Un tormentone, non c’è che dire. Come al solito: già lo scorso anno la sede della Supercoppa Italiana aveva creato malumori tra Juventus e Napoli. Questione di soldi, tempo, opportunità, fatica: stavolta i bianconeri si scontrano con la Lazio, ma la musica non cambia. “La Juventus si è sottratta agli adempimenti”, ha così parlato Claudio Lotito. “Chiederò i danni, loro pensano di comandare, pensano di essere loro la Lega“. Il perchè di queste parole? Semplice: si pensava di giocare a Toronto, con cui c’è un’opzione che però scadere e non sarà esercitata. Viene a cadere la sede canadese, e allora Lotito si infuria: la Juventus infatti vuole giocare in Italia. “A noi va bene giocare ovunque”, ha continuato il presidente della Lazio, “a Roma come a Toronto. A loro no: vogliono giocare per forza a Torino. La Lazio si è attenuta a tutti i regolamenti e a quanto è stato discusso in assemblea. Con Agnelli? Non ho parlato, ma cosa ci parlo a fare? Sta venendo meno agli impegni presi. Non capisco la presa di posizione della Juventus”. C’è un chiaro riferimento a questa polemica: i soldi persi dalla Lazio, che hanno fatto saltare una tournée in Colombia. “Perdiamo 1,8 milioni, oltre ai soldi della Cina. Ma la storia non finisce certo qui”. Immediata la replica della Juventus: un comunicato ufficiale (il testo integrale sul sito del club) nel quale si è parlato di “affermazioni progressivamente diventato offensive” da parte di Lotito, “inaccettabili e spesso contrarie al vero. Juventus Football Club ha sempre rispettato i regolamenti e le decisioni della Lega Calcio ed ha manifestato a quest’ultima la propria indisponibilità a giocare la Supercoppa all’estero”. La Juventus sostiene che non si è mai discusso della lettera, datata 8 marzo 2013, quindi ben prima di sapere quali sarebbero state le due squadre ad affrontarsi in Supercoppa. E da qui arrivano le accuse a Lotito, che si sta usando comportamenti e parole “inaccettabili per la vita associativa, oltre che lesivi per la società”. Ha ragione Lotito: non è finita qui.