Qualche sassolino dalla scarpa, Beppe Marotta se l’è tolto. La Juventus ha presentato Carlos Tevez, il grande acquisto del calciomercato estivo dei bianconeri (che peraltro non è certo finito qui). Sgombriamo subito il campo: alla fine, Tevez ha ovviamente posato con la maglia numero 10, sorridente e visibilmente soddisfatto. “Abbiamo valutato che fosse arrivato il momento di assegnarla, a precisa richiesta”, ha spiegato Marotta, “consapevoli di cosa Platini, Sivori, Baggio e soprattutto Del Piero abbiano rappresentato”. A precisa domanda, Carlitos ha risposto: “E’ una responsabilità che so di poter prendere, nel Boca Juniors ho avuto la 10 che era stata di Maradona”. E’ riuscito anche a integrare la domanda di un giornalista, che gli chiedeva cosa provasse nell’entrare in uno stadio alle cui pareti ci sono foto dei nomi di cui sopra. “Dimentichi Del Piero”, gli ha detto, “ultimo capitano e ultimo 10, un grande giocatore che rispetto molto”. Bene così Carlitos: con questa frase, sei già entrato ancor più nel cuore dei tifosi. La seconda frase, quella con cui ha definitivamente conquistato il pubblico, l’Apache la riserva ad Adriano Galliani. “Carlos, Galliani ha detto che lei non l’avrebbe tradita…”. Risposta: “Ci ho parlato due volte in vita mia, l’ultima l’anno scorso quando il Milan voleva prendermi”. Una sberla in faccia ai rossoneri e in particolar modo all’amministratore delegato; chissà se gli fischieranno le orecchie. Ma nella giornata in cui Carlos Tevez è stato presentato alla stampa, dalla pancia dello Juventus Stadium, c’è stato di più. C’è stata per esempio la contenuta ma evidente soddisfazione di Beppe Marotta, che ha ripercorso la storia di tanti fallimenti sul calciomercato da parte della Juventus e oggi finalmente ha potuto dire che “sì, c’è emozione perchè lavoravamo da tempo in questo affare, abbiamo avuto tante concorrenti anche straniere e l’ultimo giorno c’è stato un inserimento di un grande club, ma avevamo da parte del giocatore e del Manchester City tutto il rispetto giusto, quello che ci ha permesso di chiudere la trattativa”. Gongola Marotta, e gongola Fabio Paratici al quale chiedono se sia più bello portare Tevez alla Juventus o scoprire Pogba. “Tutti i calciatori sono importanti”, dice lui, “per Carlitos siamo contentissimi”.
I dirigenti bianconeri parlano di obiettivi, di “optimus” da mantenere, sul campo e nel portafogli: le due strategie oggi hanno permesso di arrivare a un fuoriclasse. Il quale non si lascia andare a lunghi monologhi, ma preferisce risposte concise. Sentite questa: gli chiedono in che modo riuscirà a convivere con Conte, un allenatore di carattere che avrà a che fare con un giocatore che Roberto Mancini ha definito di carattere. “E’ facile”, risponde l’Apache senza scomporsi, “con il rispetto”. Lo stesso rispetto che concede ad Andrea Pirlo: “Giocare con lui in campo è molto semplice, lui rende tutto più semplice. Sono orgoglioso di condividere la stessa squadra con lui, Buffon e tutti i campioni. Se penso al titolo di capocannoniere? Se giocheremo bene e vinceremo potrà arrivare, ma prima di tutto c’è la squadra”. Già: la Juventus, che torna ad arricchirsi di entusiasmo per l’arrivo di un grande campione. “Perchè l’ho scelta? E’ l’unica che ha parlato con me e i miei procuratori, mi cercavano da due anni: nel 2011 non è andata bene, ora sì. Sono qui e corono un sogno: da tempo sognavo di giocare in Italia e con questa maglia”. Tevez è pronto: pronto alla “durezza” degli arbitri e ai ritmi della serie A (“il lavoro estivo mi sarà molto utile”), pronto a calarsi in una realtà che, si dice, è in declino: “Io continuo a ritenere il campionato italiano uno dei più difficili al mondo”. Non ha paura di niente, Carlos: della 10 che fu di Del Piero, dei difensori italiani, delle sfide. “Quando sono arrivato al Manchester City mi ero posto come obiettivo di vincere il campionato e arrivare a giocare la Champions League. Qui le aspettative sono maggiori: si tratta di confermarsi in Italia, e vincere in Europa”. Da oggi, con Tevez, la Juventus ha una possibilità in più.