Chissà cos’è successo davvero tra Leonardo Bonucci e Massimiliano Allegri in quello spogliatoio del Millennium Stadium. Chissà se davvero Leo ha alzato la voce con allenatore e compagni, e chissà se nel disastroso secondo tempo della finale di Champions League ci sono realmente motivazioni che nascono dall’intervallo. Chissà; quel che sappiamo oggi è che Leonardo Bonucci è sempre più lontano dalla Juventus. Una voce sussurrata, poi sempre più forte, fino a diventare un’onda di marea: sì, Leo può lasciare i bianconeri e quel tweet senza riferimenti alla Juventus fa più rumore di quanto possa sembrare e far pensare. Strutturalmente ci può stare: 30 anni, sette stagioni, sei scudetti e tre Coppe Italia, due finali di Champions League: in un calcio senza più bandiere o quasi, i numeri dicono che forse Bonucci ha consumato la sua storia con la Juventus.



Quello che non si capisce è la destinazione: perchè il Milan? Perchè una delle grandi rivali “interne”? Perchè – e qui lo chiediamo a Marotta&Paratici – vendere il pezzo pregiato della difesa a un’avversaria diretta? Il Bonucci conosciuto fino a inizio giugno è stato un leader per tutto il gruppo, il primo giocatore a mettere la faccia e difendere squadra e compagni, l’idolo dei tifosi per quel suo modo di esporsi in prima persona e per quell’esultanza che diceva tanto. Il Bonucci di metà luglio che giocatore è? Cosa rappresenta oggi per la Juventus? Se Leo va al Milan, significa che la storia d’amore è finita: in caso contrario, si sarebbe provato a venderlo all’estero e lo stesso difensore avrebbe chiesto la Premier League. Un’ultima attenzione, come un lungo abbraccio d’addio, un dire “i giocatori passano e la maglia resta, ma le emozioni non se ne vanno”.



E invece pare di no: la trattativa lampo che potrebbe portare Bonucci al Milan è uno shock perchè arriva inaspettata, anche se i soliti bene informati riferiscono che fin dalla tribuna di Porto il rapporto fosse arrivato al capolinea. L’Inghilterra? Chissà, magari non sono arrivate offerte; magari è vero che Leo abbia chiesto di restare in Italia. Sarebbe plausibile. Onestamente, importa poco: al Vidal partito per il Bayern Monaco non furono risparmiati i fischi dello Stadium, nè il Delle Alpi (almeno una parte) trattò con rinnovato amore lo Zidane che fece visita con il Real Madrid. Funziona così: oggi sei intoccabile, domani sei un avversario.



Ma il tifoso è un animale strano, diviso tra il “conta la maglia” e l’attaccamento morboso ai giocatori; e allora, inevitabilmente, vederlo con una maglia diversa da quella bianconera farà male, ancor più se quella maglia sarà nello stesso campionato. Così è il calciomercato nel 2017 e, se davvero sarà addio, bisognerà farsene una ragione. Ragione che potrebbe chiamarsi Daniele Rugani, che magari non sarà ancora Bonucci ma è ora che faccia il grande salto; del resto sarà anche stata una Juventus diversa, ma anche il primo Leo bianconero non era quello di oggi. E forse, in fondo a tutta la storia, è questo che davvero lascia rimpianti.