La notizia sulle probabili formazioni di Copenaghen-Juventus è che gioca Federico Peluso a sinistra, al posto di Kwadwo Asamoah. Nell’intervista prepartita ha parlato Pietro Anastasi, che ha vissuto tante eurosfide con la maglia della Juventus. Per la partita di stasera l’ex attaccante bianconero ha approvato l’eventuale utilizzo di Ogbonna, che potrà inserirsi negli schemi di squadra in un test sulla carta non eccessivamente impegnativo. Guai però a sottovalutare l’impegno: il Copenaghen vuole fare bella figura davanti al proprio pubblico. 



La Juventus è più penalizzata del Copenhagen quanto a giocatori infortunati. Questo per il semplice fatto che la squadra danese non ha giocatori indisponibili tra le sue fila. Alla Juventus mancano il portiere Rubinho, il difensore Caceres e i centrocampisti Marchisio e Pepe. Rubinho, Caceres e Pepe sono teoriche riserve: si può dire che l’assenza più pesante è quella di Marchisio anche se Conte ha trovato in Pogba un sostituto all’altezza. Barzagli e Vucinic non sono al meglio della condizione fisica: con tutta probabilità saranno avvicendati da Ogbonna e Quagliarella. In ogni caso, la sfida degli infortunati è stravinta dalla Juventus.



Tra Copenaghen e Juventus sarà anche sfida tra individualità, non solo tra sistemi di gioco che comunque sono ben rodati. Andiamo a scoprire chi potrebbe essere l’ago della bilancia della sfida. Agirà sulla fascia sinistra, ma nella realtà dei fatti è una seconda punta con licenza di accentrarsi e posizionarsi anche al centro dell’area. E’ angolano di nascita, ma naturalizzato belga: classe ’92, il club lo ha acquistato nel 2012 dal Cercle Bruges e sta scommettendo su di lui. Può essere l’arma tattica dei danesi, un giocatore che agisce tra le linee e dà fastidio sfuggendo all’esterno e andando in una zona di conflitto. Quando arriva la Champions League, risponde presente. L’anno scorso segnò 4 gol nella competizione, e fu lui con le sue reti a trascinare i bianconeri agli ottavi. Questa sera, con Vucinic non al meglio, Conte non ha avuto dubbi: gioca lui al fianco di Tevez, un altro comunque da tenere d’occhio perchè abituato a certi palcoscenici.



Esordio in Champions League per la Juventus: questa sera alle 20:45 i bianconeri giocano sul campo del Copenaghen, in quella Danimarca dove lo scorso anno avevano pareggiato 1-1 (ma contro il Nordsjaelland). Bisogna subito far bene: la squadra di Antonio Conte è certo superiore al Galatasaray che, presumibilmente, sarà l’avversaria da ricacciare indietro per la qualificazione (con il Real Madrid che non dovrebbe aver problemi), ma un passo falso nelle due partite contro la cenerentola del gruppo rischierebbe, come accaduto un anno fa, di complicare dannatamente le cose. Il turnover che non c’è stato, per ovvie ragioni, a San Siro c’è stasera: solo minimo e dovuto a cause di forza maggiore, ma di fatto Conte cambia qualcosa. I danesi non hanno grosse speranze di passare il turno, ma attenzione: nel 2011 centrarono a sorpresa gli ottavi di finale, pur in un girone meno competitivo di questo. Arbitra il croato Bebek. 

Stale Solbakken sa molto bene chi sono i favoriti, e non vuole certo nascondersi; tuttavia, non ha intenzione di recitare il ruolo di vittima sacrificale. “Tre partite in casa: possiamo mettere tutti in difficoltà”, dice con spavalderia ma anche consapevolezza. “La Juventus deve vincere per forza, per noi è diverso. So che sarà molto dura, ma non credo che verremo umiliati e anzi potremo essere una sorpresa”. Le ricette per il successo – che potrebbe anche essere un pareggio – sono la “crescita sotto il profilo del gioco e della conoscenza di noi stessi, e una strategia efficace che riuscirà se saremo al top della forma”. E un altro elemento, ovviamente: “Il pubblico, che avrà il suo ruolo importante, e ci spingerà a essere solidi in difesa. Chissà che questo non sia un punto di svolta”. Schema annunciato: 4-4-2, e si va verso la conferma degli 11 che sabato hanno pareggiato in casa con l’Esbjerg, mancando così la prima vittoria casalinga della stagione. Davanti all’esperto portiere svedese Wiland, linea a 4 con capitan Jacobsen e Bengtsson terzini, al centro Olof Mellberg, che con la Juventus ha giocato nel 2008/2009 lasciando buoni ricordi. In mezzo al campo la qualità di Claudemir e le doti di incontrista di Kristensen, sulla fascia gioca il belga Vetokele (fa parte dell’Under 21 del suo Paese) che può fare anche l’attaccante, ma lascia il compito a Nicolai Jorgensen e Fanendo Adi, nigeriano di 22 anni che ha giocato anche in Ucraina e Slovacchia.

Il giocatore più famoso è Cesar Santin, brasiliano di 32 anni: c’era quando il Copenaghen si qualificò agli ottavi di finale nel 2011, sbagliò un gol clamoroso al Camp Nou entrando a suo modo negli highlights e nella mente di tanti appassionati, ma intanto fu protagonista di una grande campagna europea. Attenzione a Daniel Braaten, attaccante danese: può entrare dalla panchina e dare fastidio, così come il giovane Youssef Toutouh, marocchino con passaporto danese sul quale si punta molto (gioca a sinistra).

Nessuno: Solbakken ha potuto lavorare con la rosa al completo.

Esordio in Champions League per la Juventus: questa sera alle 20:45 i bianconeri giocano sul campo del Copenhagen, in quella Danimarca dove lo scorso anno avevano pareggiato 1-1 (ma contro il Nordsjaelland). Bisogna subito far bene: la squadra di Antonio Conte è certo superiore al Galatasaray che, presumibilmente, sarà l’avversaria da ricacciare indietro per la qualificazione (con il Real Madrid che non dovrebbe aver problemi), ma un passo falso nelle due partite contro la cenerentola del gruppo rischierebbe, come accaduto un anno fa, di complicare dannatamente le cose. Il turnover che non c’è stato, per ovvie ragioni, a San Siro c’è stasera: solo minimo e dovuto a cause di forza maggiore, ma di fatto Conte cambia qualcosa. I danesi non hanno grosse speranze di passare il turno, ma attenzione: nel 2011 centrarono a sorpresa gli ottavi di finale, pur in un girone meno competitivo di questo. Arbitra il croato Bebek. 

“Con sabato abbiamo dato inizio a un ciclo di 7 partite terribili in 22 giorni: sarei un pazzo a non cambiare”. Così Antonio Conte, presentatosi in conferenza stampa insieme a Gigi Buffon, ha spiegato il perchè di certe scelte. Come quella di lasciare a riposo Barzagli, che ha finito sulle ginocchia la partita contro l’Inter (la tendinopatia lo tormenta ancora) e Vucinic, che ha recuperato dall’infortunio subito in Nazionale ma non è evidentemente al meglio. Dentro quindi Angelo Ogbonna e Fabio Quagliarella, con l’italo-nigeriano che obbliga Bonucci a spostarsi sul centrodestra, dove forse non rende al massimo delle sue potenzialità. “Ma Pirlo gioca”, ha detto il salentino, andando contro quelli che dicono che il bresciano sia stanco e debba riposarsi. Altro dubbio Lichtsteiner-Isla ma lo svizzero sembra favorito. “Mi aspetto una risposta da tutta la rosa, ma sono sicuro che la avrò”. Su un campo non così scontato, dove “lo scorso anno stavamo per perdere la qualificazione agli ottavi. Antenne dritte: ci sono sei gare nel girone e non c’è tempo di recuperare. Ci giocheremo il secondo posto con il Galatasaray, il Real Madrid è strafavorito”. Non cambia la mediana, non cambia l’attaccante di riferimento: Carlos Tevez è in forma e non si ferma.

In Europa si torna alla panchina corta: Conte deve fare delle scelte. Llorente c’è: lo spagnolo finora non si è mostrato e chissà che non possa cominciare ad accumulare minuti stasera, altro motivo per chiudere in fretta la pratica. Isla viene portato – far rifiatare Lichtsteiner non sarebbe un cattivo affare – Barzagli e Vucinic a disposizione ma difficilmente utilizzabili (per l’attacco c’è anche Giovinco), Peluso è un’alternativa per la difesa a tre o per la fascia sinistra. 

I soliti, cui si aggiunge anche l’indisponibilità di Rubinho (fuori un mese). Caceres e Pepe si dovrebbero rivedere più o meno a metà ottobre (in realtà sul romano c’è ormai un grosso punto di domanda), Marchisio già per la partita contro il Verona dovrebbe rientrare nella lista dei convocati. 

 

21 Wiland; 2 L. Jacobsen, 17 R. Sigurdsson, 5 Mellberg, 3 Bengtsson; 30 Bolanos, 6 Claudemir, 16 Kristensen, 9 Vetokele; 18 N. Jorgensen, 12 Adi. All. Solbakken

A disp: 1 Christensen, 15 Margreitter, 25 Remmer, 19 Gislason, 11 Cesar Santin, 24 Toutouh, 22 Braaten

Squalificati:

Indisponibili:

 1 Buffon; 19 Bonucci, 5 Ogbonna, 3 Chiellini; 26 Lichtsteiner, 23 Vidal, 21 Pirlo, 6 Pogba, 22 Asamoah; 27 Quagliarella, 10 Tevez. All. Conte

A disp: 30 Storari, 15 Barzagli, 13 Peluso, 33 Isla, 9 Vucinic, 12 Giovinco, 14 Llorente

Squalificati: –

Indisponibili: Rubinho, M. Caceres, Pepe, Marchisio

 

Arbitro: Bebek

Inizia domani sera la campagna europea di Antonio Conte: Copenaghen-Juventus apre ufficialmente la Champions League 2013-2014 dei bianconeri. Il gruppo B comprende anche Real Madrid e Galatasaray, e a tutti gli effetti dovrebbero essere queste due squadre a contendere il passaggio del turno ai campioni d’Italia (si qualificano le prime due). Essendo un equilibrio sottile – lo si è visto l’anno scorso – la Juventus non si può permettere di perdere punti in Danimarca: eppure un anno fa pareggiò contro il Nordsjaelland, ma accedette comunque agli ottavi di finale. Per non penare si cerca subito una vittoria; arbitra il croato Bebek, l’unico precedente con i bianconeri risale al 2010 quando i piemontesi vinsero 2-1 in casa dell’Ajax (andata dei sedicesimi di Europa League). 

C’è una vecchia conoscenza bianconera nei danesi: Olof Mellberg ha giocato nella Juventus nel 2008/2009, segnando due reti contro Lazio e Roma e contribuendo al secondo posto finale, lasciando bei ricordi a Torino. E’ lui, insieme a capitan Lars Jacobsen, il giocatore più esperto di una rosa che ha iniziato malissimo la stagione, vincendo una sola partita su 8 (e mai in casa) e trovandosi al terzultimo posto in classifica. I danesi nel 2010-2011 si sono incredibilmente spinti agli ottavi, pareggiando peraltro in casa contro il Barcellona futuro campione. Segno che nelle corde ci sono atti di “eroismo”; tanti gli stranieri agli ordini di Stole Solbakken – norvegese che ha giocato una stagione in Premier League, senza fortuna – attenzione in particolare a Igor Vetokele, attaccante belga che gioca nell’Under 21 del suo Paese, e al centrocampista brasiliano Claudemir, in squadra dal 2010. La stella, se si può definire tale, è il 32enne Cesar Santin, in quell’edizione di Champions League passato agli onori delle cronache per aver sbagliato un gol clamoroso al Camp Nou.; ma ha anche collezionato quasi 50 gol con la maglia dei danesi (è alla sesta stagione). Lo schema dovrebbe essere un 4-4-2 con Santin e Vetokele di punta, l’islandese Gislason a giocarsi il posto con Bolanos a destra – a sinistra dovrebbe giocare il danese Jorgensen – e Mellberg al centro della difesa insieme a Ragnar Sigurdsson.

Chiaro l’intento della Juventus in Champions League: confermare, come obiettivo minimo, i quarti di finale raggiunti lo scorso anno. Un traguardo che è certamente alla portata: la squadra appare rinforzata, ma dovrà riuscire a gestire meglio la prima fase, dove lo scorso anno ebbe non pochi problemi e si qualificò dovendo necessariamente vincere le ultime tre partite. Questo costa sforzi che si potrebbero pagare caro in campionato – e viceversa – ma una stagione di esperienza in questo senso aiuterà. I bianconeri hanno aggiunto Carlos Tevez, che ha vinto la Champions League e perso un’altra finale; c’è Fernando Llorente che due anni fa ha disputato una stupenda Europa League (con finale raggiunta dall’Athletic Bilbao) e poi ci sono tutti gli altri, che vogliono arrivare a sollevare una coppa che manca da 18 anni. Contro il Copenaghen bisogna vincere: partire con il piede giusto è imperativo, soprattutto perchè la qualificazione passerà attraverso gli scontri diretti con Real Madrid e Galatasaray e bisognerà centrare due successi contro i danesi. Due dubbi di formazione per Antonio Conte: Ogbonna sembra favorito su Barzagli che ha finito sulle gambe la partita contro l’Inter (il difensore soffre per la tendinopatia), mentre Quagliarella dovrebbe partire titolare al posto di Vucinic: “E’ il miglior Quagliarella che ho mai avuto”, ha detto di lui Conte, mentre il montenegrino pare non aver recuperato del tutto dalla botta rimediata contro la Polonia.

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