L’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri, è tornato a parlare. Il tecnico dei bianconeri è stato premiato stamane nella sala d’onore del Coni, con il riconoscimento Enzo Bearzot, alla presenza anche del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio e del vice presidente dell’Uefa Giancarlo Abete. «Quest’anno per il calcio italiano è stato un anno straordinario – esordisce il tecnico bianconero – La Juve in finale a Berlino, ma non solo. Altre due squadre hanno sfiorato la finale di Europa League. La Nazionale sta facendo un buon lavoro. In Italia non è tutto da buttare, lavoriamo sulle cose positive: sulle infrastrutture, sul futuro dei bambini». Naturalmente il pensiero va alla finalissima di Champions League del prossimo 6 giugno, e il Conte Max mostra il suo solito aplomb: «Il Barcellona? E’ una finale. Meglio una partita secca con loro che due. Siamo in una buona condizione sia fisica che mentale. Speriamo di ripetere l’impresa degli Azzurri del 2006. Dobbiamo essere bravi a prepararla con serenità. La partita del 6 è molto facile da preparare, più difficile quella della finale di Coppa Italia». Allegri si sente molto cambiato negli ultimi anni, alla luce anche dell’esonero dal Milan di poco più di un anno fa: «Sono diverso da quando allenavo il Milan e diverso ancora da quando guidavo il Cagliari. Ringrazio Berlusconi per i 4 anni che ho passato in rossonero, gli allenatori cambiano come i giocatori: quello che conta è la storia delle società. Che è stata una grande scuola. Sono felice di allenare la Juve, mi godo il momento. Cercheremo di vincere il 5° scudetto di fila l’anno prossimo, è il nostro primo obiettivo. Il campionato italiano non è peggiore degli altri, ma solo diverso». Poi il tecnico livornese conclude il proprio intervento così: «Cosa dico ai tifosi quando mi accolsero freddamente a Vinovo l’estate scorsa? Comprensibile. Io ho trovato una società che mi ha protetto e un gruppo di ragazzi straordinari. Un gruppo di uomini veri. Molti di questa fanno parte della Nazionale. Io e Conte? Nel calcio non c’è un solo merito per vincere. Non c’è uno migliore dell’altro. Siamo diversi. Tutti e due alla Juventus abbiamo vinto».



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