Sabato pomeriggio si gioca Inter-Juventus. E’ la terza giornata di campionato, e il primo big match della stagione per entrambe le squadre. Sfida non decisiva, ma certamente importante ai fini di fiducia, morale e sì, anche tre punti in classifica, perchè alla fine della stagione vince la somma più alta. Guardando la sfida dalla parte bianconera, qualcuno l’ha già definita l’ultima spiaggia per Fernando Llorente. Il motivo? Semplice: l’attaccante spagnolo per ora ha giocato solo una manciata di minuti con la sua nuova maglia, per ora è un oggetto misterioso ma tra due giorni potrebbe avere la grande occasione, data dall’assenza di Mirko Vucinic. E’ logico che in molti abbiano fatto l’equazione: senza il montenegrino gioca Llorente, e se Llorente non gioca è chiaro che Conte ha già deciso per l’addio a gennaio. Non sarebbe la prima volta: i precedenti di Reto Ziegler, Milos Krasic ed Eljero Elia insegnano. Il salentino è così: che sia un difetto o meno, quando decide che un giocatore non rientra nel suo progetto tecnico è dura fargli cambiare idea, fino al totale “ostracismo”. Che possa essere questo il caso di Llorente suona clamoroso ma del tutto razionale: clamoroso perchè l’ex Athletic Bilbao doveva essere uno dei fiori all’occhiello della campagna acquisti della Juventus, razionale per quanto abbiamo detto prima. Tuttavia, il caso potrebbe essere diverso, e ci sono dei motivi e degli insegnamenti del passato che consigliano di usare una certa cautela. Oggi pensare che un giocatore come Arturo Vidal possa essere lasciato in panchina per scelta tecnica in una partita fondamentale suona più o meno come un’eresia; eppure, se andiamo a ripercorrere la storia del campionato , scopriamo che anche il cileno ha avuto bisogno di tempo per adattarsi e integrarsi. Sfogliamo gli almanacchi: la prima gara in cui Antonio Conte schierò Vidal come titolare fu la quinta giornata di campionato, che in realtà era la quarta partita dell’anno visto lo sciopero che aveva posticipato l’esordio. A Catania (finì 1-1 sotto il diluvio e segnò, guarda un po’, Krasic), l’allenatore dei futuri campioni d’Italia si presentò con il : Marchisio e Pirlo in mediana, Vidal trequartista dietro Matri con Krasic ed Elia sulle corsie. Un esperimento, come tanti ne fece il salentino in quell’inizio di stagione, proprio per favorire l’inserimento di un giocatore che non poteva essere lasciato in panchina; già nella sfida successiva, Juventus-Milan, in campo c’era una sorta di con Vucinic unica punta e Pirlo riferimento davanti alla difesa. Nelle prime giornate, quelle del , Conte preferì sempre la coppia Pirlo-Marchisio a supporto degli attaccanti; e il cileno, pur in gol alla prima partita entrando dalla panchina, dovette ritagliarsi uno spazio a suon di spezzoni. Non basta? Altro dato: Milos Krasic, che tutti ricordano – con buona ragione – come il grande epurato di Conte, fu titolare contro Bologna, Catania, Milan e Chievo; poi ci fu il cambio di tendenza e di modulo, e il serbo venne accantonato. A dimostrazione del fatto che il salentino sarà sì un “integralista”, ma prima di arrivare a una conclusione circa l’utilità di un giocatore studia le situazioni e valuta il da farsi, come tutti gli altri. A quanti citano il caso Reto Ziegler, scaricato già dal ritiro estivo, basti dire che la decisione di volerlo fuori dalla Juventus derivò, pare, dalla pretesa dello svizzero di avere una maglia da titolare, cosa che uno come Conte che vuole vedere sudore e lacrime anche in allenamento al giovedi non poteva certo sopportare e sostenere. Perciò, che Llorente segni 30 gol da qui a maggio o che si ritrovi a guardare le partite dalla tribuna fino alla riapertura del calciomercato, una cosa è certa: il suo allenatore non l’ha certo scaricato. “E’ come se fosse rimasto fermo da un anno: deve riprendere il ritmo, ci vorrà tempo” aveva detto di lui Conte alle prime domande dubbiose. Poco importa se sabato ci sarà o meno, anzi possiamo dire fin da subito che è altamente probabile che contro l’Inter a San Siro il tecnico della Juventus preferirà affidarsi al più rodato Fabio Quagliarella; il tempo di Llorente arriverà, nel bene o nel male.
(Claudio Franceschini)