E’ arrivato ieri in Italia, all’aeroporto di Caselle di Torino; oggi parlerà alla stampa, alle ore 16, iniziando così ufficialmente la sua avventura con la Juventus. Fernando Llorente è il secondo colpo di Marotta ad essere presentato dai bianconeri: segue di una settimana Carlos Tevez, con cui verosimilmente condividerà l’attacco (a prescindere dal modulo adottato da Antonio Conte, che si vedrà). Llorente in realtà è della Juventus già dallo scorso gennaio: la volontà di non rinnovare il contratto con l’Athletic Bilbao lo ha portato prima fuori squadra e poi alla firma con i campioni d’Italia, che però diventa attuale e messa agli atti solo con l’apertura ufficiale del calciomercato estivo, dunque con la scadenza del rapporto con il club basco. Ieri lo abbiamo visto sorridente all’aeroporto, accolto dai tifosi: autografi e foto, qualche parola in un italiano più che accettabile e il passaggio in sede, per espletare visite mediche (una prima parte) e formalità burocratiche. Per l’occasione, Llorente ha anche provato l’abito ufficiale che dovrebbe indossare oggi, e ha posato con il presidente Andrea Agnelli con la sua nuova maglia: ha scelto il numero 14, che alla Juventus era rimasto senza padrone. L’ultimo a indossarlo era stato, nella stagione 2011/2012, Mirko Vucinic, poi passato al 9; proprio questo numero era quello che lo spagnolo indossava nell’Athletic Bilbao. Chissà: forse Vucinic sarà ceduto, e il 9 tornerà disponibile. Intanto, per la Juventus si tratta di un grande colpo: non solo perchè arriva a parametro zero, ma perchè nonostante un’ultima stagione passata più da spettatore che in campo Llorente è un attaccante che ha il gol nel sangue, ha fisico ed esplosività, è completo e almeno sulla carta si sposa benissimo con le caratteristiche tecniche di Carlos Tevez, con cui ha già detto di essere contento di giocare. Il tempo ci dirà se sarà una coppia vincente; intanto, oggi ascolteremo il suo pensiero perchè tutte le riflessioni le ha lasciate alla conferenza stampa.
Fernando Llorente Torres nasce il 26 febbraio 1985 a Pamplona, in Navarra. Non è basco: non potrebbe giocare nell’Athletic Bilbao (il club ha regole ferree in merito), ma già nel 1996 si trasferisce nella scuola calcio di Lezama, controllata dai rojiblancos. Sette anni di giovanili in cui dimostra tutto il suo talento, quindi il passaggio al Baskonia, club satellite dell’Athletic che milita nella Terza Divisione spagnola. Dopo 12 gol in 33 partite la società decide che meriti la promozione nella squadra riserve: Llorente sale quindi di categoria, nella Segunda B, e già a gennaio del primo anno il club gli prolunga il contratto e lo fa esordire in prima squadra (l’allenatore era Ernesto Valverde, oggi uno dei nomi caldi per il Barcellona in caso di addio di Tito Vilanova). Prende il numero 32, e tre giorni dopo l’esordio segna tre gol in Copa del Rey. E’ la conferma del suo talento: nelle prime stagioni tuttavia qualche infortunio di troppo ne ha limitato il rendimento. L’esplosione vera arriva nel 2007/2008, quando Joaquin Caparros lo lancia titolare e lui risponde con 12 gol, capocannoniere della sua squadra. Poi ancora due stagioni da 14 gol ciascuna in campionato (18 e 23 in totale), quindi il 2010/2011 in cui chiude la Liga con 18 reti. Lo scorso anno vive la stagione d’oro del club basco che, sotto la guida di Marcelo Bielsa, raggiunge la finale di Copa del Rey e soprattutto quella di Europa League. Realizza 17 reti in campionato (miglior spagnolo insieme a Roberto Soldado) aggiungendone 7 in Europa. Il resto è storia recente: dichiara di non voler prolungare il contratto con l’Athletic, e viene quindi messo fuori rosa. La Juventus se lo assicura a parametro zero, facendogli firmare un contratto quadriennale. Nel corso della stagione Llorente riesce a giocare qualche spezzone di partita (segnando anche un gol). In Nazionale ha sempre avuto la sfortuna di essere chiuso da gente come Fernando Torres e David Villa; nonostante ciò ha vinto il Mondiale nel 2010 e l’Europeo nel 2012, pur avendo totalizzato soltanto 32 minuti in campo (agli ottavi contro il Portogallo, in Sudafrica). Lo score è di 21 partite e 7 gol con la Roja, di cui è stato anche protagonista nelle giovanili (con l’Under 20 è stato Scarpa d’Argento nel Mondiale Under 20 del 2005, dietro Leo Messi). Per lui che non ha mai lasciato la Spagna e i Paesi Baschi una nuova sfida: quella di sfondare con la Juventus e aiutarla a mettere le mani sulla Champions League, innanzitutto confermandosi in Italia. Vedremo con che parole inizierà l’avventura: la presentazione ufficiale di Fernando Llorente sta per cominciare…
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