno spinto sull’acceleratore per novanta minuti, anche nel secondo tempo quando non ce n’era assolutamente bisogno. 

Poi cos’è successo? 

Il risultato è stato che quando è arrivato lo Shakhtar la Juventus era sulle ginocchia; raramente ho visto soffrire la squadra come quel giorno. Credo dunque che vivere un’esperienza del genere sia stato molto importante per capire che bisognava essere più calcolatori.

Un episodio dunque? Sì, se contro la Roma ci fosse stato un dispendio energetico più equilibrato, credo che la Juventus non avrebbe incontrato tutte quelle difficoltà. Ecco perchè quelle tre partite sono legate a casualità, che poi per carità si sono tradotte in fatti ma non sono legate a nulla. Comunque, come ricordavi tu, per queste casualità la Juventus ha veramente rischiato di uscire dalla Champions League.

Adesso i quarti di finale: al netto del sorteggio da scoprire, la Juventus può arrivare in fondo? Devo essere coerente con il mio pronostico estivo: in campionato credevo tantissimo nel Napoli, mentre per la Juventus puntavo molto più sulla Champions League che sulla serie A, dicendo che poteva arrivare fino in fondo. Non ho mai specificato cosa intendessi…

Ora si può? Alludevo al fatto di arrivare in finale. La Juventus ha avuto vicende poco fortunate nelle varie finali di Champions League; se può arrivare in fondo? Ti dico assolutamente di sì, e aggiungo che per quanto riguarda il sorteggio l’unica valutazione giusta era quella di sperare che arrivasse un avversario non di prima fascia all’altezza di questi ottavi di finale, e in questo la Juventus è stata fortunata.

Perchè proprio agli ottavi? Questo era il periodo più delicato della stagione: dopo la sosta invernale, con gli infortuni e i carichi di preparazione, una serie di risultati sconfortante a gennaio, se la Juventus avesse incontrato un avversario più forte avrebbe rischiato di uscire. E’ andata bene: se fossi un tesserato della squadra non mi augurerei nulla per il sorteggio, anzi ti dirò di più.

Cosa? Spererei di incontrare adesso il grande avversario, perchè avresti la possibilità di giocare due partite, una delle quali allo Juventus Stadium che dà qualcosa in più.

Perciò Buffon non ha ragione quando dice che sarebbe meglio evitare il Real Madrid… Per me non c’è nessuna differenza; poi naturalmente si può sempre sperare che queste squadre vengano eliminate da altre. Scendendo nello specifico questo è un momento fortunato per il Real Madrid: quello di Buffon è semplicemente un altro punto di vista.

 

(Claudio Franceschini)

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