Resta alla Juventus. E’ la notizia che tutto il popolo bianconero stava aspettando, eppure c’è un che di amaro nel comunicato che la società ha diramato ieri sera. Anche perchè, di fatto, un comunicato non c’è. Il sito ufficiale “tace”: l’ultima notizia è quella della festa scudetto negli spogliatoi dello Stadium. Il messaggio è stato affidato a Twitter, ma non poteva essere più scarno: “Stagione 2014/2015: allenatore Antonio Conte”. E poi più nulla, perchè il cinguettio seguente celebra il ricordo, nella giornata di oggi, dei tricolori 1973 e 2005. E allora, cos’è successo? E’ successo che Conte rimane alla Juventus, ma senza il rinnovo del contratto (che scade nel 2015). Dopo il tira e molla e le dichiarazioni delle parti (“sarà difficile ripetersi, andrà fatto un grande sforzo sul mercato”; “nessuno è indispensabile”) si è evidentemente deciso di non prendersi dei rischi. Tradotto: proseguiamo per una stagione e vediamo cosa succede. Senza rischiare che le strade si possano separare in anticipo e questo porti a sanguinose (in termini economici) buonuscite o retribuzioni da versare nonostante il salentino sia già lontano. Andrea Agnelli e Conte si sono lasciati lo spiraglio aperto; se arriveranno altri successi e se Conte vorrà ancora continuare, allora sarà così. Altrimenti, tanti saluti a tutti senza rimetterci da una parte e dall’altra. Sembra un po’ di rivedere il caso Del Piero: quella frase buttata lì dal presidente nel corso di un’assemblea degli azionisti aveva dato il benservito, ritardato di sette mesi, a una leggenda bianconera. Qui non ci siamo poi troppo lontani, perchè quello che doveva essere un annuncio a lettere capitali si è trasformato in un messaggio semi-anonimo che stava anche per passare inosservato, tanto che sulle prime si sarebbe anche potuto pensare che qualcuno si fosse lasciato scappare qualcosa di troppo. Conte e la Juventus proseguono insieme;
Ma ancora per quanto? E soprattutto: saprà la società accontentare il suo allenatore in sede di calciomercato? Se il salentino è rimasto, è probabile che abbia ricevuto le giuste garanzie; ma c’è anche l’ipotesi, che si fa sempre più strada, che la conferma sia “forzata”, ovvero che non ci fossero le condizioni per Conte di andare in una squadra con più stimoli e motivazioni e che la Juventus non avesse il tempo e il modo di virare su una scelta credibile. Si riparte per rassegnazione? Forse non è così, ma per quello che si è visto e intuito è difficile non pensarlo. Adesso sta alla società, e al tecnico: l’una deve produrre gli sforzi necessari a fornire una squadra rinforzata e pronta per l’Europa, l’altro dovrà allenare dimostrando di avere le motivazioni per farlo, anche senza contratto e con un futuro che, sotto sotto, è forse già segnato.
(Claudio Franceschini)