Torna a parlare l’ex commissario tecnico della nazionale italiana, Marcello Lippi. L’allenatore viareggino è stato interpellato dai microfoni di Radio Rai nell’ambito del programma Radio Anch’io Sport, e l’argomento di discussione centrale è stato la Juventus. Secondo Lippi ci sono diverse analogie fra i bianconeri 2014-2015 e la sua Italia campione del mondo: «La Juve di Allegri come l’Italia campione del mondo di Lippi? Ci può stare. C’è stata una grande crescita della squadra, tecnica, tattica, psicologica, un momento di consapevolezza della propria forza. I calciatori sono un po’ scaramantici e ci sono delle connessioni a cui bisogna far caso». Altra analogie quelle fra Allegri e lo stesso Lippi: «Mi sono rivisto abbastanza frequentemente in Allegri. Alla stessa età siamo arrivati in una grande squadra e al primo colpo abbiamo vinto lo scudetto. Abbiamo partecipato a tutti i campionati, come giocatori prima e allenatori poi, la famosa gavetta. Abbiamo immagazzinato e al momento opportuno lo abbiamo tradotto in campo. Mi piace poi tantissimo la saggezza con cui si è immerso in questa fantastica stagione. Non ha toccato nulla di quello che funzionava benissimo e poi piano piano ha fatto capire ai giocatori che si poteva aggiungere qualcosa e ora questa squadra può cambiare modo di giocare nella stessa partita che a livello internazionale è un grande vantaggio». Si parla ovviamente anche della semifinale di Champions League contro il Real Madrid, sfida che secondo Lippi non è affatto impossibile per i bianconeri: «Non è un’annata felicissima per il Real e la finale è l’ultima cosa che possono regalare ai tifosi. Ma nella Juve ci sono giocatori che di esperienza internazionale ne hanno tanta. Ci saranno dei momenti difficilissimi davanti a 90 mila persone a cui è rimasto un solo obiettivo per salvare la stagione ma la Juve ha le caratteristiche per far male. Pogba? È sempre meglio che i giocatori di classe e di qualità stiano in campo, sono importanti anche se fanno 70 minuti. Buffon potrà essere determinante e secondo me potrà essere la serata di un centrocampista, magari Vidal». Infine un commento sul campionato di Serie A, che secondo l’ex ct necessita di un innesto di qualità, altrimenti si rischia un monologo juventino per i prossimi anni: «La Serie A è diventata un ciapanò. Il campionato è migliorato ma è troppo facile per la Juve vincere. C’è da augurarsi che ci sia una squadra che possa competere con la Juve non per 3-4 mesi ma per tutto l’anno. E poi non riesco a capire una cosa: tutti i giocatori sperano di diventare calciatori importanti, arrivare in una grande squadra e giocare in Europa. Poi si arriva alle coppe e gli allenatori cominciano a cambiare 8, 9, 10 giocatori. Perché? Va bene avvicendare qualche giocatore ma qual è il problema se un calciatore fa 2-3 partite in più che sono poi quelle che ha sempre sognato di giocare? Se cambi tanti giocatori, la squadra perde la sua competitività». Quest’anno la Juventus ha battagliato con la Roma ma solo fino a dicembre, per poi andare a vincere il suo quarto scudetto consecutivo con relativa tranquillità e con cinque giornate di anticipo.