Era il 19 novembre 1995: stadio Tardini, Parma-Milan, decima giornata del campionato di Serie A. I ducali hanno l’emergenza portiere: Luca Bucci, il titolare, è infortunato e così Alessandro Nista, il suo secondo. Nevio Scala lancia allora un diciassettenne sconosciuto ai più: Gianluigi Buffon, che nelle precedenti quattro stagioni era stato nelle giovanili. E’ un trionfo: il portierino para tutto e il Parma tiene lo 0-0.
Racconta il ragazzino a fine partita: “Non devo montarmi la testa, se domenica non gioco contro la Juventus rientrerò nei ranghi senza problemi”. Giocherà ancora, subendo il primo gol da Ciro Ferrara che sarà suo futuro compagno, e giocherà altre sette partite in campionato. Dall’anno seguente sarà titolare, nel 1998 arriverà l’esordio in Nazionale (dopo aver vinto l’Europeo Under 21) in un playoff mondiale contro la Russia, anche qui per sostituire un infortunato (Pagliuca). Comincia così la favola di Gianluigi Buffon, che festeggia oggi i 20 anni di carriera in Serie A: un ragazzino che andava a seguire le partite della sua Carrarese (“ero spesso a torso nudo, mi faceva sentire più tifoso” ha raccontato anni fa) e che in carriera ha vinto tutto, fino a essere considerato il portiere più forte al mondo per diverso periodo, e forse anche oggi (“se dicessi di no sarei bugiardo, e anche un po’ stupido” ha detto lui).
Il palmarès consta di un Mondiale, sei scudetti (più due revocati), due Coppe Italia, sei Supercoppe Italiane, una Coppa UEFA. Eppure la sala dei trofei, che pure è impressionante, non racconta tutta la grandezza di Gigi, nè possono raccontarla i 105 miliardi di lire che la Juventus sborsò per acquistarlo nel 2001; potrebbe aiutare invece il fatto che nel 2006, pochi mesi dopo essere diventato campione del Mondo e appena prima di un secondo posto nel Pallone d’Oro – ma c’è chi dice meritasse più di Fabio Cannavaro – Gigi ha accettato di scendere in Serie B per difendere la porta della Juventus, rafforzando ancor più il legame con ambiente e tifoseria. Quando Alex Del Piero ha lasciato Vinovo, era naturale che la fascia di capitano passasse a lui; lo davano per finito e bollito, dicevano che non avesse più lo scatto di un tempo, e invece è ancora qui.
Quella contro il Milan, sabato sera, sarà la presenza numero 566 in Serie A; ancora un mese e prenderà il grande Dino Zoff al quinto posto della classifica. Tra i calciatori in attività ha fatto meglio soltanto Francesco Totti; il quale è anche l’unico a essere presente quel 19 novembre di vent’anni fa, quando è iniziata la favola di Gigi. Limitandoci alla Juventus siamo invece a 550 partite ufficiali: in Champions League, contro il Manchester City, raggiungerà il mito Gaetano Scirea. E anche se non arriverà a prendere Del Piero, che sta lassù a 705, poco importa: la carriera di Buffon non ha certo bisogno di freddi numeri per essere raccontata. Non solo, ad ogni modo. Basta vederlo in campo ogni domenica, e apprezzarne le parate.
(Claudio Franceschini)