C’era stato un po’ di timore ieri, quando verso la fine del pomeriggio il tecnico salentino è arrivato nella sede dei bianconeri in corso Galileo Ferraris ed è iniziato il vertice con la dirigenza. Dopo tre ore invece ecco la fumata bianca: Conte e la Juventus proseguono “per costruire ancora”, come ha detto Andrea Agnelli. Adesso si tratta di costruire sul serio: sono state gettate le basi per la nuova stagione, programmato il futuro prossimo della Vecchia Signora che deve difendere lo scudetto provando a vincere il terzo consecutivo (non ci riesce dagli anni Trenta) e provare a farsi valere in Europa, perchè se quest’anno i quarti di finale sono stati una piacevole sorpresa è chiaro che la prossima stagione ci si aspetta che vengano quantomeno confermati. Si parlerà sicuramente anche di mercato, di nomi importanti per la dirigenza e un paio potrebbero magari arrivare dall’Europa League, la cui finale si è disputata ieri sera e ha visto la vittoria del Chelsea su uno iellatissimo Benfica. Intanto però la notizia è la conferma di Conte in panchina, il tassello senza il quale la stagione della Juventus sarebbe iniziata in un modo ben diverso e con tanti punti interrogativi. Ne abbiamo parlato con Francesco Nicolato, intervistato in esclusiva da Ilsussidiario.net.
Quanto è importante la conferma di Conte? La Juventus in questo momento non può trovare di meglio. La scelta di continuare con lui è giustissima: per proseguire il ciclo intrapreso è perfetto, e credo che il suo periodo in bianconero continuerà per altri quattro o cinque anni.
Poi andrà all’estero o è possibile che alleni ancora in Italia? Sai, un allenatore che sia stato alla Juventus può andare difficilmente su un’altra panchina italiana; uno che abbia vinto, perchè per chi è stato di passaggio il discorso cambia. Conte è arrivato al momento giusto e ha dato alla Juventus quel qualcosa in più: Marotta e Paratici erano esordienti in una grande squadra.
Cosa ha portato Conte?
Quella mentalità vincente che la squadra aveva conosciuto con il ciclo Moggi-Lippi; oltre ad aver radicato questa profonda cultura del lavoro ha dato anche le sue qualità di allenatore, e si è creato il mix giusto. Ecco perchè Conte ha bisogno di una piazza in cui possa essere lasciato libero di lavorare e si possa realmente integrare con il progetto in essere. Anzi, dico una cosa.
Quale? Non accadrà in futuro, ma per me il modo di lavorare di Conte si può ben adattare anche all’Inter, dove c’è necessità di creare una quadratura dal punto di vista del lavoro e della gestione del gruppo tramite una personalità forte che si faccia sentire nello spogliatoio e nei rapporti con la società.
Però è un’ipotesi difficile… Sì: Conte continuerà a lungo con la Juventus, oppure andrà in una società estera.
Parlando di mercato: nella finale di Europa League abbiamo visto all’opera Gaitan e Cardozo, nomi già sondati dalla Juventus. Possono tornare utili? Va detto innanzitutto che il Benfica è ormai diventata una grande realtà del calcio europeo. E’ arrivato in finale di Europa League, e sabato ha perso all’ultimo secondo un campionato che aveva già vinto. Non sarà facile comprare da loro, anche se l’esempio di Rui Costa ai tempi ci dice che le società portoghesi sono abituate a far crescere talenti per poi rivenderli a prezzo più elevato. Detto questo…
Detto questo? Gaitan e Cardozo sono sicuramente giocatori che possono tornare utili, alla Juventus e non solo. Il problema è che parlare adesso di giocatori non ha molto senso: bisogna prima capire bene quale sia il progetto tecnico e tattico che Conte ha in mente per la stagione a venire, solo in seguito si potranno fare nomi in concreto.
(Claudio Franceschini)