La Juventus esce dalla Champions nel modo più brutto, ovvero prendendo altri due gol in casa dal Bayern. Troppo forte la squadra di Heynckes per i bianconeri, anche stasera evidentemente inadeguati al cospetto dell’avversario. La Juve ci prova un po’ in avvio, ma dopo una mezzora di gioco comincia ad emergere la superiorità dei bavaresi, che cresce costantemente fino all’1-2 che sentenzia il doloroso atto finale. A tratti impotente, la Juventus perde la partita sulle fasce, visto che Asamoah è lo stesso insipido giocatore del post-coppa d’Africa, che non punta mai l’uomo nè azzarda uno scatto, mentre Padoin è troppo meno forte sia di Lichtsteiner, suo titolare, sia di Alaba, suo diretto avversario. Così la Juve si trova sguarnita in fase difensiva e spuntata in fase difensiva, oltre che senza capacità di fare pressing. Il Bayern ringrazia, non rischia mai nulla, fa melina per diversi minuti di gioco e, ai primi veri tre affondi, colpisce un palo e segna due gol. Questa sproporzione si evince anche dalle statistiche, a cominciare da quella del possesso palla, 40%-60% a favore degli ospiti. Situazione di stallo sui contrasti vinti, ma se ci limitiamo a quelli aerei, ben due terzi li portano a casa gli ospiti. 7 calci d’angolo a 3 pre i bavaresi, mentre i piemontesi sono colti 5 volte in fuorigioco, contro 2 dei tedeschi. Il Bayern ha più qualità nella gestione della palla, e non è un caso che faccia ben 538 passaggi contro i soli 378 della Juve; oltretutto, ne porta a termine più dell’86%, percentuale mostruosa se si pensa che la Juve, grande palleggiatrice, si ferma a 79%. Precisione eguale, invece, nei cross (18%), anche se il Bayern ne fa 22, sei in più dei padroni di casa. Per quanto riguarda la fase offensiva, non c’è storia tra la capacità di concludere dei qualificati, e quella degli eliminati: 19 tiri della squadra di Heynckes, 12 di quella di Conte, ma ben 7 nello specchio per la prima e solo 3 per la seconda.
Partita molto corretta: dopo le due ammonizioni in avvio di gara, che avvertono i giocatori, si assiste ad un duello maschio ma corretto, con 29 contrasti, 29 falli e appunto, solo due ammonizioni e zero espulsioni. A conti fatti non si può nemmeno recriminare troppo: la squadra di Conte ha certamente spinto nella prima mezz’ora creando qualche sussulto, ma le occasioni più nitide le ha sempre avute il Bayern Monaco, anche se il conto dei pali è pari e qualche traversone avrebbe meritato di essere spinto in porta dalla prima punta che i bianconeri non hanno (e a questi livelli fa tutta la differenza del mondo, lo si è detto più volte e lo si è finalmente provato sulla pelle). L’atteggiamento è stato ben diverso da quello dell’Allianz Arena, la testa all’uscita dal campo è alta ma il furore agonistico non ha prodotto un arrembaggio all’ultimo giorno sulla terra, e così i bavaresi hanno avuto vita facile nel controllare. Peccato: ci si riproverà la prossima volta.
Il vantaggio del Bayern Monaco arriva al 64′: Schweinsteiger batte una punizione dalla destra, e la palla attraversa l’area finchè Javi Martinez colpisce in spaccata anticipando la difesa; Buffon è bravissimo a deviare, ma la distanza è troppo ravvicinata, la parata è istintiva e così il pallone resta lì per Mandzukic, che di testa anticipa Chiellini e mette in porta il tap-in vincente. Il sigillo finale, al 91′, lo mette a segno Claudio Pizarro, appena entrato: servito in profondità da un immenso Schweinsteiger (dopo una fantastica azione personale), colpisce di prima la sfera, trafiggendo Buffon in uscita con un destro in diagonale che non lascia scampo al portiere della Nazionale.
Resta con i piedi per terra Antonio Conte, che subito non si lascia prendere dalla frenesia di migliorarsi nell’anno che verrà, ma con realismo afferma ai microfoni di Sky Sport: “Se pensiamo di vincere la Champions League nel prossimo anno facendo due acquisti in estate siamo fuori strada. C’è bisogno di tempo, perché stiamo costruendo qualcosa di importante. Mettendo fretta rischieremo di rompere questo giocattolo. Da parte nostra e della società c’è tanta voglia di lavorare. Ma bisogna stare tranquilli perché certe cose si possono ottenere sono con il tempo e con il lavoro”.