La maglia numero 10 della Juventus avrà un cognome scritto sulle spalle. Avete già capito: è Carlos Tevez. Il dettaglio non è banale: la maglia numero 10 è da sempre quella capace di far sognare i bambini di tutto il mondo. Indossare quella significava, in un periodo nel quale la numerazione fissa non esisteva (in Italia, fino al ), essere il fantasista della squadra, il più bravo, quello con i piedi buoni. Anche oggi che il 10 può essere indossato da un difensore centrale o, addirittura, da un portiere (successe a Cristiano Lupatelli nel Chievo di Delneri), resta la maglia più ambita. Il 10 è stato il numero di Platini, Maradona (e il Napoli lo ha ritirato), Zico, Matthaeus; è il numero di Francesco Totti ancora oggi, lo ha indossato il Principe Giannini, è stato di Roberto Baggio. Se spostiamo il discorso sulla Juventus usciamo dalla pura retorica del numero ed entriamo nel campo della leggenda: lasciando stare Omar Sivori, da quel 1995 c’è stato un solo giocatore che ha indossato quella maglia, ovvero Alessandro Del Piero, proprietario del numero 10 per 19 stagioni nelle quali ha riscritto il libro dei record bianconeri, facendo piangere un intero stadio e tutto un popolo, quello juventino, quando per l’ultima volta ha salutato il suo pubblico. Del Piero e la 10: una storia che l’estate scorsa è stata un tormentone. Con Pinturicchio in Australia, a Torino hanno aperto il referendum. A chi la maglia prestigiosa? I tifosi hanno risposto convinti: a nessuno, quello è il numero di Del Piero, ritiratelo. Gli ex compagni si sono espressi: eredità pesante, siamo a disposizione. La società ha preso tempo; Del Piero ha detto la sua, ovvero “io sognavo di indossarla, sarebbe sbagliato privare un altro di quel desiderio e di quella possibilità”. Ma Conte non se l’è sentita di assegnarla ad alcun giocatore, nemmeno a Sebastian Giovinco che quando giocava nella Primavera della Juventus era l’erede designato di Alex. Era nato un caso: intrecci di calciomercato che volevano Marchisio cambiare numero perchè Jovetic sarebbe arrivato a prendere la 8 indossata a Firenze, mentre altri sostenevano che a Robin Van Persie fosse stato promesso il numero quasi intoccabile. Niente di tutto questo: per tutta la stagione 2012/2013 la maglia numero 10 è rimasta senza padrone. 



Fino a oggi: Carlos Tevez è atterrato alla Malpensa ed è stato sommerso da un folla entusiasta (subito gli hanno messo la sciarpa bianconera al collo) che non si vedeva dai tempi dell’arrivo di Zidane (forse). Perchè l’Apache è il top player che la Juventus aspettava da due anni, il giocatore di valore internazionale in grado di entusiasmare gli animi. E la società ha deciso per un gesto forte e simbolico: senza l’assegnazione del numero 10 si sarebbe rischiato di identificare Tevez come una sorta di “ripiego”, un calciatore fortissimo ma non ancora degno al 100%, una nota di imperfezione in una trattativa invece perfetta. E invece no: l’Apache è arrivato nella sede della Juventus e come primo atto della sua nuova avventura si è affacciato sul balcone e ha mostrato alla folla in festa la maglia numero 10, come se fosse un trofeo. La telenovela è finita; o forse no? A rigor di logica, si era detto che quel numero stesse aspettando un padrone ben definito, e cioè Stevan Jovetic: torniamo alla scorsa estate, e a quel discorso su Marchisio. Il discorso può forse tornare di attualità, con il montenegrino a prendersi la numero 8? Fosse così, questa volta significherebbe che il Principino sarebbe davvero in partenza, sacrificato in nome del budget e del bilancio. Non fosse così, tre soluzioni: Marchisio potrebbe tornare al suo numero originale nella Juventus, il 19; Jovetic si accontenterebbe di un altro numero (il 9, con Vucinic venduto?); oppure, l’attaccante della Fiorentina non arriverebbe in bianconero. Qual è la verità? Dopo i fuochi d’artificio dell’affare Tevez, possiamo aspettarci di tutto… (Claudio Franceschini)



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