Evidentemente, ad Antonio Conte il doppio 0-2 incassato dal Bayern Monaco con cui la sua Juventus è stata eliminata dall’ultima edizione di Champions League non è andato giù; non si può spiegare in altro modo la replica piccata che il tecnico bianconero ha destinato a Pep Guardiola. Si può dire che la rivincita sia già stata lanciata: se mai il sorteggio farà nuovamente incrociare le due squadre (e negli ultimi anni è successo tante volte), la sfida sarà caldissima. Intanto, Conte ha fatto un punto di onore la costruzione della sua rosa senza spendere troppi soldi; perciò non vuole sentir parlare di società che ha investito tanto. Stavolta, però, ci sentiamo di dire che l’orgoglio del salentino l’abbia portato leggermente fuori tema. D’accordo: la Juventus ha speso poco, ha pagato 9 milioni per un giocatore come Tevez, ne ha investiti 12 (più bonus) per Ogbonna, ha preso Llorente a parametro zero. L’onda di pensiero di Conte è chiarissima: è facile tirar fuori dalle tasche vagonate di milioni e pagare clausole rescissorie, un po’ meno facile arrivare a ottimi giocatori con le finanze limitate. Ricordate lo scorso anno? Dopo l’eliminazione europea aveva ripetuto come un mantra che “se il Bayern spende 48 milioni per un solo giocatore (Javi Martinez, ndr) c’è poco da fare”. E da lì si era ipotizzata la rottura con la società, poi rientrata. Non è un caso, allora, che Conte si sia inalberato nel sentire le parole proprio di Pep Guardiola, che dallo scorso giugno è l’allenatore dei campioni d’Europa in carica. “Deve essere rimasto ai tempi del Brescia, poi parla lui che ha speso 70 milioni per due giocatori”: queste le dichiarazioni. Dalla Baviera intanto è già arrivata la risposta: “Viste le belle parole spese, Guardiola avrebbe dovuto ricevere mazzi di fiori. Invece, Conte gli ha risposto così”. Perchè per il salentino il “ricordiamoci da dove siamo venuti” è un monito. I due settimi posti, una squadra dove nessuno voleva giocare: concetti ripetuti allo stremo, anche in maniera esagerata, che hanno avuto il potere di far prendere nel modo sbagliato le parole di Guardiola. “La Juventus ha tanti soldi e li ha spesi bene, può vincere la Champions League perchè può proseguire il suo progetto con continuità. Arriva da due anni di successi strepitosi e per mentalità, forza della società e qualità dei giocatori sarà una grande rivale”. Queste le dichiarazioni di Guardiola. Il problema è che il tecnico bianconero si è fermato alla prima parte: a quel “ha tanti soldi” che, nella sua mente, ha accomunato la sua creazione, la Juventus risorta fino a vincere due scudetti, a un qualsiasi PSG che un bel giorno si è svegliato con gli sceicchi alla porta e ha iniziato a spendere per tutto il mondo. Non è così che funziona alla Juventus: questo il messaggio di Conte. Che vuole una squadra che lotti su ogni pallone, che abbia voglia e carattere, che esca dal campo con la maglia bagnata di sudore. Tutti concetti che non si insegnano con stipendi faraonici e mega offerte, bensì con rigore e disciplina sul campo. Ecco perchè Conte se l’è presa: non vuole che la sua squadra venga ridotta a fenomeno economico. Detto questo, il salentino sbaglia in due aspetti: intanto, le parole di Guardiola significavano altro, e poi se questa è la filosofia non si capisce perchè lo scorso marzo abbia parlato dei 48 milioni per Javi Martinez e anche all’inizio dell’estate in corso abbia parlato di “soldi che l’anno prossimo potremo forse spendere”. Stavolta, caro Conte, hai esagerato: ci sarà tempo e modo di rifarsi. Anche sul campo.



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