Lascia la Juventus? Resta? Per quanto tempo ancora? I tifosi bianconeri sono sulle spine. Come era avvenuto lo scorso anno: finisce il campionato, la squadra festeggia, e il salentino spara le sue bombe verbali. “Mi devo incontrare con la società, ripetersi sarà dura, bisogna capire qual è il budget” eccetera eccetera. Le stesse frasi di oggi. Già: solo che nel frattempo è successo che la Juventus ha vinto il terzo scudetto consecutivo, e che Conte ha acquistato più visibilità internazionale; nello stesso tempo, il fallimento europeo ha lasciato tanto amaro in bocca e nuovamente l’allenatore si chiede se davvero questo gruppo possa migliorarsi a tal punto da rivincere in Italia e fare strada in Champions League. Medita, Conte, un’uscita di scena da trionfatore; senza volersi “macchiare” di una stagione mediocre. Sarà così? Chissà: intanto il Milan bussa alla sua porta, dall’estero c’è chi lo visiona attentamente, Andrea Agnelli e Beppe Marotta aspettano di incontrarlo. E quello che tutto il popolo bianconero – e la dirigenza, ça va sans dire, in primis – si chiede è: dovesse lasciare Conte, chi arriverà? Perchè questo è il vero ago della bilancia. Ipotizziamo: qualora la Juventus avesse in mano, primo nome estratto dal mazzo e senza attinenza, uno Jurgen Klopp, è inevitabile che la separazione sarebbe meno indolore (meno, non del tutto). Siccome un’ipotesi simile non c’è, ecco che nella testa del presidente frulla un’altra idea. Secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva da IlSussidiario.net la società starebbe pensando, in caso la frattura con Conte diventi insanabile e si arrivi all’addio, a Massimo Carrera. Che sarebbe una scelta in linea con la continuità tecnica e tattica. Intanto, è un uomo “della Juventus”: ci ha giocato per cinque stagioni (con Conte come compagno di squadra) vincendo scudetto, Coppa Italia, Supercoppa Italia, Coppa UEFA e Champions League (166 presenze e 1 gol). Tornato a Torino nel 2009 per occuparsi del settore giovanile, è poi diventato un uomo forte di Conte, condividendone i dettami e seguendolo anche nel lavoro sul campo. Lo scorso anno, con il salentino e Angelo Alessio squalificati, la società ha pensato a lui: 10 partite con 7 vittorie e 3 pareggi, compresa la Supercoppa Italiana contro il Napoli e il pareggio a Stamford Bridge contro il Chelsea, rimontando da 0-2. Certo a quei tempi ad allenare la squadra in settimana era comunque Conte; ma intanto Carrera ha saggiato la panchina, ha imparato qualcosa, è entrato nel ruolo. Tornato nei ranghi di collaboratore tecnico ha sempre ammesso di preferire l’ombra alle luci della ribalta;
Ma qualora la società dovesse realmente chiamare, non si tirerebbe indietro. E ci sono anche dei vantaggi nel promuovere lui: conosce l’ambiente e le idee di Conte, conosce i giocatori con cui ha già un legame forte, con tutta probabilità percepirebbe uno stipendio inferiore a quello di altri che eventualmente arriverebbero (per esempio Spalletti, che ha lavorato in Russia) e soprattutto avrebbe le idee chiare in sede di calciomercato. Non sarebbe la prima volta che un collaboratore o un membro dello staff occupa la panchina della prima squadra (giusto poche settimane fa Maurizio Pellegrini a Catania, lo scorso anno Aurelio Andreazzoli con la Roma e Tito Vilanova a Barcellona, anni addietro il caso di Fabio Capello); la Juventus ci sta pensando, avendo in mente soprattutto il modello blaugrana che cerca innanzitutto la continuità. Due dubbi frenano l’ipotesi: il primo è che ovviamente Conte possa rimanere, ponendo fine alla telenovela e rassicurando tifosi e dirigenza. Il secondo è che il salentino parta comunque, ma decidendo di portarsi dietro Carrera. Il dado però è tratto, e anche l’ex difensore di Sesto San Giovanni è nel mazzo dei candidati. Rimanendoci eventualmente anche per la prossima stagione, qualora l’addio di Conte dovesse essere ritardato.
(Claudio Franceschini)