Caro Direttore,
È successo davvero. La Juventus è campione d’Italia. Quinto scudetto di fila. Chi l’avrebbe mai detto? Io no. Mi metto tra gli Juventini che alla 3ª giornata (dopo 2 sconfitte e un unico punto ottenuto in casa con il Chievo), chiedevano la testa di Allegri e si sentivano vedove inconsolabili di Pirlo, Tevez e Vidal. Sconfitta in casa con l’Udinese, sconfitta a Roma, a Napoli, a Reggio Emilia.
Si salvi chi può. Tutti contro. La mezza Italia antijuve banchettava con i brandelli della carcassa della Zebra sanguinante. E l’altra mezza, quella amica, divisa tra i gobbi isterici pronti ad abbandonare alla svelta la nave, e quelli depressi, che non se ne facevano una ragione, in cerca di un’appiglio, una consolazione. Ma la Juve non consola nessuno. Con quella cocciuta spocchia piemontese di chi, testardo, spiega poco e tira sempre dritto.
Poi succede che una sera di fine ottobre, dopo la disfatta contro il Sassuolo, qualcuno finalmente parla. È un signore di 38 anni, si chiama Gianluigi Buffon. “È un’autoaccusa che mi rivolgo, dobbiamo tornare con i piedi per terra. Con la maglia della Juventus, se non si ha voglia di lottare e sudare, si rischiano figure peggiori che con qualunque altra maglia. Oggi, in una partita importantissima, abbiamo giocato un primo tempo indegno, non abbiamo vinto un contrasto aereo né a terra: 45 minuti senza intensità emotiva, senza mordente. Dobbiamo migliorare anche nel senso di responsabilità. Credo che dovremo incominciare a protestare un po’ meno con gli arbitri ed essere più umili con noi stessi. Gli arbitri sbagliano sempre in buona fede, un fischio sbagliato non può diventare un alibi, questo è nella natura dei perdenti ed alla Juve non sono abituato ad avere questa mentalità. Lo scudetto? Sono molto pratico, penso che se siamo al quattordicesimo posto bisogna concentrarsi sul tredicesimo posto”.
Sogno o son desto? C’è qualcuno in Italia – non solo nel calcio – che dice che il problema non è l’arbitraggio, non sono gli infortuni, non è il modulo, non è il fatturato, non è il campo, non è l’orario, il sole, la pioggia…il problema siamo noi. È l’inizio della rimonta. Dal derby vinto a pochi secondi dalla fine, alla partita dell’altra sera contro la Fiorentina, passando per la Vittoria contro il Napoli: dal dodicesimo al primo posto, staccando di 12 punti la seconda a 3 giornate dal termine. Uao!
Grazie Juve, stavolta davvero non me l’aspettavo. Rimettersi sempre in gioco, rimettersi sempre al lavoro, rimettersi all’opera, a partire da sè. Questa è la pasta di questo clamoroso scudetto. Poi magari capita che non si vince, capita che al 90′ a Monaco una palla rimane lì, ti castigano e esci dalla champions. Ma hai dato tutto. E sai che ci sarà un’altra partita da preparare, un’altra sfida da affrontare. E si riparte da lì.
La gente come noi non molla mai! Sei forte per questo Juventus. E, infondo, lo sanno anche tutti i fegati che da 5 anni rosicano in tutto lo stivale. Anche se per loro non è giusto perché la Juve è aiutata, perché tanto lo scudetto non vale più niente, perché in Europa, perché calciopoli, perché “er gol de Turone…. Coraggio, palla al centro. Ce l’ha fatta la Juve partendo dodicesima dopo 10 giornate. Ce la sta facendo il Leicester di Ranieri tra gli Emiri milionari di Inghilterra. Ce la potete fare anche voi. Provate a prenderci.
(Giovanni Grandi)