La prima tripletta di Balotelli, il primato in Premier e le dichiarazioni del post partita non spengono le polemiche in casa Manchester City, alle prese con un caso-Supermario che diventa ogni giorno più complesso.
“Io sono un attaccante, uno che deve fare gol. E’ il mio lavoro, per questo non festeggio in chissà quale modo. Ma questo non significa che non sia contento di fare gol. E neppure che non sia felice al Manchester City: io ora voglio seguire la squadra, stare nella squadra. E voglio che la squadra segua me”. Ma non si ferma qui Supermario e gongola: “Se possiamo vincere il campionato? Sì, io ci credo”. Con una stilettata finale: “Io al Milan? Lo si scrive in Italia, ma io sono qui e ogni giorno lavoro duro. I risultati li avete visti sul campo”.
Dichiarazioni d’amore non accolte dall’ambiente, freddo come non mai nei suoi confronti. E Mario, dopo ieri sera, si è ritrovato ancora una volta solo con le sue malinconie. Le stesse che per i dirigenti del City gli avrebbero fatto dire in questi giorni: «Non ce la faccio più, voglio tornare a Milano».
I quotidiani inglesi non hanno mai sopportato questo talento di vent’anni acquistato cinque mesi fa per 23 milioni di sterline e ricompensato con un contratto di cinque anni a tre milioni e mezzo a stagione. Lo ritengono immaturo e irriconoscente. E, come leggiamo sul sito de lastampa.it, nell’ordine lo hanno definito: cupo, ombroso, disadattato, detestato, asociale, fuori di testa, furbo, sbruffone, presuntuoso e infine incapace di controllarsi.
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Il quotidiano The Sun ieri era stato tagliente come raramente era accaduto prima: "Il ragazzo racconta di essere profondamente infelice. Dice persino di essere rammaricato. Di che cosa, dei troppi soldi che guadagna ingiustamente?". Tutti da queste parti sono convinti che Balotelli abbia in tasca un accordo col Milan e allora ecco la bordata finale: "Vada pure, se crede". E il quotidiano The Guardian aveva rincarato la dose: "Balotelli sta tanto male che valuta l’idea di tornare in Italia dove pure il razzismo lo ha tormentato".
Ieri ci ha provato ancora una volta il suo amico e mentore Roberto Mancini a tirargli su il morale: "Mario può diventare come Cantona o Cristiano Ronaldo, ma per il momento deve lavorare e dimostrare quello che vale ogni volta. La malinconia? Non capisco, è in un gruppo fantastico e il campionato inglese è il più bello del mondo. Certo che Manchester non è Milano".
Forse il problema sta proprio qui: che Manchester, oltre a non essere Milano, non l’ha mai accolto e ne segue con costante diffidenza e distacco ogni passo. Proprio come i suoi compagni che ieri, dopo la fantastica tripletta, se ne sono andati negli spogliatoi senza abbracciarlo. E la voce di Allegri ("Allenerei volentieri Balotelli, ma sarà difficile dato che abbiamo già tanti campioni") che arriva da Dubai, dove il Milan ha ri-iniziato la preparazione, è l’unico conforto per l’infelice Supermario.