Sembrava impossibile, invece è successo: Sir Alex Ferguson lascia il Manchester United. Sapevamo tutti che sarebbe successo, prima o poi; e sapevamo anche che la data si avvicinava inesorabilmente, tra una decisione già presa e poi rientrata e riflessioni profondo. E’ stato bello pensare, tuttavia, che quel momento non sarebbe mai arrivato, come in una storia in cui l’impossibile accade, contro tutto e contro tutti; alzi la mano chi, realisticamente e in piena coscienza, negli ultimi anni si è immaginato il Manchester United senza Ferguson. Esatto: nessuno. Da luglio dovremo farcene una ragione: non vedremo più Sir Alex in panchina, le sue esultanze sul posto, alzato a levare le due braccia al cielo mentre mastica incessantemente il chewing gum. Anche questa favola è finita: così, tra l’ipotesi Mourinho, l’idea Conte e la solida possibilità Moyes, i Red Devils avranno un nuovo allenatore. Non succedeva dal 1986 e nel frattempo sono arrivati 41 trofei. Sono i numeri a dare la dimensione del mito: tanto basta, e un ringraziamento enorme a questo scozzese che ci ha fatto amare il calcio un po’ di più. Ciò detto, lo United e il mondo del pallone vanno avanti: c’è una stagione da preparare, e superati i pianti e le celebrazioni, e insediato Sir Alex nel suo nuovo ruolo di ambasciatore e membro del consiglio direttivo del club, i Red Devils si prepareranno a difendere il titolo vinto in Premier League e ad assaltare la Champions League, dovendo riscattare due campagne finite non benissimo. Con che guida tecnica lo faranno, abbiamo detto, si vedrà; con quali giocatori, resta un punto di domanda sul quale vale la pena fare chiarezza. Spazziamo subito il campo da incomprensioni: il Manchester United è uno di quei club, come il Barcellona ad esempio, o la Juventus o il Milan, che prevaricano i confini della singola persona, sia pur essa una leggenda che cammina. Per questo non si può parlare di “fedelissimi di Ferguson”, anche perchè il Ryan Giggs che si presentò a Old Trafford nel 1991 e che è ancora qui potrebbe quasi essere il padre di uno degli ultimi acquisti di Ferguson, vale a dire Phil Jones. Capirete, ogni discorso cade. Però, qualche discorso lo possiamo fare, e si lega soprattutto a tre nomi, e un club italiano: la Juventus, che come noto ha nel mirino qualche giocatore dello United. Uno su tutti Nani, che però a questo punto potrebbe anche rimanere: il suo malumore era dovuto allo scarso utilizzo, ma adesso che Sir Alex non c’è più il suo minutaggio potrebbe aumentare e di certo il portoghese ci penserà bene prima di fare le valigie, perchè gioca pur sempre in una grande squadra che ogni anno ha la possibilità di vincere qualcosa. Al suo posto, in uscita, potrebbe allora esserci Antonio Valencia:
Ruoli simili ma in realtà diversi, perchè l’ecuadoreno predilige l’altra corsia, quella di destra, garantisce più lavoro in copertura e salta l’uomo che è un piacere, non però per finalizzare personalmente quanto per servire assist ai compagni. Un profilo perfetto per Antonio Conte, che con lui potrebbe aprire al (Valencia negli ultimi tempi è stato schierato come terzino): il giocatore potrebbe partire perchè è stato Sir Alex a volerlo a Manchester, prelevandolo dal Wigan e rendendolo una pedina fondamentale nello scacchiere dei Red Devils. Senza il manager scozzese, la voglia di cambiare potrebbe esserci e avevamo già detto di come la Juventus lo tenesse d’occhio. Il terzo nome è quello di Nemanja Vidic, che di questa squadra è diventato capitano ma che deve tantissimo a Ferguson, che lo ha personalmente voluto dallo Spartak Mosca e lo ha reso uno dei difensori centrali più forti al mondo. A 31 anni il serbo potrebbe decidere di provare un’altra avventura in un altro campionato, e se i bianconeri cercano un centrale di scorta (sempre in ottica di tornare alla difesa a 4) potrebbero bussare al suo indirizzo, considerato anche il contratto in scadenza nel 2014. Tutti gli altri nomi, da Rooney a Hernandez, sembrano meno legati alla figura di Sir Alex Ferguson, dunque anche il loro futuro sarebbe indipendente dall’addio dello scozzese. In ogni caso, una cosa è certa: quella del 2013 non sarà un’estate come tutte le altre a Old Trafford.
(Claudio Franceschini)