Saluta e se ne va. Dopo 96 partite e 50 gol, dopo due scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa, dopo la finale di Champions League, l’Apache lascia la Juventus. Questione di ore o forse di giorni, ma ormai il ritorno al Boca Juniors sembra cosa fatta. Ma come? Un attaccante così prolifico la Juventus non lo vedeva dai tempi di Alessandro Del Piero e David Trezeguet (gli ultimi capaci di segnare più di 20 gol in una stagione), c’è ancora un anno di contratto e arriva la cessione. Sì, per alcune ragioni. Intanto perchè il calciomercato di oggi, e non è scoperta dell’ultima ora, è diventato molto più frenetico; poi perchè la Juventus spera ancora di guadagnarci qualcosa, e poi – ed è qui che vogliamo arrivare – i dirigenti bianconeri hanno imparato le lezioni del passato.
Non serve scomodare l’Inter del Triplete per dire che la programmazione e le scelte “forti” sono decisive: i nerazzurri nel 2010 decisero di onorare il debito di riconoscenza nei confronti degli eroi di Madrid, non vendettero nessuno rinunciando a offerte faraoniche e si ritrovarono poco più tardi con giocatori demotivati (o comunque con meno fame), ingaggi pesanti difficili da smaltire e risultati sul campo poco appariscenti. Fu, appunto, una scelta: il tempo dimostrò che non era la più giusta. La Juventus probabilmente ci ha buttato un occhio, a quanto accaduto ad Appiano Gentile; soprattutto ha assorbito la lezione della Triade, quella che vinceva tutto e che vendeva per comprare meglio. I 34 miliardi di vecchie lire per Christian Vieri, i 70 (40 + Zenoni) per Pippo Inzaghi, i 150 per Zinedine Zidane: calciatori che erano arrivati a fine ciclo o – nel caso di Vieri – che potevano essere sacrificabili, elementi fondamentali che però potevano e dovevano essere sostituiti da giocatori con motivazioni al momento più elevate, perchè nel calcio conta anche questo. Forse la Juventus è stata presa in contropiede: sperava di trattenere Tevez un altro anno, queste inizialmente erano le idee dell’Apache. Il fatto però di aver semi-bloccato Mario Mandzukic e la trattativa per Edinson Cavani fa capire come la società abbia capito che le logiche del calciomercato siano stringenti e non accettino sconti: prima si compra e poi si vende, soprattutto alla fine di un ciclo straordinario bisogna avere la forza e la decisione di cambiare, rinnovare per migliorare. Il campo come sempre darà la risposta; perdere un attaccante come Tevez avrà naturalmente i suoi aspetti negativi per la Juventus, ma la differenza tra un fallimento e altri successi starà nelle prossime mosse.
(Claudio Franceschini)