Tra compagni di Nazionale ci si rispetta, ci si appoggia e ci si “difende” quando le necessità chiamano. Lo sa bene Edinson Cavani, che ha ufficialmente iniziato la sua avventura a Parigi lo scorso sabato. Con una panchina: il Matador è entrato nei venti minuti finali, contro il Montpellier, per aiutare (senza riuscirci) il suo PSG a vincere la partita. Questa però è un’altra storia: quello che interessa dire qui è che Cavani ha voluto dire la sua sullo spinoso caso Luis Suarez. L’attaccante uruguayano, si sa, è al centro di un vero e proprio vortice di calciomercato: vuole lasciare il Liverpool, sostiene che il club gli avesse promesso di venderlo in caso di mancata qualificazione alla Champions League. Cosa che per ora non è avvenuta, anzi: Brendan Rodgers, dalla scorsa stagione manager dei Reds, continua ad andare dritto con la sua linea, dicendo che a comportarsi in maniera scorretta è il calciatore, che vuole abbandonare la barca pur avendo un contratto. Chi ha ragione? Visto che parliamo di Cavani, a Napoli ricordano bene quando Diego Maradona, dopo aver vinto la Coppa UEFA, fu blindato da Ferlaino nonostante tra i due – lo ha sempre detto il Pibe de Oro – ci fosse l’accordo di cessione all’Olympique Marsiglia. Qui pare stia succedendo lo stesso: l’uruguayano ai Reds ha dato tanto, qualcosa come 51 reti in 96 partite in due anni e mezzo, e adesso vuole partire, andare a esplorare altre strade e altre opportunità.



Il Liverpool però non ci sente:sa cosa significa perdere un giocatore come lui, e sta usando la linea dura perchè convinto che con Suarez in squadra, un Gerrard in forma e un Coutinho sempre più decisivo possano arrivare i grandi risultati. Una situazione di stallo, sulla quale Cavani ha voluto dire la sua. “Rodgers può parlare di lealtà e correttezza quanto vuole”, ha esordito il Matador, “ma forse prima dovrebbe cercare sul dizionatiio cosa significhino queste parole. Suarez in passato avrebbe potuto andare a giocare nella Juventus, un grande club che vince il campionato, e invece ha preferito lottare con la maglia del Liverpool. E’ questa la lealtà”. Parole dure, ma vere: non è un mistero che i bianconeri avessero provato a strappare il giocatore al Liverpool (in realtà lo seguivano fin dai tempi dell’Ajax), ma all’epoca Suarez aveva scelto di rimanere in Premier League, nonostante i Reds fossero in evidente declino rispetto ai fasti passati e faticassero oltremodo a qualificarsi in Champions League (da quando l’uruguayano gioca ad Anfield Road non ci sono mai riusciti). La domanda a questo punto arriva scontata: che adesso sia arrivato il momento buono per la Juventus? La risposta è altrettanto ovvia: no. I campioni d’Italia hanno già sistemato l’attacco, casomai hanno il problema contrario, quello di dover sfoltire. Così, pare che le due parti non si siano incontrate nel momento giusto: un rimpianto per Antonio Conte, che ora ha un solo modo per non pensarci più, ovvero quello di rendere Carlos Tevez un calciatore determinante, quello che è sempre stato con il Manchester City.



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