In occasione di Atalanta-Juventus, gara giocatasi sabato sera allo stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo (match conclusosi con la vittoria della Signora per 3 a 0), si è registrato un brutto episodio con protagonista un giovane tifoso. Un supporters bianconero di 6 anni è stato bloccato dall’addetto ai tornelli della tribuna Creberg, perché indossava la casacca di Tevez. «Così non può entrare», l’ordine dato al ragazzino, che si è quindi dovuto coprire la propria divisa con una felpa nonostante il tentativo di convincimento del padre e degli amici presenti, tutto bergamaschi tra l’altro. «Eccesso di zelo da parte di uno steward – ha commentato Pierpaolo Marino, dg nerazzurro – probabilmente temeva si creassero tensioni e quindi ha agito in modo protettivo verso il bambino. Di sicuro non esiste nessuna direttiva del genere da parte dell’Atalanta, da sempre tollerante verso ogni fede calcistica. Nessun capo steward ce l’ha riportato, non è chiaro dove e se sia accaduto: in ogni caso, un bambino vestito con la maglia della sua squadra del cuore fa solo simpatia, ci si deve preoccupare piuttosto di chi va allo stadio per dare libero sfogo ai suoi istinti». Il bambino si è potuto comunque prendere la rivincita personale, sfilando la felpa dopo i gol e mostrando al mondo la propria vera fede.
A Torino se lo chiedono tutti, quando si vedranno debuttare Andrea Pirlo e Andrea Barzagli. Il difensore della nazionale è fermo da dopo i Mondiali quando ha subito un intervento al tendine, mentre il regista ha avuto un problema proprio alla vigilia della prima sfida di campionato. Secondo Sky Sport entrambi saranno recuperati dopo la sosta di campionato prevista dopo il prossimo turno, mentre Caceres sarà abile e arruolabile già per mercoledì quando la Juve andrà a giocare a Madrid contro l’Atletico di Simeone.
Il difensore della Juventus Giorgio Chiellini ha parlato a lungo di fronte a trecento giovani dalla ”Piazza dei Misteri” dove c’era la celebrazione dei dieci anni del progetto per testimoniare il valore dello studio. Ecco alcune delle sue parole: “Con Massimiliano Allegri si è creato subito un bel feeling. Ora abbiamo di fronte una settimana importante e speriamo di fare bene. Giocare in un’altra squadra? Forse in un’altra vita… Vorrei che la Juventus fosse la mia ultima squadra e voglio chiudere qui la mia carriera. Affronteremo Atletico e Roma, sarà una settimana importante”. Il centrale della nazionale azzurra si lega quindi a doppia mandata alla Juventus anche per il futuro, già bandiera di questa squadra e vice-capitano vorrebbe restare in bianconero ancora a lungo.
Bella intervista rilasciata dal terzino/esterno sinistro della Juventus e della nazionale francese, Patrice Evra. L’ex Manchester United ha chiacchierato con il quotidiano La Repubblica, parlando ovviamente della Vecchia Signora. Il primo pensiero va alla Champions League, manifestazione che secondo l’ex Red Devils la Juventus può vincere: «La Juve puo` vincere la Champions? Io vivo il presente, perche´ il passato porta rimpianti e il futuro ansia. E non voglio vendere sogni ai tifosi, ma perche´ no? E` una competizione cosi` pazzesca che mi sembra incredibile aver giocato quattro finali». Si parla quindi del connazionale Pogba, stella della Juventus ma anche della nazionale transalpina: «La Pioche (La Piovra ndr) e` come un figlio, per me. Ferguson mi mando` a casa sua per convincerlo a restare: pianse, non dormi` perche´ anche lui sapeva che poteva diventare piu` di Vieira, ma ormai aveva deciso. Ferguson sapeva che Pogba sarebbe diventato fortissimo, ma anche che non poteva forzare i tempi». Infine uno sguardo al Manchester United, squadra che sembra aver perso il prestigio di poco tempo fa: «Ferguson era il cuore di tutto – spiega Evra – ha fatto in modo che lo United fosse una famiglia con una cultura, una filosofia: vincevamo per quelle, non perche´ fossimo i piu` bravi. L’ho detto anche ai Glazer, perche´ io la` sono ascoltato: ci vuole uno di famiglia, uno che rispetti la storia del club, che senta la pressione del passato. Io ho sofferto molto per Moyes, una gran persona, ma gia` con Giggs le cose andavano diversamente. Adesso ci sono tanti giocatori forti, ma non so se lo siano anche per il Manchester: per questo club devi sacrificare tutto. Quel genere di cultura l’ho ritrovato alla Juve».
Tornano le frecciate di Zdenek Zeman nei confronti della Juventus. L’allenatore del Cagliari, dopo lo spettacolare successo di San Siro contro l’Inter per 4 a 1, è stato intervistato dai microfoni della Domenica Sportiva, noto programma serale in onda su Rai Due, e nell’occasione ha tenuto uno scambio “tagliente” con la tifosa bianconera Christillin. Il boemo ha spiegato: «Io non sono cieco, io non ce l’avrò mai con la Juventus visto che dormivo con la maglia della Juventus, visto che mio zio ha vinto due Scudetti… ma non sono della dirigenza della Juventus. E’ grave che uno diventa cieco e non vede quello che è successo: si negano i fermaci, si nega calciopoli, non è successo niente per gli juventini. Eppure c’è quancuno che c’è… Non è la Juventus, perchè la Juventus è sempre Juventus. La Juventus è sempre squadra esempio in tutto il mondo». Zeman torna quindi ad attaccare la Signora, ma con riferimenti espliciti alla vecchia gestione pre-calciolpoli, quella capitanata dall’ex dg Luciano Moggi.
Ad Alvaro Morata sono bastati circa 20 minuti contro l’Atalanta per mettere il primo sigillo in Serie A. Il giovane attaccante spagnolo ha realizzato la sua prima marcatura italiana, un gol che arriva dopo un periodo di difficoltà per via dell’infortunio: «La rete all’Atalanta non è stata decisiva, però è stata importante per me dopo l’infortunio – ha spiegato lo stesso talento ex Real Madrid – ringrazio i medici per aver fatto il massimo, permettendomi di rientrare prima del previsto, ringrazio lo staff tecnico e la squadra che mi stanno aiutando nell’integrazione. Credo che questo sia un piccolo passo: ne avevo bisogno dopo un momento difficile». Un gol che Morata vuole dedicare al compagno di squadra e amico Llorente, che ha sempre speso parole d’elogio nei suoi confronti: «E’ un grande calciatore e una persona spettacolare, determinante per il mio inserimento alla Juve: mangiamo spesso insieme e dividiamo la stanza d’albergo in trasferta, mi dà tantissimi consigli». Ed ora Morata si candida per una maglia da titolare contro l’Atletico Madrid in Champions: «A chi non piacerebbe giocare titolare in Champions? Conta però vincere, al di là di chi gioca: sarei il primo a essere contento se non non dovessi scendere in campo e la Juve dovesse ottenere i tre punti. L’Atletico loo conosco bene, tutti alla Juve lo conosciamo, ma in Champions non esistono partite facili. Stanno disputando una grande stagione, ma noi siamo in grado di sfidarli. Sarà bello rivedere tanta gente che amo: a Madrid ho passato tutta la vita». Infine un commento sulle sue condizioni fisiche: «Sto bene, miglioro giorno dopo giorno: non posso quantificare la mia condizione, però saprò farmi trovare pronto quando chiamato in causa. Trovare spazio non sarà semplice, però ci sono tante partite».