Oggi che Carlos Tevez è il grande acquisto per l’attacco della Juventus, il top-player che i tifosi bianconeri aspettavano ormai da due anni e che verrà presentato ufficialmente alla stampa allo Juventus Stadium alle ore 11.30, rievochiamo un clamoroso retroscena risalente ormai a 12 anni fa, quando l’Apache era un giovane attaccante di belle speranze del Boca Juniors e avrebbe potuto arrivare nella nostra serie A con enorme anticipo. Ci racconta tutto l’agente Fifa Raffaele Carrella, che era direttamente coinvolto in quella trattativa, in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Signor Carrella, la Juventus ha preso Tevez. Che ne pensa? Grandissimo giocatore. Per Tevez io ho un debole, perché è stato il primo calciatore importante che proposi in Italia.

Ci racconti… Non è bene dire la società, anche perché non farebbe bella figura il direttore sportivo che mi disse: “Tevez non è un calciatore adatto all’Europa”. Posso solo dire che era nel 2001-02, la società era molto importante e la richiesta iniziale del Boca era di solo 1 milione di dollari. Due anni dopo fu venduto a 15 milioni e lei sa che in determinato periodo il suo valore è arrivato a circa 40 milioni.



Questo è successo solo con Tevez? In effetti non è l’unica volta che è successo. Ho segnalato vari calciatori giovani che poi sono diventati molto importanti, ma le società non hanno seguito i consigli e hanno perso grandissime plusvalenze.

Può dire qualche altro giovane segnalato in passato? Certo. L’elenco sarebbe lungo: Aguero, Spolli, Godin, Coates, Perotti, Victorino, Otamendi, ma anche Zaza in Italia, e molti altri in passato.  Fino agli ultimi giovani che oramai hanno già un prezzo elevato come Lanzini (River), Sanchez Mino (Boca), Vietto e Centurion (Racing), Ferreyra (Velez), Nico Lopez e Vecino, questi ultimi due oggi alla Roma e alla Fiorentina. Ultimi in ordine di tempo sono Rolan, Cipriani e Arrascaeta, comprati di recente da Lione, Parma e Roma.



Come spiega queste scelte? Questo dovrebbe chiederlo ai dirigenti delle società italiane che a quanto sembra preferiscono spendere molto per comprare calciatori, forse per non rischiare. Anche se io penso che il rischio non è eccessivo visti i bassi costi, e poi i calciatori validi si vedono fin da molto giovani e anche se qualcuno non mantiene le aspettative, non sarebbe un problema visto l’investimento iniziale. Ma molte volte non ci sono spiegazioni.

In che senso? Le faccio un esempio poi lei tiri le somme. Vidi giocare Perotti nella Primera B (terza categoria dell’Argentina) mi feci inviare un video e lo mostrai a 3 squadre di C2, tutte e tre dissero che non poteva giocare nella C italiana. Dopo 6 mesi lo comprò il Siviglia ed ora vale circa 6-7 milioni di euro.

Ma lei potrebbe dimostrare tutto questo? Certo, ho ancora tutte le email e i video inviati. Purtroppo per Tevez non ho niente perché quando lo vidi comunicai immediatamente via telefono e fax dall’Argentina. Ma potrebbe testimoniarlo lui stesso, perché uno dei giorni che ci riunimmo successe un episodio particolare che sicuramente lui ricorderà.  

Può parlarci di questo episodio? Certo. Dopo aver cenato insieme a Tevez e i suoi consulenti, tornai in hotel con questi consulenti e ci chiamò Tevez, che aveva un problema all’auto. Tornammo indietro e vedemmo che era seduto sul gradino del marciapiede con il suo amico e la macchina ferma. Riuscimmo a trainare l’auto fino al parcheggio più vicino. Chiamarono un meccanico che venne, nonostante fossero già le 23.00, e scoprimmo che il benzinaio, tifoso del Boca, nel vedere Tevez si emozionò e per chiedergli una foto e un autografo confuse il gasolio con la benzina e rimanemmo lì fino all’una circa ad aspettare che il meccanico finisse il lavoro.

Lei ha parlato anche di Zaza, che ora è al centro di un’asta in Italia… Sì. Quello che fa più rabbia è vedere che una delle squadre ora più interessate al suo acquisto lo rifiutò per il settore giovanile. Dissero che avevano attaccanti più forti, che ora stanno giocando in Eccellenza o in serie D.

Ma ora può dare qualche consiglio per gli acquisti di giovani? Sì, ma preferisco parlare direttamente con le società. Fare nomi ora attirerebbe l’attenzione di altri persone e il prezzo lieviterebbe. (Claudio Ruggieri)

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