CALCIOMERCATO INTER – E’ Brasile-mania. In Serie A le società italiane, ed in particolare Juventus, Inter e Milan, sono partite per il Sudamerica approfittando della pausa campionato per le nazionali. Elkeson, Paulinho, Dedè, Juan, Casemiro, Lucas sono soltanto alcuni dei vari talenti e possibili campioni del futuro, visionati dalle società di casa per il mercato di riparazione. Ma attenzione a non esagerare, visto che il bidone è dietro l’angolo. La storia del calciomercato italiano è infatti piena di precedenti, alcuni, davvero storici. Chi non si ricorda ad esempio di Beto, sbarcato a Napoli a metà degli anni ’90, attaccante che l’allora presidente partenopeo Ferlaino definì più forte di un certo Roberto Baggio e di un Ronaldinho ancora in erba. Al San Paolo giocò una stagione, realizzando 4 reti, per poi tornare in patria, per via anche di un carattere non proprio da professionista e di qualità molto discutibili. Ad inizio 2000, invece, la Juventus volle puntare su Athirson, terzino brasiliano preferito a Roberto Carlos. In una stagione totalizzò soltanto 5 presenze, quasi per disperazione, e nel 2002 tornò in Brasile, al Flamengo. E’ stato uno dei più clamorosi errori della dirigenza di Luciano Moggi alla Juventus. Memorabile anche “Er Moviola”, Andrade, il cui soprannome affibiatogli nella capitale, fa già capire le sue caratteristiche eccelse. Militante nel ruolo di centrocampista non riuscì mai ad affermarsi fra le fila giallorosse proprio per la sua eccessiva lentezza. Anche il Milan ha collezionato nella sua recente storia abbagli. Il più recente è sicuramente quello riguardante Ricardo Oliveira, ex Betis di Siviglia, che sbarcò a Milanello durante l’estate in cui i rossoneri cedettero Shevchenko. Il verdeoro si fece forza e decise di indossare la mitica “7” che fu proprio dell’ucraino. Di lui si ricorda una clamorosa rete alla prima uscita stagionale, in casa contro la Lazio, e tanto prurito venuto ai supporters rossoneri nonché agli stessi dirigenti. A fine stagione venne girato per disperazione altrove. Qualche anno prima i rossoneri topparono totalmente con Roque Junior. Sembrava dovesse essere l’erede di Desailly ma il passaggio dal Palmeiras al Milan fu traumatico. Il giocatore fu un vero e proprio dilemma visto che in Brasile regalò sempre buone prestazioni, compresa la Selecao, mentre a Milanello sfiorava sempre l’insufficienza grave. Ma il bidone per eccellenza è probabilmente Vampeta, annata 2000. Massimo Moratti, all’epoca spendaccione, investì ben 30 miliardi di lire per il brasiliano del Corinthians, grande amico di Ronaldo.



A San Siro totalizzò una sola presenza, un disastroso 6 a 1 contro il Parma in Coppa Italia. Di lui si perseresubito le tracce ed ora è un’icona gay brasiliana…

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